Rifinanziamento Ponte sullo Stretto: “c’è chi dice sì, c'è chi dice no”

Rifinanziamento Ponte sullo Stretto: “c’è chi dice sì, c’è chi dice no”

Rifinanziamento Ponte sullo Stretto: “c’è chi dice sì, c’è chi dice no”

venerdì 06 Marzo 2009 - 17:17

Le dichiarazioni di esponenti politici e sindacali dopo il via libera del Cipe al progetto del collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto

La decisione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica di destinare 1,3 miliardi per il rifinanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina, ha ovviamente dato il via al valzer delle dichiarazioni, con esponenti politici, sindacali e quant’altro subito pronti a dire la propria sul collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. Vediamo nel dettaglio alcuni di questi pareri.

Lillo Oceano, segretario generale Cgil Messina: -Risorse insufficienti a realizzare l’opera ma bastevoli a fare strade, completare autostrade, realizzare i raddoppi ferroviari-. -Tra incompiute, frane, strade e autostrade dissestate e le ferrovie che hanno detto basta agli investimenti nel mezzogiorno, il Ponte sullo Stretto di Berlusconi è come i croissant di Maria Antonietta agli affamati di Parigi. Come noto, quello sullo Stretto è un Ponte essenzialmente ferroviario e, proprio qualche giorno fa, FS ha annunciato che non intende più investire nel Mezzogiorno e che l’Alta velocità si fermerà a Napoli. Quindi il Ponte non servirà per andare o venire dalla penisola ma da Messina continueremo a non avere il raddoppio ferroviario per Catania o il completamento del’autostrada, inaugurata ma mai finita, per Palermo. Con i soldi individuati dal Cipe verranno aperti ma certo non portati a termine i cantieri. In compenso con quelle risorse si sarebbe potuto finanziare il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo di cui da anni esiste il progetto esecutivo ma che è rimasto fermo per assenza di risorse. Così, grazie a questa ossessione di Berlusconi per il Ponte, Messina ospiterà l’ennesima incompiuta mentre si continuerà a non avere treni, strade, autostrade e navi per i collegamenti. L’apertura dei cantieri aggraverà pesantemente la viabilità già inadeguata soprattutto nella zona nord, un sacrificio tra l’altro inutile perché non serve ai messinesi per spostarsi meglio. Inoltre si fermerà nuovamente l’elaborazione autonoma di interventi per la mobilità in attesa dei cambiamenti che il Ponte imporrà, secondo esigenze e bisogni che non saranno quelli dei messinesi ma che verranno valutati altrove. Complessivamente questa del Ponte è l’ennesima riprova di come la politica nazionale e purtroppo anche quella locale guardi ai propri interessi e poco, se non affatto, a quelli veri, concreti, quotidiani dei cittadini-.

Francesco Cascio, Presidente Ars: “Dal Cipe decisione attesa e strategica”. “Quella del Cipe è una decisione che la Sicilia attendeva. Il ponte è un’opera fondamentale e strategica per lo sviluppo degli scambi commerciali, il turismo, il trasporto merci, che potrà dare nuovi impulsi all’economia dell’isola. Nei prossimi mesi, l’avvio dei lavori a terra – propedeutico alla costruzione del ponte – potrà rappresentare una boccata d’ossigeno per tutto il Meridione, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. La costruzione del ponte sullo Stretto avrà, infatti, importanti ricadute sull’occupazione e sul reddito di tante famiglie siciliane”.

Gianpiero D’Alia, senatore Udc: ”Troppo entusiasmo, abituati a spot governo”. -Lo stanziamento da parte del Cipe di 1,3 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto ha scatenato un entusiasmo incauto per chi dovrebbe essere ormai abituato a convivere con gli spot del Governo. Solo nel 2010 apriranno i cantieri di un’opera al cui completamento mancano ancora sei anni di lavoro e quattro miliardi e mezzo di euro, del tutto virtuali e incerti: ci chiediamo, in una fase di crisi economica come quella che stiamo vivendo, quale altra ‘priorità’ per il Paese dovrà fare spazio al Ponte, o se il Governo conta di usare i soldi del ‘Monopoli’ per ultimare questa infrastruttura…-.

Raffaele Lombardo, Governatore della Sicilia: “E’ il mio chiodo fisso, finalmente lo vedremo costruito”. “Il ponte sullo Stretto di Messina e’ il mio chiodo fisso. Chissa’ che non avremo la fortuna di vederlo costruito. E’ un’infrastruttura di cui da sempre, ormai da troppo tempo si parla-.

Domenico Nania, vicepresidente del Senato Pdl: “Il ponte, occasione di sviluppo nella legalità”. “Esprimo apprezzamento per l’imminente partenza delle grandi opere, come il ponte sullo Stretto, che ridurra’ le distanze tra la Sicilia, la Calabria e il resto del Paese, non solo da un punto di vista geografico ma anche sul piano del modello di sviluppo. Il ponte di Messina e’ una sfida storica che tutti dobbiamo cogliere per farne un’occasione di sviluppo nella legalita’, cercando attraverso tutte le opere compensative di inserirlo in un nuovo equilibrio ambientale che consegni alle nuove generazioni la bellezza di quel patrimonio che noi abbiamo ricevuto dalle precedenti e aprendo la strada a interessanti prospettive di sviluppo e benessere-.

Roberto Della Seta, senatore ed esponente Ecodem e capogruppo Pd in commissione Ambiente: “Presa in giro agli italiani”. “Proporre il Ponte sullo stretto di Messina come infrastruttura capace di creare immediatamente posti di lavoro e’ una presa in giro agli italiani, che pero’ non abboccano e nei sondaggi bocciano sonoramente l’opera. L’utilita’ del Ponte e’ discutibile in generale ed e’ del tutto fantasiosa in prospettiva anti crisi visto che i primi cantieri non apriranno certamente prima della fine del 2010-.

Carmelo Giamo, presidente associazione Progetto Messina ed ex consigliere comunale: “Necessario il parere della gente”. “Basterebbe appena un quinto, forse anche meno, di quelle risorse stanziate dal Cipe per dare dignità a oltre 12.000 nostri concittadini che da quattro generazioni sono relegati nei ghetti di una Messina che il sindaco ha definito “pronta al ponte”, e che aspettano di incominciare a vivere. Bisogna chiedere al governo nazionale che quei soldi vengano destinati per fare le cose di cui la città ha bisogno. Eliminare definitivamente le baracche è una di quelle cose ma non è l’unica: non bisogna aprire nuovi cantieri ma chiudere quelli esistenti. Questa Associazione ritiene che la costruzione del Ponte sullo Stretto non possa essere l’impegno elettorale di un governo o, peggio, la follia di un uomo ma debba essere frutto di una soluzione ragionata in cui la titolarità della decisione sia prerogativa esclusiva di chi vive nel territorio. Riteniamo, inoltre, che i messinesi, dopo essere stati adeguatamente informati, abbiano sufficiente maturità per esprimere un giudizio consapevole sull’opera. Non è tardi. Ancora è possibile coinvolgere la popolazione nelle scelte che ipotecheranno il futuro del nostro territorio per i prossimi decenni; lo si può fare attivando gli strumenti di partecipazione democratica che la legge prevede. E’ per questo che Le chiediamo di farsi promotore di indire un referendum consultivo da effettuarsi dopo un necessario periodo dedicato ad esaminare e dibattere sugli aspetti connessi alla realizzazione del ponte, nonché sulle sue eventuali ricadute dirette o indirette sul territorio della città, favorendo la più ampia partecipazione popolare onde consentire di avere piena consapevolezza, non tanto del progetto preliminare, quanto dell’impatto dell’opera sul tessuto urbano, sulla situazione dei cantieri, dei trasporti e delle aree di stoccaggio, nonché sui non meglio definiti interventi compensativi che potrebbero rappresentare occasioni di sviluppo. Solo dopo potremo dire “ la città è pronta”.

Claudio Fava, segretario di Sinistra Democratica ed europarlamentare: -Opera costosa e inutile-. -Il ponte sullo stretto e’ l’opera pubblica piu’ costosa, inutile ed insicura a memoria d’uomo. In una regione in cui i treni viaggiano ancora alla velocita’ delle ferrovie giolittiane, vincolare alla costruzione del ponte miliardi e miliardi di euro e’ un capriccio che pagheranno gli italiani e i siciliani”.

Wwf Italia: “Grandi opere inutili”. “Il Governo con la decisione assunta oggi in CIPE riesce, a suo dire, a garantire risorse pubbliche, che sono in realtà solo poco più di ¼ (4,9 miliardi sui 16,6 miliardi) del totale dichiarati per le infrastrutture di trasporto.” E’ la posizione del WWF Italia, espressa in una nota, che prosegue: “Il Governo ha deciso di immobilizzare, in questa gravissima situazione economico-finanziaria, il 50% delle risorse pubbliche realmente disponibili (2,3 miliardi di euro: 1.3 miliardi per il ponte sullo Stretto di Messina e 1 miliardo per il terzo valico dei Giovi) per grandi opere che non sono sorrette da piani economico-finanziari credibili e che avrebbero ancora bisogno per essere realizzate di ingenti fondi pubblici, visto che la copertura attuale è del tutto insufficiente. Le due infrastrutture costano 5 volte di più di quanto ad oggi stanziato: oltre 11 miliardi di euro. 6100 milioni è il costo stimato ad oggi del ponte e 5060 milioni di euro quello del terzo valico”.

E.R.

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