Riforma Sanitaria regionale: salvi i distretti sanitari di Mistretta, Sant’Agata di Militello e Patti

Riforma Sanitaria regionale: salvi i distretti sanitari di Mistretta, Sant’Agata di Militello e Patti

Riforma Sanitaria regionale: salvi i distretti sanitari di Mistretta, Sant’Agata di Militello e Patti

mercoledì 25 Marzo 2009 - 16:02

L'Assemblea regionale siciliana ha approvato la riforma sanitaria; indenni i distretti della provincia nebroidea messinese

Nella lunga notte che ha portato alla votazione dell’articolato della riforma sanitaria, particolare importanza ha, per la zona dei Nebrodi, l’emendamento a firma dell’on. Laccoto approvato dall’ARS che, da una parte toglie il limite di 45 distretti sanitari in Sicilia e dall’altra afferma che i distretti sanitari dovranno coincidere, in ogni caso, con i distretti socio-sanitari esistenti.

Con l’emendandamento dell’on. Laccoto si salvano così, fra gli altri, i distretti sanitari di Mistretta, Sant’Agata di Militello e Patti preservandone la integrità.

Durante il lungo e complesso dibattito per l’esame dei singoli articoli e degli emendamenti presentati dai parlamentari di tutti i gruppi, si sono addirittura ripetute anche le votazioni a scrutinio segreto.

Pesante è stato il clima e forte la tensione che si era venuta a creare, tanto da spingere il presidente della Regione ha rivolgere un accorato appello a tutti i deputati.

-Vi scongiuro, – ha detto Lombardo – votiamo e dotiamoci di questa legge, ne va dell’immagine della Sicilia. L’impianto della riforma non va distrutto approvando emendamenti non compatibili con gli obiettivi da raggiungere-.

Appello che è stato accolto dai deputati che dopo che aver completato l’esame degli articoli del disegno di legge approvando la riforma, che oggi pomeriggio sarà dichiarata attuabile, hanno permesso a Lombardo di esprime il suo compiacimento per il passaggio del decreto.

-Una riforma ampiamente condivisa – si esprime soddisfatto Lombardo – come è giusto che sia per le riforme di sistema. E’ venuta fuori un’ottima sintesi, altro che compromesso al ribasso come ha detto qualcuno. Questa legge è fortemente innovativa e credo che il sistema sanitario regionale si candidi adesso come uno tra i migliori di tutta Italia-.

Il governatore ha aggiunto: -Riduciamo fortemente il numero delle aziende, realizzando le premesse per forti risparmi e, al tempo stesso, abbiamo dato una razionalizzazione al sistema riuscendo ad armonizzare i vari spunti che erano emersi dal confronto parlamentare. E’ vero – continua Lombardo – ci sono stati anche momenti di pathos, ma alla fine ha prevalso il senso di responsabilità. Voglio ringraziare l’assessore Russo per la passione e la capacità con cui è riuscito ad arrivare all’ambizioso traguardo finale ma un grazie va a tutti i capigruppo parlamentari che hanno mostrato un grande senso di responsabilità-.

Tra le modifiche rilevanti la riforma prevede che i requisiti per la nomina dei direttori e il loro operato devono essere pubblicati e consultabili su internet – articolo 26 del ddl di riforma della sanità -. Inoltre, per la nomina dei direttori generali, l’assessore regionale alla sanità opererà fra gli aspiranti aventi titolo una ricognizione dei requisiti posseduti, da pubblicare sul sito web della Regione e non più in forma -privata-.

E’ anche previsto che la carica di direttore generale di un’azienda sia incompatibile con qualsiasi altro ruolo esercitato in strutture pubbliche del servizio sanitario regionale soggette alla competenza dell’azienda stessa.

Una riforma che si dimostra al passo coi tempi ma che certamente lascia degli strascichi irrisolti sopratutto per il declassamento dell’Azienda Gravina a presidio ospedaliero. Francesco Pignataro, sindaco di Caltagirone, tuona duro: -Quello venuto fuori dai lavori dell’Assemblea è un grande aborto con una realtà importante come la nostra con 450 posti letto, oltre 1000 operatori e lavori in corso per 30 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti investimenti per 17 milioni di euro nell’ospedale di Militello, ridotta a mero presidio-.

E’ sempre così; ad ogni riforma c’è chi gongola come l’On. Laccoto e c’è chi esprime il suo dissenso. Questa volta -Messina esce vincitrice-.

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