Risorgimento messinese e gli scricchiolii del centrodestra: «I nodi vengono al pettine»

Risorgimento messinese e gli scricchiolii del centrodestra: «I nodi vengono al pettine»

Redazione

Risorgimento messinese e gli scricchiolii del centrodestra: «I nodi vengono al pettine»

mercoledì 16 Luglio 2008 - 08:15

Il movimento di D'Amore e Briguglio sul caso F.C. Messina: «Buzzanca ha creato indebite aspettative e allontanato i possibili veri acquirenti»

Risorgimento messinese torna all’attacco, e lo fa prendendo di mira i suoi bersagli “preferiti-: il presidente della Provincia Nanni Ricevuto e il sindaco Giuseppe Buzzanca: «A chi si aspettava un’amministrazione locale unita e coesa, insomma tutta rose e fiori – scrivono Fabio D’Amore e Carmelo Briguglio – va ricordato quanto è avvenuto durante la recente campagna elettorale, con patti di “potere- stretti nelle ultime ore, poco prima della presentazione delle liste, per sostenere la candidatura di Giuseppe Buzzanca e Giovanni Ricevuto. Giustappunto un patto per gestire Messina e la sua provincia, avendo come unico collante la spartizione delle poltrone ma in termini di progettualità e gestione dei bisogni dei cittadini il nulla più assoluto. La pietra dello scandalo è dunque stata la Provincia dove sono venuti al pettine i tanti nodi mai risolti di una coalizione tenuta insieme da piccoli interessi ma priva di forza programmatica vera. Al Comune, che in questo momento più ci riguarda, il destino ha voluto che Buzzanca fosse ancora più lesto dell’omologo provinciale Ricevuto ed il quadro della giunta di governo cittadino (dipinto a tinte fosche) è stato subito mostrato alla Città in attesa dell’affresco “compensativo- di Palazzo dei Leoni».

«I disegni tratteggiati dai “politici- nostrani – prosegue la nota – sono, purtroppo per loro, andati subito in malora complice il mutato venticello romano che anche alle nostre latitudini inizia a farsi sentire. Questo falso bipolarismo spocchioso, che tanti guasti ha prodotto nella politica italiana, sembra arrivato al capolinea e se dovessero realmente andare in porto le tante agognate riforme istituzionale, con un sistema elettorale alla tedesca, con tanto di sbarramento, fiducia costruttiva e premierato forte, allora veramente potremo parlare di seconda Repubblica visto che sino ad oggi, tra mattarellum e porcellum, la vita politica del Paese è stata caratterizzata esclusivamente da una grande confusione (complici strane coalizioni rabberciate che non governano ma gestiscono) il cui unico risultato è stato, in soldoni, solo l’allontanamento di quella parte di elettorato che ama veramente partecipare ed incidere sulla gestione della cosa pubblica».

«Tornando invece alle “cose di casa nostra- – si legge ancora – ci preme sottolineare ancora una volta i notevoli guasti prodotti in brevissimo tempo dall’amministrazione Buzzanca che in particolare sulla questione F.C. Messina oltre a creare indebite aspettative tra gli appassionati di calcio, di fatto, ha allontanato i possibili veri acquirenti del sodalizio, realizzando il capolavoro di regalare ai tifosi la perdita della serie cadetta e molto probabilmente anche la possibilità di accedere al Lodo Petrucci. Per il neo Sindaco essersi elevati al ruolo di mediatore ha alterato le regole del mercato creando “la figura di un unico acquirente-, poi rivelatosi inesistente. Chiunque si fosse voluto avvicinare alla società dei Franza avrebbe in ogni caso assunto il ruolo di guastatore di una trattativa che si dava ormai per fatta».

«Quanto avvenuto – concludono D’Amore e Briguglio – è purtroppo solo l’antipasto di quello che potrebbe toccare in sorte a Messina se si continuerà ad insistere con la politica degli annunci sterili e demagogici senza dare corso ad una seria programmazione. La nostra Città, lo ribadiamo, per risolvere i tanti problemi ha bisogno di concertazione (un tavolo istituzionale presieduto dal Prefetto) ed invece l’atteggiamento del piccolo Podestà, posto in essere da Buzzanca, ci spinge sempre di più verso il baratro del disastro amministrativo oltre ad un’ormai palpabile isolamento politico».

(foto Dino Sturiale)

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