Il senatore Lumia mette il dito nella piaga di Furnari

Il senatore Lumia mette il dito nella piaga di Furnari

Redazione

Il senatore Lumia mette il dito nella piaga di Furnari

venerdì 25 Luglio 2008 - 12:16

Conseguenze politiche per l'inchiesta -Vivaio-

Dubbi su infiltrazioni mafiose nella Amministrazione comunale di Furnari. Il senatore del Pd Giuseppe Lumia (nella foto) ha inoltrato un’interrogazione parlamentare al Primo ministro affinché prenda le dovute misure, persino lo scioglimento dell’Amministrazione, in conseguenza dei gravi fatti emersi dall’inchiesta della Dda denominata -Vivaio-, e di altri avvenimenti successivi.

L’inchiesta -Vivaio-, nell’aprile scorso ha portato a provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di molti mafiosi della zona tirrenica di Messina. In particolare Lumia si sofferma sulle figure di Tindaro Calabrese, presunto capo della cosca dei -Mazzarroti-, e di Michele Rotella, imprenditore barcellonese attivo negli affari della discarica di Mazzarrà S. Andrea, l’unica operativa sul territorio della provincia di Messina. Lo stesso Rotella era già stato indagato dalla Dda di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sulla -Calcestruzzi Spa-, per un giro di tangenti e fondi neri.

«In definitiva – spiega Lumia nell’interrogazione – dall’analisi degli atti delle due indagini della Dda di Messina e di quella di Caltanissetta, emergono punti di contatto fra l’ecomafia dedita al controllo del grande affare dei rifiuti e le infiltrazioni mafiose nel ciclo industriale dell’edilizia, argomento sul quale riflettere per verificare l’eventuale esistenza di -tavolini- regionali che regimentino complessivamente il funzionamento di tali attività»

Fin qui la cronaca, ma Lumia punta al versante politico della vicenda: sempre dall’indagine della Dda di Messina, infatti, emergeva l’intervento dei -Mazzarroti- nel condizionare l’esito delle elezioni amministrative del 2007 a Furnari. In quel comune, infatti, il sindaco in carica, Salvatore Lopes, risultò vincitore per appena 17 voti sul candidato contrapposto, Mario Foti, e proprio il boss Calabrese fu intercettato mentre commentava il risultato elettorale il giorno dopo le elezioni, vantandosi di aver determinato la vittoria del sindaco Lopes, avendo spostato a suo favore oltre 150 voti.

«L’indagine «Vivaio» – continua Lumia – ha accertato, peraltro, reiterati collegamenti e contatti tra il capo della -cosca dei Mazzarroti- Tindaro Calabrese e tale Giulio Lopes, fratello del sindaco attualmente in carica, e proprio in concomitanza della tornata elettorale vinta dal dottor Salvatore Lopes», per non parlare delle aggressioni fisiche messe in atto dallo stesso Giulio Lopes nei confronti di consiglieri comunali.

Fin qui la ricostruzione dell’inchiesta -Vivaio-, ma le irregolarità nell’Amministrazione di Furnari non sono finite. In seguito all’inchiesta, infatti, si sono dimessi tutti i consiglieri di minoranza, nonché quasi tutti i componenti della lista risultata seconda nella competizione, chiamati per surroga. E ancora, la sorella del boss Calabrese, Romina Calabrese, architetto, risulterebbe, essere destinataria di incarichi professionali da parte di enti sovracomunali partecipati dal Comune di Furnari nell’ambito di opere pubbliche finanziate con fondi europei.

Lumia chiede di sapere: «quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che la discarica di Mazzarà S. Andrea sia ancora soggetta al condizionamento mafioso; se il ministro dell’Interno sia a conoscenza dei gravissimi fatti esposti in premessa e delle ragioni per cui sono, allo stato, mancate conseguenti iniziative da parte delle istituzioni competenti; se, una volta verificata la veridicità di quanto riportato, non ritenga doverosa l’adozione di una procedura di accesso, al fine di poter assumere le eventuali necessarie determinazioni in ordine allo scioglimento dell’amministrazione comunale di Furnari, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000».

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