Società Stretto di Messina: cui prodest? Il commento del gruppo provinciale dei Verdi

Società Stretto di Messina: cui prodest? Il commento del gruppo provinciale dei Verdi

Redazione

Società Stretto di Messina: cui prodest? Il commento del gruppo provinciale dei Verdi

venerdì 26 Ottobre 2007 - 11:13

Lo scioglimento della società Stretto di Messina non è stato votato in Senato e la cosa, come è normale che sia, ha provocato le reazioni più disparate da parte di soggetti politici e cittadini.

A far sentire la propria opinione in merito ci ha pensato anche il gruppo dei Verdi che, tramite una nota a firma del suo presidente, fa sapere che:

-I Verdi di Messina esprimono il proprio stupore nel constatare come proprio nel momento in cui il tema dei costi della politica è divenuto di forte attualità si decida di mantenere in piedi un’azienda di stato che ha certamente esaurito il suo compito e la cui sopravvivenza comporterebbe soltanto un ulteriore spreco di denaro pubblico.

Ferma restando la legittimità di ogni posizione, anche di chi sostiene l’opportunità della realizzazione dell’opera Ponte, sorprende come proprio i senatori appartenenti ad Italia dei Valori, ovvero un partito che da sempre ha fatto della buona amministrazione pubblica e della lotta agli sprechi un proprio cavallo di battaglia, abbiano potuto votare, insieme ai colleghi della CDL, per il mantenimento in vita della Società Stretto di Messina.

D’altra parte in termini strettamente politici non si comprende come si possa conciliare il permanere di detta società con l’indirizzo politico espresso più volte dall’attuale governo in tema di trasporti.

In particolare, proprio il decreto-legge del 1° ottobre 2007, n. 159, che accompagna la finanziaria, prevede una serie di interventi per il trasferimento modale da e per la Sicilia e per il miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina, per il potenziamento delle autostrade del mare, della sicurezza stradale e navale, il miglioramento dei livelli di qualità e di sicurezza del servizio del trasporto ferroviario locale per alleviare i disagi dei pendolari, in particolare di quelli che transitano nello Stretto.

Come a tal proposito ha sottolineato il senatore dei Verdi Natale Ripamonti, primo firmatario dell’emendamento bocciato, questi interventi rappresentano un esempio tangibile di come il Governo possa intervenire efficacemente per garantire lo sviluppo effettivo e sistematico di una politica dei trasporti sostenibili. Non si capisce come il ministro Antonio Di Pietro possa essere il soggetto chiamato all’onere della scelta su come ripartire i fondi derivanti dalla non costruzione del Ponte per consentire uno sviluppo migliore alla Sicilia ed alla Calabria, ma al tempo stesso anche colui che a tutti i costi vuol tenere in piedi una Società ormai priva di -scopo- se non quello di dilapidare altro denaro pubblico..

In questo quadro non si vede quale utilità per la pubblica collettività, possa avere far confluire, così come propone il Ministro Di Pietro, la Società Stretto di Messina nell’ANAS quando in ultima istanza sarebbe stato più comprensibile, in una logica di tutela della comunità messinese, un suo assorbimento in RFI.

Alla luce di quanto accaduto i Verdi di Messina invitano le forze politiche cittadine del centrosinistra ad avviare, in tempi brevi ed in uno spirito di coesione, una campagna per lo scioglimento della società Stretto di Messina e per far sì, allo stesso tempo, che i fondi ex Fintecna vengano destinati alla nostra città-.

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