Il segretario nazionale in città: «In Sicilia col Pdl per dare continuità all'operato di Cuffaro». D'Alia: «Gli amici del centrodestra imparino a rispettare di più l'Udc»
«L’Udc sarà la grande sorpresa di questa campagna elettorale, in Italia ma soprattutto in Sicilia». Così Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, rilancia la sfida del partito di Casini, nel corso dell’affollatissimo incontro tenutosi stamani nell’auditorium dell’Atm, ad una settimana dal doppio voto per politiche e regionali. Una tornata elettorale che vede l’Udc correre da solo a livello nazionale ma insieme al Pdl qui in Sicilia, «per dare continuità all’ottimo lavoro svolto da Cuffaro» spiega Cesa ai giornalisti al suo arrivo. Poi dai microfoni del palco il segretario dell’Udc lancia un chiaro segnale che suscita l’applauso forse più caloroso: «Sarò felice di tornare a Messina in occasione delle amministrative, perché questa città ha bisogno di un sindaco vero, e Gianpiero D’Alia sono sicuro sia la persona più idonea».
Già perché oggi si è parlato anche di questo, della candidatura di D’Alia a sindaco. Non lo ha fatto il diretto interessato, ma ci hanno pensato prima il segretario cittadino Carmelo Santalco, che ha parlato di «due anni devastanti di mal governo della sinistra», poi il deputato regionale uscente Giovanni Ardizzone, che dopo aver consegnato una targa a Cesa ha ironicamente detto «a D’Alia la darò quando diventerà sindaco», e infine, come detto, lo stesso Cesa.
D’Alia ha preferito concentrarsi sulla campagna elettorale che sta per concludersi, parlando forse più da candidato al Senato quale è, piuttosto che da aspirante primo cittadino. «Berlusconi ha troppi camerieri – ha esordito – non ha bisogno di noi». Poi il deputato uscente ha parlato di «falsa polarizzazione», con «Veltroni e Berlusconi che parlano di voto utile. Questo è un Paese strano. Negli Stati Uniti il candidato che perde cambia mestiere, qui invece chi vince viene mandato a casa dalla sua stessa maggioranza e chi perde si ricandida. A Berlusconi è successo già quattro volte, e ancora si ostina con orgoglio “senile-. Il voto utile per l’Udc ha invece due funzioni: la prima è quella di segnalare che Berlusconi è prigioniero politico della Lega e dovrà eseguire gli ordini che Bossi gli impartirà, quindi scegliere noi significa contrapporsi a queste logiche populistiche di destra. La seconda funzione parte dal fatto che se non fossimo scesi in campo noi, la stragrande maggioranza degli elettori indecisi avrebbe scelto il meno peggio, ovvero quel finto democristiano di Veltroni, che con i suoi “ma anche- continua a dare un colpo al cerchio e uno alla botte». Ma la sua ultima considerazione D’Alia la riserva a Messina: «Anche in questa provincia gli amici del Pdl devono imparare a rispettare gli elettori e l’Udc. Per noi la campagna elettorale si concluderà solo il 15 giugno».
Anche Pippo Naro, senatore uscente e candidato alla Camera, seppur con toni più soft non ha risparmiato frecciate al Pdl, sottolineando che «siamo l’unico partito che ha fatto un congresso». Addirittura Naro definisce il Popolo delle Libertà una «lista civica», parlando poi della vicenda Pizza e del simbolo scudocrociato, presente anche in quello Udc: «Ci siamo dovuti sorbire il pesce d’aprile di una Dc fasulla, messa su da Berlusconi per metterci le mine per strada. Giorno 8 la Cassazione farà giustizia sul nostro simbolo».
Sia Naro che Cesa rivolgono un saluto a uno dei padri fondatori dell’allora Ccd, Totò D’Alia, padre di Gianpiero, attualmente in non buone condizioni di salute. Dunque Cesa indica l’unico, vero obiettivo della scelta di correre da soli: «Salvare la nostra dignità, e una grande tradizione che vive nel Paese… checché ne dicano i sondaggi di “Veltrusconi-». Poi attacca: «E’ una campagna elettorale basta su un bluff completo, con due partiti che in realtà sono due contenitori, il Pdl ha raccolto addirittura dodici sigle, con Bossi che pone addirittura la questione settentrionale. Perché esiste? O esiste piuttosto una drammatica questione del Mezzogiorno. E’ possibile che si facciano promesse per 80 miliardi di euro di sogni venduti alla gente ma irrealizzabili? Dall’altra parte sono più cauti perché promettono per 30 miliardi, quando invece i nostri analisti ci dicono che le risorse massime potrebbero essere di 15 miliardi. Noi non diciamo falsità e prese in giro, preferiamo poche cose ma con serietà e riscontri, portando le coperture finanziarie per ogni cosa che proponiamo. Questo è stato il nostro modo di fare il programma».
«Non abbiamo i potenti mezzi delle televisioni o dei grandi quotidiani che hanno Pdl e Pd – prosegue Cesa – ma sappiamo che esiste una grande fetta di indecisi, dei quali quasi un milione guardano con simpatia all’Udc. Questa settimana – conclude – dovrà servire proprio a convincere questi 800-900mila indecisi».
(nelle foto Cesa e D’Alia)
