L’Udc, il Prg e le politiche del territorio: posizioni chiare ma niente scelte drastiche

L’Udc, il Prg e le politiche del territorio: posizioni chiare ma niente scelte drastiche

L’Udc, il Prg e le politiche del territorio: posizioni chiare ma niente scelte drastiche

sabato 19 Giugno 2010 - 11:32

Ardizzone, D’Alia e Naro spiegano le ragioni dell’astensione del partito dall’approvazione della delibera sulle linee guida. E ribadiscono le perplessità su Stu, Piau e Ponte. Poi lanciano un messaggio chiaro: «L’amministrazione propone, ma poi è il consiglio comunale a decidere»

«In una coalizione ci sono più soggetti portatori di identità diverse, questo è normale. E noi fin dal primo momento siamo portatori della nostra identità». E’ questa la sintesi della posizione dell’Udc rispetto ad una coalizione, quella che portò due anni fa Giuseppe Buzzanca a diventare sindaco di Messina, che su temi fondamentali, come le linee guida del Prg e le osservazioni al Piano paesaggistico, si è comportata poco da coalizione. Giovanni Ardizzone, Gianpiero D’Alia e Giuseppe Naro, leader locali dell’Udc, non nascondono una certa amarezza sul fatto che questi atti non siano passati da una preliminare concertazione con le realtà politiche («identità diverse») che compongono l’alleanza, ma pur manifestando una posizione evidentemente critica, non di discostano da un punto, espresso proprio da Naro: «L’alleanza col Pdl non è in discussione, abbiamo un rapporto di lealtà con gli elettori. E’ capitato e ricapiterà che ci possano essere interpretazioni diverse su certi il temi».

Il tema del giorno è il territorio, con in testa le linee guida al Prg, approvate in settimana dalla giunta Buzzanca ma con l’astensione degli assessori Udc. Linee guida che, spiega Ardizzone, «partono da una premessa sbagliata: la permanenza di strumenti di pianificazione quali il Piau, la Mortelle-Tono, la Stu, che non coincidono con quello che è il nostro modello di città, che deve partire dal recupero delle aree a verde. Ci sono poi altri aspetti da considerare: il Pai, ad esempio, il cui ultimo aggiornamento è stato inviato alla giunta regionale ed è in attesa di approvazione e il cui valore giuridico è preminente rispetto alle pianificazioni urbanistiche. E poi c’è il Piano paesaggistico: a giorni il consiglio comunale dibatterà sulle osservazioni presentate, alcune delle quali decisamente discutibili. Vorrei precisare, poi, che i Piano paesaggistici delle altre province siciliane sono bloccati per la questione degli impianti eolici, non per altri motivi».

D’Alia spiega che «l’astensione dal voto sulle linee guida dal Prg è funzionale ad aprire una discussione sull’argomento. I tempi per la redazione di un Piano regolatore sono molto lunghi, nel frattempo però bisogna porsi il problema di come regolamentare certe questioni. Le osservazioni al Piano paesaggistico, ad esempio, sembrano una contraddizione rispetto all’esigenza della tutela dell’ambiente. Se poi si devono portare avanti iniziative come la Stu, allora sono posizioni che non possiamo condividere. Nelle linee guida è insita una certa approvazione nei confronti del Ponte: noi non siamo contrari in linea generale, ma ci sono rilievi che non ci fanno essere entusiasti sulla gestione di quest’opera. Tanto che in Parlamento ne abbiamo chiesto un’indagine conoscitiva in base ai rilievi della Corte dei Conti e presentato un emendamento per finalizzare le risorse finora bloccate per il Ponte a tutte le opere pubbliche appaltabili da Roma in giù».

Rimane un problema politico, a Messina, che non si può nascondere. Ardizzone ammette che «ci saremmo aspettati, in fase preventiva, considerazioni sul mercato edilizio della città, oppure che l’amministrazione sopperisse ai ritardi della Regione sulle situazioni a rischio del nostro territorio». Non si può nemmeno nascondere che certi “strumenti di pianificazione” criticati dell’Udc hanno un comune denominatore: sono frutto di iniziative dell’assessore Gianfranco Scoglio, col quale non sono mancati, nei mesi, motivi di scontro. Ma se da un lato l’Udc non adotterà scelte drastiche sulla giunta, dall’altro si fa intuire che verranno fatti pesare i numeri importanti su cui il partito può contare in consiglio comunale: «La legge – spiega D’Alia – attribuisce al consiglio comunale competenze esclusive in materia urbanistica. Con tutto il rispetto per l’assessore Scoglio, l’amministrazione propone, ma poi è il consiglio comunale che decide. E’ in consiglio comunale che vanno prese le grandi decisioni, non al chiuso delle stanze di certi dirigenti. Prendiamo il Ponte: stiamo parlando della più grande variante urbanistica di questa città». Infine la questione vicesindacatura, ruolo rimasto vacante dopo le dimissioni di Ardizzone, che ribadisce: «Non è mai stato messo in discussione il fatto che la vicesindacatura spetti all’Udc, né qualcuno lo ha mai fatto, dobbiamo essere obiettivi. Ci sono solo problemi logistici da superare, che riguardano un riequilibrio generale di tutta la coalizione».

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