Tiro a segno con carabina: fermati tre messinesi in un terreno privato dell'Unime

Tiro a segno con carabina: fermati tre messinesi in un terreno privato dell’Unime

Veronica Crocitti

Tiro a segno con carabina: fermati tre messinesi in un terreno privato dell’Unime

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lunedì 14 Ottobre 2013 - 13:12

Sabato pomeriggio, nel corso di un'attività istituzionale, il Corpo Forestale Regione Siciliana ha sorpreso 3 uomini mentre si allenavano al tiro a segno con una carabina, in un terreno chiuso di proprietà dell'Unime.

Si allenavano al tiro a segno con una carabina calibro 30.06 in un terreno chiuso di proprietà privata dell’Università degli Studi di Messina, nei pressi del polo dell’Annunziata. L’accesso era vietato ma per loro, un 54enne (C.L.), un 49enne (A.N.) ed un 69enne (B.G), questo non caratterizzava alcun problema.

Plausibilmente conoscevano quel terreno da tempo, considerando che i tre uomini sono della stessa zona dell’Annunziata.

Avevano allestito tutto alla perfezione.

Al centro dello spazio avevano piantato una postazione fissa con una base in cemento ed un pilastrino sulla cui sommità posizionavano la carabina. Poco più in là, invece, a ridosso di un muretto in cemento, la sagoma bianca da colpire aveva la forma di un rettangolo in plastica.

Anche sabato pomeriggio si stavano allenando quando, tra un colpo e un altro, il Corpo della Forestale Regione Sicilia del Distaccamento di Messina-Colle S. Rizzo ha sorpreso la loro illecita attività.

Probabilmente il loro scopo era affinare la mira per la caccia al cinghiale, dato che i tre risultano autorizzati all’esercizio della caccia nel territorio dei Monti Peloritani, della dorsale Curcuraci e di Antennamare.

Ma l’arma utilizzata, una carabina Remington, avrebbe potuto anche dar luogo a tragiche conseguenze.

La sua gittata, infatti, è di oltre 1 km e non è escluso che, per un errore di mira, una pallottola avrebbe potuto giungere fino al centro abitato dell’Annunziata andando a conficcarsi chissà dove.

Adesso sul 54enne (C.L.) grava l’ipotesi di reato in trasporto illegale di arma, uso improprio ed omessa custodia della stessa.

Su gli altri due invece, l’accusa è di “buona riuscita” nel reato.

Dell’accaduto è stata informata la Procura Generale del Tribunale di Messina.

Veronica Crocitti

@VCrocitti

4 commenti

  1. Chiariamo.
    Il reato è stato contestato perchè il terreno. in cui è stato creato il poligono di tiro, non è di proprietà degli indagati.
    Ciò non significa che non si può creare un poligono di tiro privato, che non sia dell’Tiro a Segno Nazionale.
    Non vorrei che si credesse il contrario.
    Il proprietario di un terreno, ad esempio, una ex cava, può creare un poligono di tiro, purchè rispetti le norme di sicurezza, senza, per questo dovere chiedere autorizzazione alcuna.
    La legislazione è chiarissima, anche se non sempre a conoscenza di chi dovrebbe esserlo.
    Allo stesso modo, il calibro non ha alcuna importanza.
    Il Calibro 30.60 Spriengfield è il 7,62×63 e viene normalmente utilizzato per la caccia al capriolo o ai cervi, nelle aree e nei periodi consentiti.
    Anche un 7,65 o un 9×17 possono fare danni se ci si trova nel loro raggio d’azione.

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  2. Infatti, qualsiasi calibro è pericoloso se ci si trova entro il raggio di azione dell’arma. Appunto per questo sparare con un’arma fuori dal contesto di un poligono, che garantisce i minimi criteri di sicurezza per se e per gli altri, rappresenta un atto di estrema imprudenza.

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  3. Desidererei precisare alcuni particolari . Troppo spesso , parlando di armi , munizioni ed esplosivi gli organi di stampa riferiscono dati errati od usano terminologie inappropriate .
    Nello specifico , l’articolo asserisce che una carabina cal.30-06 ha una gittata di 1000 metri , mentre in effetti ha una gittata massima di circa 3000 metri . Ritengo , inoltre , che i capi di accusa formulati dalle Guardie Forestali siano alquanto discutibili . 1) Trasporto illegale di arma ; scaturisce dall’applicazione del comma g dell’art. 21 della legge n° 157 del 11 febbraio 1992 , ma non tiene conto del fatto che un titolare di porto d’armi può trasportare su tutto il territorio nazionale armi del tipo compatibile con l’autorizzazione in possesso con giustificato motivo . Caso mai il reato che poteva essere contestato a queste tre persone era quello di sparare in una zona poco sicura per l’incolumità delle persone ( necessita sapare esattamente a che distanza si trovavano dal centro abitato e sopratutto se i proiettili potevano arrecare danni a persone od altro ).
    Altro elemento importante , necessiterebbe sapere se il tiro a segno è avvenuto in un giorno che la caccia era aperta o meno , ha poca importanza che la caccia al cinghiale era chiusa , la carabina non serve solo per gli ungulati .
    2) Uso impropio ; si sconosce che una carabina che spara un singolo proiettile è principalmente un’arma da tiro a segno , anche se è classificata arma da caccia . Nessuna legge impone l’uso della carabina per la caccia al cinghiale od al cervo ecc., la si può usare anche per colpire un uccello appollaiato su di un albero a grande distanza , per cui non esiste il reato di uso improprio dell’arma . 3) Omessa custodia dell’arma : per fare scattare questo tipo di reato ci saranno stati dei motivi che lo scrivente sconosce . Alla fine , secondo un personale parere , si poteva sanzionare solo economicamente il comportamento scorretto e non addtarlo come un criminale . I veri reati , spesso , sono superficialmente menzionati e quelli insignificanti , ingigantiti .

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    1. perfettamente ragione su tutto

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