Prigioniera in casa da disabile, "al quinto piano con l'ascensore rotto"

Prigioniera in casa da disabile, “al quinto piano con l’ascensore rotto”

Marco Olivieri

Prigioniera in casa da disabile, “al quinto piano con l’ascensore rotto”

giovedì 20 Febbraio 2025 - 17:00

La signora vive a Messina ed è comproprietaria dell'abitazione. "Dipendo dai tempi lenti dei miei parenti e intanto subisco enormi disagi"

MESSINA – Più di un mese da incubo. Maria, nome di fantasia, è una signora con una significativa disabilità alla gamba e alla schiena. Invalida al cento per cento, è “prigioniera” in casa da gennaio perché l’ascensore è rotto e lei abita al quinto piano in un appartamento in centro, a Messina. Si muove con una stampella e così racconta il suo “incubo”: “Se fosse stato un condominio, il problema sarebbe stato minore. Avrei potuto agire sul piano legale. Al contrario, nel caso della mia abitazione, sono comproprietaria con altri parenti e dipendo da loro. L’ascensore è rimasto bloccato perché loro non hanno risposto con prontezza alle mie sollecitazioni. Hanno perso tempo. In questi casi, la legge non ti fornisce strumenti adeguati. E se loro dovessero non collaborare adesso, nonostante le mie iniziative per risolvere il problema, io rimarrei sepolta qui a vita?”.

Aggiunge la signora, vittima di una situazione paradossale: “Ho dovuto fare tutta da sola, compresa la richiesta di preventivi. In più, l’ascensore non è a norma e bisogna provvedere pure su questo versante. Il risultato? Prigioniera in casa, al quinto piano. Ringrazio però chi mi sta aiutando. Faccio fisioterapia tre volte a settimana ma è una situazione insostenibile. A questo va aggiunto che fare le scale con una stampella è davvero rischioso. Tuttavia, dovevo fare una visita medica e sono stata costretta a muovermi. E con il rischio di cadere”.

“Mi sento abbandonata”

Spiega Maria: “Ci sono pure degli scalini rotti. In generale, vi lascio immaginare che mese sia stato per me. Inoltre, il palazzo non ha il gas di città e, quando l’attuale bombola finirà di fare il suo lavoro, chi porterà al quinto piano una bombola di dieci chili? Anche chi mi consegna il cibo e l’acqua deve fare i cinque piani a piedi. Di certo, io non posso decidere di fare una passeggiata. Gli altri proprietari non si muovono con celerità e io intanto rimango prigioniera. Ho dovuto, da sola, rintracciare pure un libretto dell’ascensore, che rappresenta una memoria storica fondamentale per poter avviare i lavori. Mi sento abbandonata e non tutelata dalla legge”.

Un commento

  1. Una situazione molto triste e grave sul piano umano. Dovremmo prodigarci tutti per alleviare le sofferenze di persone con seri problemi, perche’ QUESTO significa “restare umani”.

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