Migranti minori, il caso della palestra di Gravitelli. Adesso servono strutture

Migranti minori, il caso della palestra di Gravitelli. Adesso servono strutture

Francesca Stornante

Migranti minori, il caso della palestra di Gravitelli. Adesso servono strutture

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giovedì 05 Novembre 2015 - 00:24

Lungo dibattito in commissione servizi sociali sulla gestione della prima accoglienza dei minori migranti non accompagnati. L'assessore Nina Santisi ha fatto il punto della situazione, rispondendo anche alla pioggia di attacchi che si è abbattuta sulla scelta di ospitare i minori nella palestra di Gravitelli.

L’obiettivo è chiaro: riuscire a mettere in piedi un sistema che possa dare ai minori migranti non accompagnati che sbarcano in città un’accoglienza stabile e non più emergenziale. L’assessore Nina Santisi non ha dubbi e dopo un mese di lavoro in prima linea, in piena emergenza sbarchi, senza strutture dove che garantiscano quella prima accoglienza che rappresenta il primo tassello della nuova vita oltre il barcone, non cela le difficoltà incontrate per riuscire a dare quelle risposte che una questione tanto delicata merita. “Abbiamo fatto di tutto e stiamo continuando a farlo” dice l’assessore che tra la fine di settembre e i primi di ottobre si è trovata ad affrontare sbarchi numericamente importanti e con una massiccia presenza di minori non accompagnati ai quali il Comune doveva immediatamente trovare una sistemazione dignitosa. La questione è stata al centro della VI commissione consiliare presieduta dalla consigliera Donatella Sindoni, una seduta convocata per fare luce e chiarezza su come Palazzo Zanca sta affrontando l’emergenza sbarchi e soprattutto la delicatissima fase della prima accoglienza dei minori. A finire sotto i riflettori la scelta del Comune di destinare la palestra di Gravitelli alla sistemazione dei minori giunti in città con gli ultimi sbarchi, scelta che aveva fin da subito scatenato grosse polemiche e che aveva anche attirato l’attenzione della deputata Valentina Zafarana che dopo un sopralluogo aveva parlato di gravi disfunzioni, di una struttura fredda, pericolosa e inidonea. Alla commissione consiliare è arrivata anche una durissima relazione firmata da Antonio Mazzeo e Tania Poguisch che hanno definito “lager” quella sistemazione, parlando di ragazzi confinati in un piano superiore mentre nell’assoluta promiscuità la palestra continuava ad essere utilizzata da società sportive e atleti. Una relazione che denuncia una situazione “scandalosa”, la totale mancanza di assistenza ai minori, l’assenza di adeguati servizi igienici e una lunga serie di inadempienze e stranezze che si sarebbero consumate nelle settimane di accoglienza in emergenza alla palestra di Gravitelli.

Attacchi a cui ha risposto l’assessore Santisi ripercorrendo le tappe salienti di quei giorni in cui l’arrivo di un alto numero di giovani migranti e l’impossibilità di sistemarli presso il centro Ahmed ha obbligato a prendere decisioni drastiche. “Sapevamo che la palestra non era il luogo ottimale per accogliere i minori ma l’alternativa era il nulla. Abbiamo cercato di renderla accettabile e di dare una dimensione più calda, ovviamente consapevoli del carattere di assoluta provvisorietà. Ci siamo trovati di fronte all’indisponibilità delle strutture ministeriali, tutte le autorità competenti sono state messe al corrente della decisione presa e a quel punto abbiamo solo cercato di assicura le migliori condizioni di vivibilità possibili all’interno di quella struttura. Chi l’ha definita lager non conosce e non rispetta la storia del ‘900”. Per far comprendere ancor di più le difficoltà, l’assessore ha raccontato anche ciò che è successo dopo l’allagamento della palestra che ha obbligato a trovare nuove soluzioni in tempi brevissimi. “Abbiamo contatto tutte le strutture alberghiere di Messina e provincia e dopo due giorni di incessante richiesta abbiamo ottenuto solo dei no, fino alla disponibilità delle due strutture Villa Solaria di S. Alessio Siculo e Casa Zuccaro di Taormina, dove immediatamente abbiamo provveduto a trasferire i migranti”.

Tra gli attacchi sulla gestione dell’emergenza anche l’assenza di operatori socio-culturali e di assistenza legale all’interno della palestra e le ombre sulla presenza dei volontari della cooperativa Senis Hospes che gestisce il centro Ahmed. Anche su questo punto però l’assessore Santisi ha rispedito ogni accusa al mittente, innanzitutto dicendo grazie al centro Ahmed che ha messo a disposizione i suoi operatori in forma assolutamente volontaristica per assistere i minori migranti. A rincarare la dose durante il dibattito il consigliere Gino Sturniolo che ha parlato del rischio business sulla gestione migranti, scoperchiato con Mafia Capitale ma che potrebbe avere tante nuove facce e forme. Sturniolo ha parlato dei 3 milioni spesi dalla Prefettura tra il 2013 e il 2014, ha chiesto chiarezza su come quei soldi vengono spesi dalle cooperative che hanno gestito le strutture di accoglienza, ha posto dei quesiti sulla natura del rapporto tra la coop che gestisce il centro Ahmed e il Comune. A rispondere c’era il rappresentante messinese questa realtà, l’imprenditore Benny Bonaffini, che non nascosto di essere stato colto di sorpresa da certi attacchi sul modus operandi della cooperativa. Bonaffini ha innanzitutto chiarito che dal 2013 ad oggi solo uno è stato un affidamento diretto della Prefettura fatto alla coop La Cascina, una delle tre realtà che appartengono al consorzio, a fronte di tante gare d’appalto bandite regolarmente vinte e basate solo sull’offerta più bassa e non su criteri più stringenti. Poi la difesa da chi ha visto nel lavoro degli operatori del centro Ahmed alla palestra Gravitelli una sorta di canale preferenziale per sperare di ottenere qualcosa di più adesso che il Comune sta cercando strutture per l’accoglienza e l’accreditamento del centro scade il 25 novembre. Bonaffini, molto amareggiato dal dover difendere la coop per aver fatto volontariato, ha spiegato che gli operatori del centro Ahmed hanno solo perseguito ciò che sta alla base del quadro valoriale di questa realtà, tutti in forma volontaria e organizzando anche i turni del centro in base alla necessità di essere presenti a Gravitelli.

In aula anche l’avvocato Messina, delegata di Save the Children che con la sua equipe di operatori e legali ha fatto visita ai minori alloggiati nella palestra, smentendo dunque la mancanza di assistenza su questo fronte e confermando che le condizioni in cui si trovavano i ragazzi, ovviamente tenendo presente l’emergenza e la provvisorietà, non sono apparse gravi o drammatiche.

Adesso però è urgente guardare al futuro per evitare di cadere in un nuovo caso palestra e poter davvero garantire condizioni di accoglienza dignitose. Il Comune ha pubblicato un avviso per reclutare strutture che vogliano convenzionarsi con il Comune per la prima accoglienza e lancia un appello a tutte le realtà del territorio. Un appello lo indirizza poi ai deputati regionali che potrebbero battere i pugni per modificare l’ultimo decreto che non aiuta gli investimenti degli operatori nella seconda accoglienza e lascia in piedi un sistema che, com’è evidente, non può reggere il peso di un fenomeno così imponente. Un aiuto lo ha chiesto anche ai consiglieri comunali presenti in commissione, nella speranza che anche loro si attivino nella ricerca. Un’aula che però ha partecipato poco e con scarsa attenzione, tanto che alla fine i consiglieri presenti si potevano contare sulle dita di una mano.

Francesca Stornante

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