E' iniziato in ritardo sulla tabella di marcia il dibattito in consiglio comunale per le prime 19 delibere del Salva Messina già approvate dalla commissione. Finora quattro gli atti discussi e approvati. Si va avanti a oltranza
Il primo round è andato al sindaco. E’ iniziata questa mattina la lunga partita del Salva Messina, ma i lavori sembrano andare molto a rilento considerato che dopo diverse ore d’aula sono solo quattro le delibere che hanno avuto il via libera dell’aula.
Il primo blocco che il consiglio ha deciso di esaminare è stato quello delle delibere legate alla riorganizzazione della macchina comunale: razionalizzazione servizi municipali e delle partecipate (17 favorevoli e 12 astenuti), baratto amministrativo (17 favorevoli e 11 astenuti), razionalizzazione risorse extra comunali (16 favorevoli e 12 astenuti), accordi e transazioni con i creditori (14 favorevoli e 9 astenuti).
I primi atti proposti dall’amministrazione De Luca sono dunque stati tutti approvati, trovando solo l’opposizione, anzi nello specifico l’astensione, dei sette consiglieri del M5S, dei consiglieri Pd Gaetano Gennaro, Antonella Russo e Felice Calabrò, del consigliere di Sicilia Futura Alessandro De Leo e come di consueto del presidente del consiglio Claudio Cardile.
Il sindaco De Luca come sempre in aula a spiegare i primi quattro pilastri del suo Salva Messina: «E’ fondamentale comprendere che questo Piano ci consente di rafforzare la visione di insieme che è mancata in questi anni tra Comune e partecipate. Puntiamo alla riorganizzazione dell’intera macchina e queste quattro delibere non fanno altro che sintetizzare questi principi. Quando parliamo della macchina amministrativa dobbiamo comprendere che abbiamo una struttura elefantiaca e quindi la proposta è di accorpare dipartimenti, introdurre una diversa impostazione degli uffici per semplificare i procedimenti che hanno rallentato spesa e controlli, creare uffici unici, come un unico gestore dei siti internet, un unico centralino, un uunico entrate comunali».
Sul fronte dei creditori il sindaco ha spiegato che si tratta di un aspetto che mancava nel precedente piano e che rende più forte e sostenibile il Piano di riequilibrio.
Il dibattito che ne è seguito ha visto alcuni interrogativi dei consiglieri comunali, senza però approfondire molto dettagli e aspetti tecnici degli atti. Non sono mancati invece gli scontri politici.
Il primo ad aprire le danze è stato il capogruppo Pd Gaetano Gennaro: «Abbiamo partecipato fin dall’inizio al percorso del “Salva Messina”, ci siamo approcciati con grande laicità, ben presto però quel percorso si è dimostrato la verifica da parte dell’amministrazione di un’eventuale maggioranza a sostegno della sua amministrazione. Dopo la prima bozza ci sono state le altre versioni del Salva Messina e poi si è passato a un ragionamento legato agli atti amministrativi che alla fine l’aula doveva votare per arrivare alla rimodulazione del Piano di riequilibrio. Anche qui ci siamo ritrovati davanti ad un percorso impostato dall’amministrazione con una serie di atti ritenuti imprescindibili ma che si traducono in prese d’atto di un lavoro che l’amministrazione ha fatto da tempo e che non riguardano il piano perché vengono da molto più lontano. Tutte le delibere riportano in premessa la presa d’atto di condivisione di quanto l’amministrazione ha già fatto o intende fare. Emerge la volontà dell’amministrazione di attuare il suo programma in quattro giorni. Sulle delibere di indirizzo che potevano essere discusse in un secondo momento noi non possiamo dare un voto positivo. Non possiamo accettare che le impostazioni di natura politica siano camuffati da un’impostazione amministrativa, non firmiamo cambiali in bianco».
Ancora più dura la posizione del Movimento 5Stelle, affidato all’intervento del capogruppo Andrea Argento: «Il sindaco ci propone un programma di sindacatura, ci chiede adesione acritica e fideistica, una fiducia in bianco, ci chiede di rinunciare al nostro ruolo, ci detta tempi e contenuti. Questi metodi non li condividiamo. Questa è la seconda volta che ci chiama a raccolta per fare qualcosa di epocale e improrogabile, salvo poi il nulla. E’ successo con la prima versione del Salva Messina, dipinto come pietra miliare per il futuro della città. Una settimana dopo lo ha stravolto, passando da lacrime e sangue a ostriche e champagne. Sapevamo tutti che era aria fritta. Oggi riceviamo centinaia di pagine di pagine di atti che lei dice che, se non approvati, mettono a rischio il Piano di riequilibrio. Ma sappiamo tutti che non è così. Il Piano di riequilibrio è uno strumento indipendente, la Corte dei Conti chiarisce che l’ente dev’essere in grado di fotografare le sue reali condizioni e questi atti non lo fanno. Servono solo consuntivo 2017 e transazioni con i creditori. Siamo dalla parte dei lavoratori, siamo contro le spese utili, siamo dalla parte delle ottimizzazione delle risorse. Non ci può chiedere di essere silenziosi e servili. Non possiamo seguire l’indirizzo che ci chiede con prese d’atto e condivisione senza se e senza ma. Noi siamo per i se e per i ma perché soltanto con l’esercizio pieno delle nostre funzioni possiamo svolgere il nostro ruolo. Il nostro voto sarà negativo».
Non si è fatta attendere la risposta di De Luca che ha sferrato un duro attacco ai pentastellati: «Del gruppo 5Stelle, con tutto il rispetto sotto il profilo politico, posso dire che ad oggi sotto i capelli nulla. Una proposta non l’ha fatta. Altri gruppi hanno giustificato la loro esistenza in quest’aula, i 5Stelle no. Qua ci lamentiamo dell’eccessiva democrazia perché gli atti sono troppi. Il gruppo 5Stelle non essendo all’altezza del confronto dice che il consiglio è supino al sindaco, si sparano cose fumose senza proposte. Il Salva Messina getta le basi per modificare in modo irreversibile un’organizzazione che ha mandato la città allo sfascio. Ditemi un solo atto che non abbia attinenza con il Piano di riequilibrio. Forse non avete mai letto cosa ha scritto la Corte dei Conti sul Comune di Messina negli ultimi cinque anni. Mi parlate del consuntivo 2017? Questo piano arriva alla Corte dei Conti non prima di marzo-aprile 2019e a quella data saremo molto avanti con i bilanci. Non ho fatto altro che un’istantanea dello sfascio che ho trovato, l’ho rappresentato nel Salva Messina e ho aperto la concertazione che merita tutto il rispetto perché da una fotografia drammatica si è sviluppato un percorso. Un vero conduttore di un tavolo concertativo deve avere sempre dei piani alternativi e la capacità di condurre l’interlocutore su un percorso di sintesi. E’ un Piano di riequilibrio che sblocca risorse, che mette in moto un sistema ed è calato in quel sistema, altrimenti fallisce, com’è fallito quello precedente. Quest’aula ha fatto un patto d’onore con il sindaco, può deciderlo se rispettarlo o meno. Mi sono presentato con un progetto e ho chiesto un mandato. Siamo stati chiusi qui per intere giornate a confrontarci, da alcuni sono arrivate proposte, da altri solo proteste. Anche Gesù Cristo quando guarì i dieci lebbrosi fu ringraziato da uno solo di loro».
La maratona continua.
Francesca Stornante

uno che si paragona a Gesù Cristo non merita più commenti… e i consiglieri che supini neppure…
In altro tempo,godevo dell’amicizia di un collega toscano ch’era solito dire a chi non recepiva agevolmente taluni concetti, espressi con estenuante chiarezza:”possibile che tutto t’incentra in cu… e NIENTE nel cervello???”
Vorrei ci fosse Lui -é morto qualche anno addietro- nei consigli comunali per dirlo agli “astenuti”;questi ultimi -c’é da domandarsi-perchè si NASCONDONO dietro l’astensione (per non far capire chi realmente sono e non esporre chi di loro si serve! e non provano VERGOGNA ALCUNA ma si presentano anche alla televisione,senza PUDORE!POVERA MESSINA: e che schifezza…….