Primo Consiglio regionale all'insegna del caso Sacal. Pure Reggio pretende verità

Primo Consiglio regionale all’insegna del caso Sacal. Pure Reggio pretende verità

mario meliado

Primo Consiglio regionale all’insegna del caso Sacal. Pure Reggio pretende verità

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lunedì 15 Novembre 2021 - 06:55
La conferenza stampa sul Piano industriale Sacal
Da sx: Giulio De Metrio e Francesco Cannizzaro

REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale di quest’oggi, formalmente e istituzionalmente dedicato al primo atto fondamentale, eleggere i cinque componenti dell’Ufficio di Presidenza – presidente d’Assemblea in testa, col nome del catanzarese della Lega Filippo Mancuso già “in pista” da giorni – ben difficilmente potrà non occuparsi del “caso Sacal”.
In un modo o nell’altro, la questione della società che gestisce tutt’e tre gli aeroporti calabresi è destinata a rientrare nel dibattito politico interno al Consiglio, per quanto ai suoi primi passi. Anche perché potentemente “fiondata” in cima all’agenda politica calabrese dallo stesso neoGovernatore Roberto Occhiuto.

Consiglio comunale “sul pezzo”

Palazzo San Giorgio, la sede
del Comune di Reggio Calabria

In questo senso, il Consiglio comunale svoltosi sabato scorso a Reggio Calabria è stato senza dubbio un altro step molto importante.

Già Tempostretto ha scritto della mozione proposta dal consigliere comunale Carmelo Versace; peraltro, consigliere metropolitano con deleghe che hanno evidenti riverberi sul comparto volativo, dall’Area integrata dello Stretto al Trasporto pubblico locale al Marketing territoriale.
«Su questa vicenda andremo fino in fondo», ha promesso il sindaco Giuseppe Falcomatà nel corso del Consiglio comunale. E già nelle ore immediatamente precedenti, il primo cittadino aveva chiarito come da tempo gli “puzzasse” la malcelata ostilità del presidente Giulio De Metrio al logico tentativo della MetroCity d’affacciarsi nell’azionariato Sacal.

Fondi da non perdere. Come il Maas

A Tempostretto, Carmelo Versace peraltro ribadisce con forza che l’eventuale prosecuzione dell’incertezza metterebbe in discussione progetti e soldi. Tanti soldi. Quelli comunitari; quelli del Pnrr.
E in più c’è anche il “pacchetto” di proposte avanzato al ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao – calabrese anche lui, peraltro… – per i primi tre progetti-pilota del Maas (Mobility as a service for Italy).

Vittorio Colao, originario di Fossato Serralta (CZ)
ministro a Innovazione tecnologica e Transizione digitale

Già, ma di che si tratta? In concreto, il Maas – slogan, La mobilità urbana va in digitale – è, ambiziosamente, l’idea d’attivare piattaforme digitali d’intermediazione nel campo dei trasporti.
Questi ambienti virtuali abiliterebbero una lunga serie di funzionalità «capaci di rispondere in modo personalizzato a tutte le esigenze di mobilità»: si va dalle informazioni alla programmazione dei viaggi e relativa prenotazione, dal pagamento unificato dei servizi alle operazioni post-viaggio.
La call che s’è chiusa il 29 ottobre scorso riguardava, in particolare, i Comuni capoluogo di Città metropolitana da identificare come “leader” in fatto d’evoluzione tecnologica (ce ne sarà una seconda per le realtà territoriali follower, che coinvolgerà altri sette progetti).

Maas, le proposte made in RC

Quattro le proposte per il Maas formulate da Reggio Calabria.
Una della MetroCity per la costruzione del nuovo porto di Villa San Giovanni tra Acciarello (frazione villese) e Bolano (una parte di Catona, dunque estremo territorio comunale reggino), dell’importo complessivo da 19 milioni. Una seconda avanzata dal Comune di Reggio Calabria – costo complessivo, 20 milioni di euro – per realizzare al Porto una nuova darsena per attività diportistiche e collegamenti alla viabilità cittadina ed extraurbana. Proponente sempre il Comune capoluogo di provincia per la realizzazione di due approdi nautici a Pellaro e a Catona (zona Sud e zona Nord della città rispettivamente, dunque) per un complessivo esborso da 26 milioni.

…Ma la prima e più consistente (40 milioni di euro in totale) delle quattro idee progettuali è la proposta congiunta Comune/MetroCity che riguarda proprio l’Aeroporto dello Stretto. E attiene alla realizzazione della nuova aerostazione e all’edificazione d’infrastrutture intermodali di qualità e resilienti per il collegamento urbano ed extraurbano.
Ipotesi indubbiamente fascinosa. «Ma che fine faranno questi fondi del Ministero per l’Innovazione tecnologica, e dunque le opere – si chiede Versace – se la Sacal non avrà orizzonti chiari?». Il quesito sta maledettamente in piedi.

«Priorità? Capire cos’è accaduto e garantire le attività volative»

Ma cosa c’è all’orizzonte, in che sperare?

Il consigliere metropolitano delegato
e comunale Carmelo Versace

Ad avviso del consigliere Versace, le urgenze sono due: «Da un lato, capire bene cos’è successo davvero nella vicenda Sacal e fare chiarezza sulle relative responsabilità, dall’altro consentire che l’attività volativa prosegua nel modo più efficace ed efficiente possibile in tutt’e tre gli scali, e per quanto ci riguarda in particolare all’Aeroporto dello Stretto».

Ed entrare nella compagine societaria, se a seguito delle stesse indagini promosse dall’Enac si rimettesse ogni cosa in discussione? «Non è un’ipotesi da scartare a priori, però è ancóra molto presto per avere il quadro chiaro. Nel medio tempo – ammette Versace -, se gli orizzonti della Sacal restassero incerti come appaiono oggi, bisognerà riconsiderare la nostra ipotesi di una società di gestione autonoma per l’Aeroporto dello Stretto. Ma per garantirne la sostenibilità bisognerà coinvolgere preventivamente tutti i soggetti pubblici e privati desiderosi e in grado di sostenere una realtà di questo tenore».

Nuove interlocuzioni

Vero è pure che, di fronte allo “sfracello” della società di gestione, a Reggio non ci si rassegna a starsene con le mani in mano. Anzi: si sta andando avanti come matti, nel tentativo d’intercettare nuovi vettori.
E questo, bypassando di netto una società di gestione regionale da tempo – al di là delle ultime, pessime novità – avvertita come ostile alle esigenze volative dei reggini.

Un velivolo della flotta Hi Fly Malta

Le “antenne” sarebbero ben posizionate sulle compagnie charter, no-frills e compagnie specializzate in leasing d’aeromobili (“fenomeno”che sta enormemente prendendo piede in molte zone del pianeta, nell’ultimo decennio soprattutto).

In pole position, la Città metropolitana avrebbe una possibile triangolazione volativa con l’isola di Malta. A quanto pare, tuttavia, l’interlocuzione in corso non sarebbe con Air Malta – che in riva allo Stretto non ha lasciato ottimi ricordi – ma con Hi Fly Malta, sussidiaria della portoghese Hi Fly, che è appunto una delle società che non hanno mete predefinite ma “noleggiano” gli aeromobili attraverso i quali assicurare le proprie rotte. Di solito, utilizzando gli Airbus: è stata anche la prima compagnia al mondo ad acquisire Airbus “A 380” di seconda mano.

Mozione “stoppata”

Va detto però che la mozione avanzata da Versace, pur discussa, alla fine non è stata votata dal Consiglio comunale.
Forza Italia e soprattutto Filomena Iatì di Impegno e identità hanno infatti rilevato che la votazione – e dunque l’eventuale licenziamento – della mozione avrebbe incarnato una violazione del Regolamento consiliare.

Filomena Iatì, consigliera comunale RC (Impegno e identità)
Filomena Iatì (Impegno e identità)

La Iatì, tornando sul punto, parla di «balletto scandaloso» e d’«arrogante insistenza del sindaco e dei suoi scudieri» per arrivare al voto sul documento elaborato dalla maggioranza di centrosinistra, benché non possibile. Il Regolamento, spiega la consigliera di Impegno e identità, sancisce che «le mozioni devono preliminarmente passare al vaglio delle Commissioni di competenza. Fanno eccezione casi urgenti che ottengono una specifica deroga da parte della Conferenza dei capigruppo».

Soprattutto, per l’esponente di minoranza è da considerarsi «squallido, sul piano umano prim’ancora che politico, il ricatto morale del primo cittadino» che secondo Filomena Iatì avrebbe «tentato, con un colpo di mano all’insegna del prepotente arbitrio» di sostenere una tesi metagiuridica. La minoranza, cioè, «avrebbe avuto sulla coscienza la decisione d’aggrapparsi a un tecnicismo» per impedire all’Aula di pronunciarsi sulla mozione intorno al “caso Sacal”.
Affermazione questa che, ad avviso di Impegno e identità, «restituisce la cifra morale e il senso dello Stato di un sindaco impreparato quanto superbo».

«Chi ha gestito Regione e Sacal nell’ultimo anno?»

L’ex candidata del centrosinistra alla Presidenza, Amalia Bruni, non tollera incertezze: «Che la vicenda Sacal fosse un pasticcio lo abbiamo detto più volte in campagna elettorale, il fatto che ora anche il Presidente Occhiuto se ne sia accorto è solo la quadratura del cerchio ma resta uno dei tanti problemi che stritolano la Calabria – asserisce lei –. Che ci siano stati degli “strani accordi” che hanno portato a consegnare ai soci privati la maggioranza delle quote Sacal è sotto gli occhi di tutti, addebitabili in buona parte a quella cattiva politica che ha fatto affari e compromessi sempre a scapito dei cittadini. È probabile per non dire sicuro che se Occhiuto intende seriamente capire chi è artefice di questo disastro, i responsabili li troverà nella sua stessa coalizione».

Amalia Bruni

Questo perché, argomenta la Bruni, «pare evidente che le responsabilità maggiori ricadano su chi ha amministrato la Regione e la stessa Sacal nell’ultimo anno».
Certo duole questo pre-finale, nel momento in cui politici e sindacalisti più volte avevano lanciato un grido d’allarme ampiamente rimasto inascoltato. Tuttavia, la posizione di Occhiuto – ammette senza problemi la Bruni – «fa ben sperare».

Epperò, la politica nel suo complesso ad avviso della neuroscienziata lametina dovrebbe riflettere sui «disastri» generati dall’inserimento in ruoli-chiave di «persone non all’altezza del loro compito». Così come lascerebbe ampie perplessità come il presidente Giulio De Metrio abbia «atteso lo scorso 27 agosto per presentare un Piano industriale che ha convinto pochi, a dire la verità, nonostante avesse il nulla osta di chi gestiva la Regione».

Saccomanno: oltre ogni altra ipotesi di malaffare

Gianfranco Saccomanno
commissario regionale della Lega

Pure i leghisti si fanno vivi sul punto.
«Che la Calabria abbia grossi problemi amministrativi e che vi siano lobby di potere trasversali erano cose ben note e che sono state più volte denunciate dal partito – fa presente il commissario regionale del Carroccio Gianfranco Saccomanno –. La Lega ha messo, infatti, al primo punto del proprio programma la bonifica degli uffici e il ritorno alla normalità della gestione amministrativa. Lo stato di estremo disagio e di mancanza di chiarezza nelle condotte di molti sono la conseguenza di gestioni passate molto leggere, senza il rispetto della legge e, maggiormente, per aver, a volte, privilegiato gli interessi personali rispetto a quelli generali. La vicenda Sacal, però supera ampiamente tutte le ipotesi di possibile malaffare!».

Secondo Saccomanno, dunque, «bene ha fatto il presidente Occhiuto a denunciare duramente questa vicenda e la Lega sul punto chiede a tutta la Giunta ed al Consiglio regionale di andare fino in fondo, non potendo tollerare vicende che potrebbero nascondere interessi privati in danno del bene pubblico. Alla magistratura contabile e penale, invece, si chiede che si proceda celermente agli accertamenti necessari e che, in caso di ravvisate responsabilità personali, vengano date alle parti offese ed anche ai partiti le comunicazioni di legge, essendo fondamentale che ognuno faccia la sua parte fino in fondo, senza se e senza ma, e si consenta a tutti – così il commissario regionale della Lega – di poter svolgere tutte le azioni per la tutela del bene pubblico».

Uiltrasporti: aumento di capitale comunque indispensabile

«In questo momento storico, per Sacal è necessario un aumento di capitale: unico strumento utile a sostenere l’operatività delle società di gestione aeroportuale». Lo fa presente la segreteria regionale della Uiltrasporti, per “separare il grano dal loglio” nel miglior modo.

La segreteria regionale del sindacato di categoria della Uil, tuttavia, si dice convinta che «il Governo Draghi dovrebbe prestare la massima attenzione a quanto sta accadendo in Calabria e, senza indugio, mettere in atto delle politiche di sostegno a questo settore, importante per la crescita economica e sociale dell’intero territorio calabrese. Per il rilancio degli aeroporti calabresi, infatti, servono interventi molto più robusti e soprattutto provvedimenti legislativi di tipo strutturale. Solo per fare un esempio, sarebbe auspicabile che il Consiglio dei ministri desse attuazione alla continuità territoriale, l’unico strumento in grado di far uscire il territorio calabrese dalla marginalità economica, sociale e territoriale in cui è stato relegato in questi anni di mancati investimenti».

Stigmatizzato comunque «l’ostracismo della società nei confronti delle organizzazioni sindacali. In questi anni, infatti, non si è avuta mai la possibilità di avere riscontri sulla situazione finanziaria ed economica della società, sino ad oggi non c’è mai stata una gestione manageriale aperta a confronto con il sindacato».

E la governance dei tre aeroporti calabresi per il futuro prossimo?
Per Uiltrasporti, i tre scali regionali vanno «gestiti da una maggioranza a partecipazione pubblica che veda nella Regione Calabria ed in almeno due delle tre città calabresi in cui insistono gli scali aeroportuali delle presenze imprescindibili., mentre è ineludibile un vero «confronto sul Piano industriale di Sacal, perché – spiegano dal sindacato – vogliamo capire quale sia il cronoprogramma per la ripartenza degli aeroporti calabresi in termini d’investimenti, di ricaduta sui territori e di occupazione».

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