La burocrazia comunale non funziona, serve un radicale cambiamento

La burocrazia comunale non funziona, serve un radicale cambiamento

Pippo Trimarchi

La burocrazia comunale non funziona, serve un radicale cambiamento

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lunedì 09 Aprile 2018 - 08:17

L’inefficienza della macchina comunale complica la vita dei cittadini e ostacola ogni ipotesi di rinnovamento amministrativo. Chi si candida a sindaco deve esserne consapevole e deve avere la capacità e l’intenzione di determinare la svolta.

Lo vado ripetendo da anni: chi si candida ad amministrare la città deve essere prima di tutto capace, una volta eletto, di rinnovare dalle fondamenta l’organizzazione burocratica del comune. Impresa in cui ha fallito la giunta Accorinti che ha deluso le aspettative di molti suoi elettori anche perché l’apparato amministrativo con cui ha dovuto operare si è espresso al massimo dell’inefficienza e, in taluni casi, dell’ostruzionismo.

Se un bilancio preventivo, come è successo, viene approvato addirittura oltre l’esercizio contabile a cui si riferisce, con tutte le conseguenze negative del caso,  la responsabilità principale è dell’assessore al ramo, il prof. Signorino, che, infatti, dopo roventi polemiche, si è dimesso. Ma, detto questo, non si possono certo omettere le responsabilità degli uffici che gestiscono la contabilità. Se la riscossione dei tributi non si dimostra ancora all’altezza della situazione mettendo  in seria discussione la situazione finanziaria del comune, l’assessore delegato deve ammettere la sua debolezza d’intervento,  ma è altrettanto chiaro che esistono problemi organizzativi da imputare esclusivamente all’apparato burocratico. Se in questi anni è proseguita l’aggressione speculativa al territorio con tanti saluti al consumo di suolo zero predicato dall’assessore De Cola, non si può negare che l’ufficio urbanistica abbia le sue responsabilità. Se continua ad essere inefficiente la manutenzione dei giardini pubblici e del verde cittadino, con gli alberi che cadono in continuazione,  l’assessore competente Daniele Ialacqua deve ammettere le sue colpe ma non sono trascurabili quelle degli uffici comunali che si occupano di questo settore. Se la viabilità è in taluni casi caotica e si continua a parcheggiare in maniera assurda, come attestano le foto inviate al nostro giornale, l’assessore Cacciola avrebbe potuto essere più incisivo ma il corpo dei Vigili Urbani ci mette molto del suo.  Per non parlare della gestione degli impianti sportivi, dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria nelle scuole, del rifacimento del manto stradale, realizzato in misura inadeguata alle esigenze, come testimoniano le tante buche che minacciano l’incolumità dei motociclisti e sono la fortuna di gommisti e meccanici.

Di esempi del genere se ne potrebbero fare tanti. Soprattutto avrebbero tanto da raccontare i cittadini, che quando hanno dovuto chiedere una licenza, un permesso, un certificato, si sono tante volte scontrati con irritanti esempi di inefficienza e, in troppi casi, di arrogante  interpretazione personale delle norme.

Naturalmente non mancano gli esempi positivi, che sono anche tanti  ma non bastano a riabilitare un’organizzazione strutturalmente inadeguata.

Il sindaco Accorinti aveva affidato al segretario/direttore e poi anche ragioniere generale Antonio Le Donne, il compito di rifondare la macchina comunale. Alla fine della sindacatura i fatti dimostrano che l’obiettivo non è stato conseguito. La rivoluzione non c’è stata e così dopo cinque anni ci troviamo con gli stessi problemi di sempre.

Permangono gravi le carenze dell’apparato dirigenziale che si manifestano soprattutto a livello di gestione del personale. Per incapacità o mancanza di coraggio, non si riesce a fronteggiare con il necessario rigore i comportamenti scorretti, le situazioni di debole apporto lavorativo, l’intreccio di privilegi che si è costruito negli anni. Non riesce ad affermarsi una cultura del lavoro che abbia al centro il cittadino-utente e non si apre la strada  alla meritocrazia e alla valorizzazione delle competenze. I dirigenti comunali, poi, stentano a mettere in atto un’organizzazione interna ai vari ambiti di riferimento che migliori la produttività, riduca i tempi di lavorazione delle pratiche e faciliti la vita dei cittadini. Naturalmente su questo fronte si renderebbe necessario un impegno più complessivo dell’amministrazione che intervenga drasticamente sull’architettura generale dell’organizzazione e delle  procedure orientandosi subito e con decisione verso un adeguato livello di digitalizzazione. Dopo avere sprecato una quantità enorme di risorse pubbliche nell’operazione Feluca, la società mista che si doveva occupare dell’informatizzazione del comune, Palazzo Zanca è rimasto in braghe di tela e non si è sviluppata una progettualità alternativa. Il ritardo che si regista in questo campo ostacola l’efficienza,  amplifica i costi. non consente una più funzionale ripartizione delle risorse e impedisce di riportare entro limiti più sostenibili la spesa per il personale.

Come si vede la problematica è complessa e si nutre di sfaccettature diverse. Il sindaco che verrà dovrà prima di tutto esserne consapevole, e agire sin dal suo primo giorno di insediamento con l’assillo di dare una svolta decisiva all’assetto della macchina comunale mettendo in atto scelte che potrebbero alienargli il consenso della struttura ma gli assicureranno quello dei messinesi. Se non lo farà, se non riuscirà a farlo, ogni progetto rischia di restare sulla carta e i cittadini saranno ancora vessati da una burocrazia troppo spesso insensibile alle loro esigenze. Per avere successo in questo insidioso percorso, oltre ad elaborare e mettere in pratica un’adeguata strategia, il nuovo sindaco, deve avere, insieme ai componenti della sua giunta,  una competenza amministrativa, che non lo costringa ad affidarsi ciecamente  ai dirigenti. Solo così si può impedire che i funzionari comunali agiscano fuori controllo costituendosi una condizione di intangibilità.

I buoni propositi possono essere suggestivi ma amministrare non è affatto facile e, in una situazione molto critica come la nostra, servono persone che siano in grado si svolgere questo gravoso compito e abbiano subito chiaro il quadro di interventi da mettere in atto. Non possiamo perdere un’altra occasione.

Pippo Trimarchi

Un commento

  1. Condivido, condivido, condivido! Finalmente un giornalista che ha capito che con una auto con quattro ruote rotte, nessuno può fare alcunché per la citta. Ben venga quindi un sindaco che abbia ben chiaro che senza disporre di una pur minima struttura amministrativa funzionante e competente non andrà da nessuna parte, ma occorre anche che abbia la capacità di farlo ed, oggi, non vedo altro candidato oltre il Prof. Saitta. Quanto agli altri, con tutto il rispetto per la loro statura morale e professionale, non mi pare che abbiano la necessaria esperienza.
    Basta con gli improvvisatori. Senza una buona bicicletta non si fa strada. E non bastano i buoni propositi.

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