Autoparco, condannata la dirigente comunale Maria Canale: ignorò le richieste sindacali

Sei mesi, pena sospesa, per omissione di atti di ufficio. E’ questa la sentenza di I grado per l’architetto Maria Canale, funzionario del Comune di Messina finita sotto processo per una vicenda risalente al periodo 2011-2012, quando era stata nominata dirigente dell’Autoparco Comunale. Alle prese con un centinaio di dipendenti ed un bel po’ di “confusione”, la Canale venne denunciata dal coordinatore provinciale della Confsal, Nicola Aloi. Il sindacalista nel novembre 2011 scrisse alla Canale ed a tutti i dirigenti più alti in grado, fino al sindaco Giuseppe Buzzanca, segnalando un paio di episodi preoccupanti e chiedendo l’organigramma dell’Autoparco. Le due vicende segnalate da Aloi riguardavo le mansioni a suo dire irregolarmente svolte da un dipendente e la timbratura irregolare effettuata da diversi lavoratori, all’ex gasometro anziché all’autoparco. La missiva sindacale finì al centro di un rimpallo di lettere tra dirigenti sino a quando il segretario generale del Comune, Santi Alligo, scrisse alla Canale chiedendole di ristabilire la legalità all’autoparco comunale. E la Canale si mise a lavoro: verificò le autorizzazioni al badge, ridefinì l’organigramma, convocò il dipendente finito nel mirino della segnalazione sindacale. Nel frattempo, però, erano passati ben oltre i 30 giorni previsti dalle leggi sulla trasparenza, termine entro il quale la dirigente avrebbe dovuto rispondere al sindacalista, che aveva invocato il rispetto della normativa sulla trasparenza degli atti amministrativi. Tanto bastò perché il sindacalista denunciasse il dirigente, oggi comparsa davanti ai giudici della II sezione Penale del Tribunale (presidente Grasso) e condannata. Il pm La Speme aveva chiesto la condanna a 8 mesi. La Canale è stata difesa dall’avvocato Giovanbattista Freni.