Il futuro dei rifiuti passa dal Piano Aro: costi e progetti. Ma Messina ha le ore contate

Il futuro dei rifiuti passa dal Piano Aro: costi e progetti. Ma Messina ha le ore contate

Francesca Stornante

Il futuro dei rifiuti passa dal Piano Aro: costi e progetti. Ma Messina ha le ore contate

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venerdì 06 Maggio 2016 - 00:03

A Palermo è in discussione un disegno di legge che cambierebbe le regole del settore rifiuti e incombe anche un commissariamento nazionale. Il rischio è di perdere l'autonomia nella gestione dei servizi. Il Comune di Messina potrebbe invece seguire la sua strada tracciata nel Piano Aro. Ecco tutti i numeri previsti per i prossimi 9 anni.

Il Piano Aro 2.0 è pronto per andare in aula. Per i prossimi 9 anni la nuova gestione dei rifiuti passerà da questo strumento, frutto di quasi due anni di lavoro da parte dell’amministrazione Accorinti. Sarà però il consiglio comunale a decidere. Ieri c’è stata la prima discussione in commissione Bilancio. Una seduta partecipata perché a Palazzo Zanca si sono presentati anche i lavoratori di Messinambiente e Ato3 insieme alla Fp Cgil di Clara Crocè. Il loro futuro è fortemente legato a questo piano e oggi è più che mai fondamentale non perdere tempo. A Palermo è in fase di ultimazione un nuovo disegno di legge che è stato annunciato come la nuova rivoluzione nella gestione del settore. Il presidente Crocetta e l’assessore Vania Contraffatto hanno assicurato che andrà in giunta nei prossimi giorni e in questo caso tante potrebbero essere le novità. La Regione punta infatti a chiudere i conti con Ato ed Srr abortite ancor prima di nascere, per costituire un unico ambito territoriale che gestirà tutti i rifiuti siciliani, dalle gare per affidare i servizi alla pianificazione dell’impiantistica. Nel frattempo incombe anche l’ombra di un commissariamento nazionale per la spazzatura siciliana, Crocetta invoca lo stato di emergenza per il caos discariche che potrebbe esplodere dal 1 giugno, quando cioè molti siti non potranno più ricevere i rifiuti perché ormai al collasso.

Una situazione in evoluzione che dovrebbe costringere il Comune di Messina a premere l’acceleratore se vuole mantenere la sua autonomia. Approvando il Piano Aro prima del Ddl, infatti, Messina sceglierebbe da sola quale modello mettere in piedi per la gestione dei rifiuti e seguire il percorso tracciato. Altrimenti i piani potrebbero cambiare. I lavoratori, preoccupati ancora una volta dell’incertezza che regna sul loro destino, hanno partecipato per questo alla commissione. Soprattutto per “ricordare” ai consiglieri che bisogna decidere al più presto. In aula però i dubbi sono stati tanti. I consiglieri si sono ritrovati tra le mani un provvedimento corposo, che fotografa costi e disegna strategie da seguire, che rappresenta le fondamenta dei progetti dell’amministrazione nel martoriato campo dei rifiuti. Hanno posto dei quesiti soprattutto sulla solita mole di debiti di Messinambiente e sulle cifre inserite nel documento, ma si continuerà a parlare ancora lunedì, con l’assessore Eller e i Revisori dei Conti.

La prima versione del Piano Aro aveva visto la luce per la prima volta nel novembre 2014 e nel maggio successivo aveva anche incassato il via libera dalla Regione. Quel passaggio aveva fatto esultare la giunta Accorinti che però si è ritrovata poi appena qualche mese dopo a dover fare i conti, proprio in senso letterale, con un parere negativo dei Revisori dei Conti che ha costretto l’assessore Ialacqua a rivedere tutto il progetto, soprattutto la parte finanziaria. Il 31 dicembre scorso la giunta ha esitato la seconda versione di questo piano, corretta secondo le indicazioni che erano arrivate dai revisori, per altri quattro mesi però il provvedimento è rimasto sepolto nei meandri di Palazzo Zanca. Ignorando che Messina, approvando questo piano, sarebbe stata totalmente autonoma nell’affidamento della gestione dei rifiuti, soprattutto nel momento in cui potrebbe giungere in Sicilia un commissario per l’emergenza rifiuti. Adesso forse i tempi sono maturi. E dunque via alla discussione.

La programmazione si spalma su 9 anni, esattamente come il piano di riequilibrio. Una scelta motivata dalle condizioni di smaltimento dei rifiuti, a cominciare dalla decisione di non considerare l’impianto della piattaforma logistica di Pace, ma anche dagli incrementi contrattuali intervenuti nelle retribuzioni del personale e la durata del contratto di servizio. Niente discarica a Pace dunque, sparisce così un punto che aveva attirato molte polemiche, alla luce anche del che parecchi mesi fa il Ministero all’Ambiente aveva espresso sull’impianto, stoppando il progetto dell’amministrazione. Nel primo piano Aro, infatti, dalla discarica di Pace sarebbe dipeso l’abbassamento dei costi dei rifiuti messinesi, questo aveva stabilito la giunta Accorinti senza considerare che quel pilastro su cui si poggiava l’imponente operazione si era di fatto già sbriciolato. E infatti in questa versione 2.0 la discarica di Pace sparisce e quindi le previsioni di spesa nei 9 anni salgono.

Ecco quanto costeranno i rifiuti messinesi nei prossimi anni: si parte dal 2016, per il quale si prevedono 44.673.426,70 euro, che scenderanno di pochissimo nel 2017. La prima significativa riduzione si dovrebbe registrare nel 2018, per l’avvio dell’impianto di Mili, con un costo previsto di 42.606.710,40 euro, mentre un leggero aumento viene ipotizzato nel triennio 2022-2024, dove il costo dei rifiuti dovrebbe tornare a toccare quota 43 milioni. Cifre decisamente lontane da quelle che l’amministrazione Accorinti aveva inserito nel primo Piano Aro varato oltre un anno fa. E qui balza all’occhio l’eccessiva fiducia che evidentemente l’amministrazione Accorinti aveva nutrito per questo progetto. Basti pensare che per il 2015, anno in cui si doveva già partire con il nuovo assetto, si ipotizzava un costo dei rifiuti di 41.622.863,66 euro, mentre tutti ben sappiamo che nell’anno che si è concluso il costo della spazzatura è schizzato oltre i 45 milioni di euro, battendo tutti i record negativi degli ultimi anni.

Sulla media nazionale e regionale del costo dei rifiuti per singolo abitante, emerge che solo negli anni 2016 e 2017 si dovrebbe superare di circa 7 euro annuo pro capite il corrispondente costo medio nazionale e che nei successivi anni, fino al 2024, il costo si allineerà sostanzialmente sulla media nazionale, non scendendo mai però al di sotto di quella soglia. Giusto per fare un esempio con i numeri a portata di mano, si può vedere che nel 2016 si prevede che ogni cittadino abbia un costo medio annuo di 172,49 euro che scendono a 167,41 nel 2024 contro i 165,09 rilevati su scala nazionale. La motivazione per cui negli 2016 e 2017 il costo sarà molto più alto, spiega il piano Aro, deriva dal fatto che solo nel 2018 è prevista l’attivazione dell’impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti, impianto che farà dunque abbassare i costi di smaltimento.

Oltre ai costi, con il piano Aro l’amministrazione ha scelto la formula dell’affidamento in house del servizio rifiuti. Niente gara ad evidenza pubblica. Anche in questo caso sono i numeri a spiegare il perché. E’ stato calcolato che la spesa di gestione in house si aggira tra i 33 e i 34 milioni nei 9 anni, contro i 36 – 37 milioni ipotizzati per l’affidamento in appalto. Si precisa però che il ricorso all’affidamento in house comporta comunque la necessità della fornitura di ulteriori mezzi necessari al servizio oltre quelli già in dotazione a Messinambiente e Ato3 o previsti dal progetto porta a porta. Serviranno nuovi acquisti, dunque nuovi investimenti.

Secondo i calcoli inseriti nel Piano, l’affidamento in house, rispetto all’appalto, consente per i 9 anni, una economia complessiva per Comune che si può stimare in oltre 21,5 milioni di euro. Una volontà e in indirizzo già espressi dall’assessore Ialacqua e dalla giunta Accorinti, soprattutto al luce del progetto Multiservizi, o mini multiservizi, vedendo l’Amam come terra promessa per una gestione sana e unica dei servizi idrico e ambientale. Nell’atto però non si cita mai l’Amam.

Il nuovo Piano prevede l’affidamento sotto la formula “in house providing” non solo dei servizi di igiene ambientale, ma anche quelli di gestione degli impianti di separazione della frazione secca realizzato dall’Ato3 a Pace, di trattamento della frazione umida da realizzare presso l’impianto di depurazione di Mili, nonché della gestione post-operativa delle discariche dismesse di Portella Arena, contrada Vallone, contrata Piani e Formaggiara (Tripi) e contrada Cianina (Valdina).

120 pagine di previsioni di spesa, calcoli, progetti. Si sa già che la giunta dovrà modificare il dato che riguarda il 2016 perché di approvazione delle tariffe Tari i revisori hanno riscontrato una discrasia di 200 mila euro nel costo totale dei rifiuti. Ma il dibattito si preannuncia intenso. Anche se il tempo corre.

Francesca Stornante

6 commenti

  1. MEGLIO TARDI CHE MAI. CROCETTA chiede lo stato di emergenza rifiuti per un anno, lo invia a Matteo RENZI, al Ministro per l’Ambiente, a CANTONE come autorità anticorruzione, a suo dire da giugno la situazione si potrebbe aggravare fino a compromettere la salute dei siciliani, si vede che non gira per l’isola, già oggi ci sono montagne di spazzatura in tutte le città siciliane. Chi ha governato la Sicilia ha fatto dei piani industriali rifiuti UN INNO ALLE DISCARICHE,a mia mu dici. Tra poco arriveranno le meritate sanzioni di Bruxelles,quindi prevedere una riduzione della TARI è un auspicio irrealizzabile,eppure in questo contesto i siciliani non vogliono saperne di differenziare nemmeno con uno sconto del 35% come a Messina. E’ UN MISTERO.

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  2. MEGLIO TARDI CHE MAI. CROCETTA chiede lo stato di emergenza rifiuti per un anno, lo invia a Matteo RENZI, al Ministro per l’Ambiente, a CANTONE come autorità anticorruzione, a suo dire da giugno la situazione si potrebbe aggravare fino a compromettere la salute dei siciliani, si vede che non gira per l’isola, già oggi ci sono montagne di spazzatura in tutte le città siciliane. Chi ha governato la Sicilia ha fatto dei piani industriali rifiuti UN INNO ALLE DISCARICHE,a mia mu dici. Tra poco arriveranno le meritate sanzioni di Bruxelles,quindi prevedere una riduzione della TARI è un auspicio irrealizzabile,eppure in questo contesto i siciliani non vogliono saperne di differenziare nemmeno con uno sconto del 35% come a Messina. E’ UN MISTERO.

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  3. “Messina sceglierebbe da sola”? O Madonna cara, per cortesia meglio il commissario governativo. Purtoppo il sindaco la giunta ed il consiglio comunale non c’è la fanno. Hanno dato il massimo ed abbiamo visto i risultati, non è colpa loro. Ascoltatemi Sindaco e C. lasciate stare, defilatevi. Pagella sindaco e C.: voto: – 2000 (limitati).

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  4. “Messina sceglierebbe da sola”? O Madonna cara, per cortesia meglio il commissario governativo. Purtoppo il sindaco la giunta ed il consiglio comunale non c’è la fanno. Hanno dato il massimo ed abbiamo visto i risultati, non è colpa loro. Ascoltatemi Sindaco e C. lasciate stare, defilatevi. Pagella sindaco e C.: voto: – 2000 (limitati).

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  5. Il 35% di sconto???? Per chi? Per quelli che abitano accanto alle isole ecologiche, per quelli che hanno dove accumulare chili di materiali in attesa di conferirli alle isole. Chi utizza i cassonetti della differenziata in città magari non usando neanche l’auto non rimane che l’appellativo di fessi. Come nella più classica delle tradizioni nostrane cu è fissa si sta a casa. Ma per favore, qui nessuno ha idea di cosa voglia dire reciclare veramente.
    Cordiali saluti.

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  6. Il 35% di sconto???? Per chi? Per quelli che abitano accanto alle isole ecologiche, per quelli che hanno dove accumulare chili di materiali in attesa di conferirli alle isole. Chi utizza i cassonetti della differenziata in città magari non usando neanche l’auto non rimane che l’appellativo di fessi. Come nella più classica delle tradizioni nostrane cu è fissa si sta a casa. Ma per favore, qui nessuno ha idea di cosa voglia dire reciclare veramente.
    Cordiali saluti.

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