Liceo Vittorio Emanuele III di Patti: dubbi sull’agibilità strutturale

Liceo Vittorio Emanuele III di Patti: dubbi sull’agibilità strutturale

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venerdì 15 Giugno 2012 - 01:08

Alcuni genitori e gli stessi alunni di detto plesso scolastico ormai da anni denunciano la mancanza di qualsivoglia presidio di sicurezza. Il consigliere provinciale Gullo ha portato la questione in quinta commissione, chiedendo un sopralluogo

Durante i lavori della quinta commissione del consiglio provinciale di Messina, avente competenze sull’edilizia scolastica, il consigliere Luigi Gullo ha richiesto di effettuare un sopralluogo presso la sede staccata di contrada Rasola di Patti del Liceo Classico-Scientifico Vittorio Emanuele III. Gullo ha manifestato parecchie perplessità circa l’agibilità di tale struttura.

Infatti, alcuni genitori e gli stessi alunni di detto plesso scolastico ormai da anni denunciano la mancanza di qualsivoglia presidio di sicurezza: aule piccolissime rispetto al numero degli alunni presenti, corridoi angusti, scala interna fuori legge (piccola e bassa), porte di aule adiacenti che si aprono l’una sull’altra, vie di fuga inesistenti, scala d’emergenza non ancorata alla struttura portante, soffitto inagibile, cornicioni staccati, barriere architettoniche in entrambi i piani. Ed ancora condizioni igieniche dei bagni discutibili. Inoltre, ed è l’aspetto più inquietante della vicenda, lamentano di non essere mai stati messi nelle condizioni di visionare le certificazioni di collaudo, di agibilità della struttura, di idoneità alla pratica scolastica e di igiene.

Per queste ragioni Gullo ha richiesto che all’accertamento partecipi pure un rappresentante dell’ufficio tecnico provinciale, con la relativa documentazione, anche riguardo alle verifiche effettuate negli ultimi anni. Alla richiesta del consigliere Gullo si sono associati i consiglieri Princiotta e Galati. “Mi auguro – ha affermato l’esponente del Pd – che non si voglia continuare a giocare sulla sicurezza dei nostri ragazzi e che i recenti fatti dell’Emilia Romagna siano un monito all’ignavia di quanti sono chiamati a fare il proprio dovere”.

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