Quei tavoli tutti al maschile e la bugia della competenza (che non ha sesso)

Quei tavoli tutti al maschile e la bugia della competenza (che non ha sesso)

Rosaria Brancato

Quei tavoli tutti al maschile e la bugia della competenza (che non ha sesso)

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domenica 16 Maggio 2021 - 10:17

La polemica tra Propaganda Live e la giornalista Rula Jebreal porta a una riflessione. Se la competenza non ha sesso perchè nei tavoli, nei convegni, nei vertici, negli stati generali, nei cda sono sempre più uomini che donne?

Un tavolo composto solo da donne, o al massimo tutte donne e un uomo l’ho visto finora solo in occasione dell’8 marzo. Al più era una tavolata di pizzeria per un addio al nubilato. Ogni volta che guardo le foto di gruppo di fine convegno, dibattito, vertice, o delle prime file destinate all’autorità mi colpisce la stessa differenza di percentuale.

7 uomini 1 donna

Non considero assolutamente Propaganda Live (una delle mie trasmissioni preferite) sessista, ma la polemica scoppiata tra il conduttore e autore Diego Bianchi (Zoro) e la giornalista e scrittrice palestinese Rula Jebreal merita attenzione. Rula Jebreal era stata invitata ad intervenire in trasmissione su quanto sta avvenendo a Gaza nel conflitto tra Israele e Palestina, ma quando si è accorta che sarebbe stata l’unica donna rispetto a 7 ospiti uomini ha detto no.

Competenza e genere

Zoro  ha quindi spiegato: “Noi guardiamo alla competenza non al genere”.  Questa frase è corretta. Però apre alle porte ad una riflessione su come stanno davvero le cose nella realtà. Ed infatti la giornalista ha replicato: “Il problema di sotto rappresentanza delle donne – in politica e nei Media – segnala che la competenza non basta. Salvo pensare che gli uomini siamo statisticamente più competenti”.

Uomini più competenti?

Non è realistico infatti pensare che “statisticamente” gli uomini siano sempre più competenti delle donne come invece vien fatto da ritenere guardando i tavoli di relatori e vari.

  • L’equazione corretta è: competenza=presenze a prescindere dal genere
  • L’equazione applicata nella realtà è: competenza=quasi tutti uomini.

Tavoli, vertici, dibattiti

Se guardiamo i tavoli dei relatori nei convegni (persino quelli su zoom), i congressi dei partiti, i vertici ai più alti livelli, i dibattiti, gli ospiti nelle trasmissioni, nei cda, ci rendiamo conto che a prevalere sono gli uomini e non le donne (a meno che non si affrontino argomenti più “frivoli”). Dobbiamo dedurne che in Italia gli uomini siano più competenti delle donne? E che lo siano ad esempio in politica, economia, massimi sistemi & affini? O forse, come ha rilevato Rula Jebreal, c’è ancora tanto da fare sul piano della parità di genere?

La bugia della competenza

Il problema non è tanto quel tavolo in sé, ma il percorso che ha portato a “quel tavolo”, ovvero gli ostacoli culturali che ancora oggi impediscono alle donne di essere “competenti esattamente come gli uomini o di più”. La verità è un’altra. Troppo spesso si utilizza l’alibi della competenza, e non sempre lo si fa in modo pienamente consapevole. Nel preparare un programma di un talk, soprattutto su tematiche ritenute più impegnative, o un convegno o gli stati generali di qualsiasi cosa (a meno che non sia “economia domestica”), i primi nomi che vengono in mente sono sempre di uomini. La donna viene sempre dopo. Le cose sono due: o non siamo ugualmente competenti (e allora il problema lo si deve risolvere a monte, sin dall’accesso alle scuole ed alle pari opportunità di studio), oppure lo siamo ma le barriere sono di tipo culturale.

Ipocrisia

Il caso può essere una motivazione logica una volta, dieci volte, persino 50. Ma sistematicamente no. La querelle non è su “Propaganda Live” sessista o meno, perché chi conosce il programma sa che non lo è. Semmai la riflessione è: perché si continua a motivare questa disparità di genere con l’alibi della competenza? Se la competenza non ha sesso perché allora, guarda caso, i più competenti sono uomini? Questa è l’ipocrisia.

Sbilanciamento involontario

Mi sono chiesta cosa avrei fatto al posto di Rula Jebreal. Per dirla alla Moretti: “Mi si nota di più se vado o se non vado?”. Mi è capitato e spesso l’ho scoperto solo all’ultimo momento. A volte l’ho fatto notare pubblicamente, a volte ho scritto articoli su questo, ma sono sempre rimasta. La risposta non ce l’ho. Non so se ha fatto bene o male a non andare. Ma ha fatto bene a sollevare il caso, perché se anche una trasmissione come Propaganda live inciampa involontariamente in uno sbilanciamento così evidente, allora vuol dire che davvero la strada è lunga, perché manca la consapevolezza. In futuro gli stessi autori si porranno la domanda nel decidere chi invitare:  è davvero possibile che su questo tema ci siano più uomini competenti che donne?

Il caso a Messina

Ricordo che una polemica simile scoppiò a Messina quando l’ex sindaco Accorinti (che notoriamente non è sessista) sostituì un’assessora, Patrizia Panarello che si era dimessa,  con un uomo, Sebastiano Pino (la giunta restò fino alla fine con 8 uomini e una donna, Nina Santisi).  Alle polemiche Accorinti rispose così: “Non ho nominato un assessore donna solo perché non ne ho trovato una con le competenze di Sebastiano Pino”. Noi lo attaccammo, anche perché era molto meno famoso di Propaganda Live e quindi è facile andare contro un bersaglio più basso. Ma la sua risposta di allora fu la stessa di Zoro oggi, seguiva lo stesso principio.

Il problema

Se anche i non sessisti non comprendono il meccanismo che rende i “tavoli” e le rappresentazioni di potere tutti al maschile, allora sì, continuiamo ad avere un problema. E il problema non è il deficit di competenza delle donne.

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2 commenti

  1. Il problema è sempre lo stesso l’uomo si sente superiore alla donna. Anche parlando di uguaglianza tutto dimostra sempre il contrario. Le donne sono sottovalutate ed alcune volte non facciamo abbastanza o non ci è permesso di dimostrare il vero.

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  2. Fin quando farete certi discorsi assurdi, come assurda lo è la pseudo giornalista rula jebreal, significa che non capite che certe cose, appunto, non fanno altro che accentuare il complesso di inferiorità della donna…. Perché appunto, di complesso si tratta, perché tali disuguaglianze le vedete solo voi.

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