Quella coca tagliata male, le intercettazioni dell'operazione Pitagora

Quella coca tagliata male, le intercettazioni dell’operazione Pitagora

Alessandra Serio

Quella coca tagliata male, le intercettazioni dell’operazione Pitagora

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giovedì 06 Ottobre 2022 - 07:24

Le conversazioni dei pusher di Giardini sulla droga "avvelenata" acquistata dai catanesi durante il lockdown

MESSINA – Prendono il via in giornata gli interrogatori delle 16 persone arrestate nel blitz antidroga Pitagora tra Giardini Naxos e Catania. Nel “sacco” dei finanzieri ci sono i personaggi messinesi accusati di tenere le fila del giro di droga, soprattutto cocaina, a Giardini Naxos nel 2020, gli altri pusher di Taormina e i fornitori delle piazze di Catania e dintorni.

I ruoli

Secondo la Procura di Messina a capo del giro c’era Giuseppe Ragusa, che qualcuno chiamava “patrozzo”, messo sotto controllo dopo che il pentito Carmelo Porto lo ha indicato come il referente dei catanesi per la zona. Il suo braccio destro era Alessandro Maccarone, secondo gli investigatori. Insieme i due acquistavano, tagliavano e smerciavano la droga a pusher abituali. Quando è rimasto senza “roba”, Ragusa ha fatto ricorso ad “un amico” di Taormina. Ovvero un altro nome noto, secondo i finanzieri: il pregiudicato Maurizio Cipolla.

Il linguaggio in codice degli spacciatori

Antivegetativo, pittura, barchetta, nipoti, motore, sciobba, faretti, caffè, collana. Sono i pIù disparati i nomi in codice usati dagli spacciatori e dai clienti per riferirsi alle dosi di droga. Sempre e solo cocaina, però, secondo gli inquirenti, a volte marijuana. Tra Giardini Naxos e il comprensorio, svela l’inchiesta Pitagora, di cocaina che arrivava dal catanese ne girava tanta anche durante i mesi del lockdown più duro.

La droga tagliata male

Visti i controlli e la difficoltà di circolazione, magari gli spacciatori vendevano meno e avevano più difficoltà ad acquistarla, ma cocaina ne circolava ancora tanta, come dimostrano le intercettazioni dei finanzieri. Spesso, però, nei mesi centrali del 2020, proprio a causa della pandemia, a volte le partite non erano di buona qualità. Nelle conversazioni intercettate sono proprio i pusher a spiegarlo, raccontando delle lamentele dei clienti. La droga acquistata dai catanesi sembra tagliata con i metalli, troppa sostanza da taglio e poco stupefacente.

“...è tutta mischiata, l’ha pesata e gli ha fatto le fotografie“, racconta Maccarone a Ragusa, spiegando che uno dei clienti si è lamentato appunto.

“Si ma vedi che secondo me questa volta mi ha calato il chiodo, perché si sono lamentati…un poco io l’ho provata e ho visto com’era, e secondo me…boh non lo so…ho visto chi sa cosa c’è mischiata in mezzo…ha esagerato, esagerato…si sono lamentati tutti. Bruciava, gli faceva male la testa”, raccontano in un’altra conversazione. In quei mesi le forniture cattive sono state diverse, tanto che anche Maccarone, a giugno 2020, si sente male dopo una “dose” e finisce in ospedale. La cocaina acquistata in provincia di Catania era stata tagliata con troppo veleno per topi.

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