Il curioso caso di Capizzi: l’87 % dei votanti vuole restare con Messina e i Nebrodi

Il curioso caso di Capizzi: l’87 % dei votanti vuole restare con Messina e i Nebrodi

Marco Ipsale

Il curioso caso di Capizzi: l’87 % dei votanti vuole restare con Messina e i Nebrodi

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martedì 28 Ottobre 2014 - 13:29

Il Comune della provincia di Messina più lontano dal capoluogo, ben 150 chilometri e non tutti di autostrada, boccia il passaggio al libero consorzio di Enna, che era stato approvato dal Consiglio comunale, e sceglie di restare insieme agli altri Comuni dei Nebrodi messinesi

Il futuro delle province siciliane non è ancora chiaro. L’unica certezza riguarda la creazione delle tre città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. Sui liberi consorzi, invece, tante incertezze. Il territorio delle città metropolitane potrebbe persino coincidere con quello delle province e, in questo caso, di rivoluzionario ci sarebbe ben poco.

L’idea iniziale, invece, era che il territorio della città metropolitana coincidesse con la perimetrazione a 51 Comuni decretata dalla Regione il 10 agosto 1995, con la possibilità di adesione da parte dei Comuni confinanti. Tutti e 51 i Comuni ed altri limitrofi hanno aderito, anche perché per costituire un libero consorzio è necessaria una popolazione di 180mila abitanti, elemento che ha spento i sogni di Taormina di fare da capofila.

A rischio quota abitanti pure i Comuni dei Nebrodi, da Patti verso ovest. Anche perché i dieci Comuni più lontani dal capoluogo meditano di fuoriuscire dal libero consorzio di Messina Nebrodi: si tratta di Cesarò, San Teodoro, Capizzi, Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, Santo Stefano Camastra e Tusa. I primi due potrebbero finire nel libero consorzio etneo o in quello di Enna, dove invece son sicuri di voler andare gli altri 8 con delibera favorevole già votata dai rispettivi Consigli comunali.

Per passare da un libero consorzio a un altro, però, secondo la legge regionale del 24 marzo 2014, è necessario un referendum. Il primo si è tenuto a Capizzi, domenica, ed il risultato è sorprendente. Da sempre in provincia di Messina, Capizzi è però distante la bellezza di 150 chilometri dal capoluogo, oltre due ore di strada se si considera che è necessario percorrere 36 chilometri (in circa 50 minuti) per passare dai 1.100 metri sul livello del mare fino a Marina di Caronia e 16 chilometri di strada statale (in circa 20 minuti) fino allo svincolo di Sant’Agata Militello.

Non che Enna sia molto più vicina in termini di tempi. Solo 65 chilometri ma tutti di strade interne e, per raggiungerla, s’impiega un’ora e mezza. Capizzi, però, ha da sempre legami stretti con la confinante provincia di Enna. Cerami è distante solo 15 chilometri (circa 25 minuti) e Nicosia poco più di 20 chilometri (circa 35 minuti). Capizzi appartiene al distretto sociosanitario di Nicosia, che è il punto di riferimento anche per le scuole superiori ed il commercio, fa riferimento all’Azienda sanitaria provinciale di Enna ed al Tribunale di Enna, oltre ad avere lo stesso prefisso telefonico.

Il risultato venuto fuori dalle quattro sezioni aperte, però, va in controtendenza. Su 1.291 votanti, ben 1.099, vale a dire l’86,8 %, hanno scelto di restare con Messina e i Nebrodi, ed appena in 167, il 13,2 %, hanno votato a favore del passaggio a Enna. E adesso la minoranza consiliare chiede le dimissioni del sindaco, Giacomo Purrazzo, che aveva caldeggiato il cambio di provincia.

(Marco Ipsale)

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  1. Le città metropolitane la più grande farsa della storia

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