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Reggio Calabria. Padiglione Covid, preghiera del vescovo con sanitari e ammalati

Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, ha voluto portare un messaggio di speranza ai pazienti del G.O.M. (Grande Ospedale Metropolitano), uomini e donne che stanno combattendo la battaglia contro il Coronavirus. In piedi nel cortile antistante il padiglione-Covid, l’arcivescovo reggino, accolto dal cappellano del nosocomio, don Stefano Iacopino, ha subito esposto l’icona
della Beata Vergine Maria, copia del Quadro della Madonna della Consolazione, patrona della Città verso il padiglione dal quale si sono affacciati operatori e gli ammalati meno gravi.

Santo rosario

Monsignor Morosini ha guidato il momento di preghiera all’insegna della sobrietà, recitando il Santo Rosario, e rivolgendo parole di speranza a quanti vivono il momento della prova. La preghiera, animata dalla Comunità del Seminario di Reggio Calabria con accanto il personale sanitario e agli operatori pastorali della cappellania del Gom. Esposte, inoltre, numerose candele rosse nelle balaustre del padiglione-Covid.

Il virus non è un castigo


«Dinnanzi alla malattia ci poniamo la domanda del “perché”? Gesù non è un maestro di filosofia, ma di vita. Il Signore condivide il dolore con l’uomo, questa pandemia non è un castigo di Dio», ha detto monsignor Morosini. «Stiamo scoprendo valori che avevamo dimenticato, come la solidarietà – ha concluso il pastore della Chiesa regginama anche il sacrificio e la dedizione che medici e sanitari stanno insegnando a un modo logorato dal mondo in preda al consumismo». Al momento di preghiera ha partecipato anche il direttore amministrativo del Gom, Francesco Araniti che ha portato i suoi saluti alla guida spirituale della diocesi.

10 pazienti


Non è la prima volta che l’arcivescovo Morosini visita questi luoghi: un altro momento toccante per l’intera comunità diocesana è stato il Venerdì Santo quando la Via Crucis è terminata proprio dentro il reparto di Terapia Intensiva. Attualmente al Gom di Reggio Calabria sono ricoverati 10 pazienti in rianimazione; negli ospedali reggini, ma meno gravi, ci sono 118 pazienti, mentre 18 positivi sono ricoverati presso il Centro Covid di Gioia Tauro.