Reggio / Comune, l'intransigenza di Impegno e identità

Reggio / Comune, l’intransigenza di Impegno e identità

Redazione

Reggio / Comune, l’intransigenza di Impegno e identità

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mercoledì 29 Dicembre 2021 - 10:03

Filomena Iatì contesta l'inadeguatezza della relazione a corredo di un provvedimento a suo dire urgente solo per la consueta mancanza di programmazione

REGGIO CALABRIA – Torna a tuonare Impegno e identità.
La consigliera comunale Filomena Iatì, in particolare, s’è trovata a partecipare alla prima seduta di Seconda Commissione consiliare “Bilancio” «dopo oltre un mese dall’ultima seduta» sulla ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche dell’Ente.

Una seduta a suo dire paradossale, in una Commissione senza presidente né vice (rispettivamente il neoassessore Angela Martino e Peppe Marino, sospeso ai sensi della “Severino” dopo la condanna in primo grado a un anno di reclusione nel “processo Miramare”) e dunque presieduta per l’occasione dal consigliere anziano Antonino Caridi. La commissione non è stata mai ricostituita dalla maggioranza «forse perché non sono riusciti a trovare ancora un accordo», ipotizza la Iatì.

Resta il fatto che lo stesso Tusp (il Testo unico in materia di Società a partecipazione pubblica) all’articolo 20 fissa la scadenza per la razionalizzazione al 31 dicembre di ogni anno e, in caso contrario, al comma 7 stabilisce l’applicazione di una sanzione amministrativa al dirigente del settore da 5mila a un massimo di mezzo milione di euro.

Di qui, l’amarezza dell’oppositrice nel constatare che questa Commissione “monca” avrebbe varato «un atto la cui urgenza è dovuta solo ed esclusivamente alla solita mancanza di programmazione di una maggioranza che ormai ha ridotto il Consiglio comunale a mera sede di ratifica di atti che vengono approvati all’ultimo, svuotando di fatto i consiglieri di opposizione di facoltà e poteri che gli sono propri».

Frangente che alla Iatì non sta affatto bene, così come la «relazione non esaustiva» a corredo, «caratterizzata solo ed esclusivamente da riferimenti normativi e che non si attiene alle circolari del Mef né alla giurisprudenza». Motivi per cui la Iatì ha «convintamente» espresso un “no” al varo del provvedimento, poi comunque approvato dall’organo comunale.

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