Con 'Reggio Città Metropolitana' il sogno dell'Area Metropolitana dello Stretto sembra diventare realtà

Con ‘Reggio Città Metropolitana’ il sogno dell’Area Metropolitana dello Stretto sembra diventare realtà

Con ‘Reggio Città Metropolitana’ il sogno dell’Area Metropolitana dello Stretto sembra diventare realtà

venerdì 27 Marzo 2009 - 15:58

Ripercorriamo le tappe che hanno portato Reggio alla 'conquista' dello status di Città Metropolitana e cerchiamo di capire cosa e quanto manca per il riconoscimento di quell'Area Metropolitana dello Stretto che Messina e Reggio sognano da decenni

Messina non può disinteressarsi dal fatto che Reggio Calabria sia da poco diventata una ‘Città Metropolitana’, perchè lo è diventato nell’unica ottica e con l’unica motivazione di realizzare quell’Area Metropolitana dello Stretto tanto sognata e auspicata da lunghi decenni di dibattiti e discussioni. Per raggiungere questo risultato Reggio era costretta ad ‘elevarsi’ a pari grado di Messina stessa, già riconosciuta da anni ‘Città Metropolitana’ per legge della Regione Sicilia: due città di diverso ‘status’, se appartenenti a Regioni differenti, non possono infatti conurbarsi in un’unica ‘Area Metropolitana’.

Facciamo il punto della situazione ripercorrendo i fatti che hanno portato Reggio ad ottenere questo tipo di riconoscimento e, soprattutto, soffermandoci sull’analisi tecnico/giuridica delle Città e delle Aree Metropolitane.

Cosa sono, a che cosa servono, e in concretezza che cosa potranno significare per il territorio? Che ricadute ci saranno e, soprattutto, quando ?

Entrare meglio nei dettagli della situazione non può che chiarirci le idee …

Che cos’è una ‘Città Metropolitana’?

Le città metropolitane riconosciute, in Italia, dalla legge dello Stato sono dieci: Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Venezia e, appunto, Reggio Calabria.

A queste dieci Città Metropolitane vanno aggiunte quelle previste dalle varie costituzioni delle Regioni a Statuto Speciale: Palermo, Catania e Messina per quanto riguarda la Sicilia; Cagliari e Sassari per quanto attiene la Sardegna; Trieste per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia.

Sono, quindi, in tutto 16 le Città per cui è prevista l’istituzione della “Città Metropolitana”, che è, in parole povere, un ente amministrativo inserito nella nostra legislazione con la modifica del Titolo V della Costituzione avvenuto con la riforma dell’Ordinamento della Repubblica del 2001. E l’articolo che ne prevede l’istituzione è il 114 della Costituzione. All’ente saranno attribuite tutte le funzioni delle Province: si tratta di uno di quegli enti che legittimano il governo regionale e locale e, in ordine di importanza, si posiziona a metà strada tra, appunto, la Regione e la Provincia.

In Italia, comunque, l’istituzione di “Città Metropolitana” non è ancora stata concretizzata per nessuna realtà.

L’impressione è quella che all’interno della svolta federalista in atto nel nostro Paese, non manca molto tempo per l’istituzione di queste 16 realtà metropolitane.

Quindi i cambiamenti concreti che seguono quest’istituzione, per adesso soltanto formale, non dovrebbero essere poi così lontani, anzi …

La differenza tra ‘Città Metropolitana’ e ‘Area Metropolitana

Se la ‘Città Metropolitana’ è un ente amministrativo, l’Area Metropolitana è invece una zona circostante un’agglomerazione caratterizzata dall’intensità dei rapporti che si realizzano al suo interno, e comprende più Comuni. La legge 142/90, all’articolo 17 recita: -Sono considerate aree metropolitane le zone comprendenti i comuni di […] e gli altri comuni i cui insediamenti abbiano con essi rapporti di stretta integrazione in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali-. In parole povere, una ‘Città Metropolitana’ può determinare la propria ‘Area Metropolitana’ individuando nei comuni intorno al proprio centro quel proseguio territoriale, sociale, civile e culturale che ne determina la vita quotidiana. L’Area Metropolitana di Milano, ad esempio, si compone di ben 248 comuni per un totale di 4 milioni e 860 mila abitanti, quella di Bologna, invece, di appena 11 per un totale di 555 mila abitanti.

Il ‘caso’ di Reggio e Messina e il ‘Consorzio Metropolitano dello Stretto’

Per Reggio e Messina la situazione è ancor più complessa perchè le due città fanno parte di altrettante giurisdizioni Regionali distinte e separate, di cui una – a maggior ragione – a Statuto Speciale. Per questo motivo nel corso degli ultimi decenni si sono susseguite difficoltà su difficoltà per l’istituzione dell’Area Metropolitana dello Stretto: non basta, infatti, che ci sia una Città riconosciuta come ‘Città Metropolitana’ che possa inglobare i comuni circostanti, ma ne serve almeno una per parte: Reggio e Messina oggi sono entrambe ‘Città Metropolitane’, quindi possono adesso definire entrambe la loro ‘Area Metropolitana’ inglobando i comuni contigui e, reciprocamente, anche gli stessi comuni dell’altra sponda, andando a far nascere poi quel “Consorzio Metropolitano dello Stretto” che possa istituzionalizzare l’Area Metropolitana dello Stretto.

L’Area metropolitana di Messina, come delimitata con decreto del Presidente della Regione Siciliana del 10 agosto 1995, comprende 51 comuni, che vanno dalla piana di Milazzo alla baia di Taormina e Giardini-Naxos, includendo le Isole Eolie. Quest’area conta 480 mila abitanti.

Adesso anche Reggio dovrà delimitare la propria ‘Area Metropolitana’, e potrà farlo inglobando al proprio interno altrettanti Comuni, dall’entroterra Aspromontano fino alla piana di Gioia Tauro da un lato, e fino ai centri della costa Jonica dall’altro.

Facendo un breve calcolo ipotetico, l’Area Metropolitana di Reggio Calabria potrebbe comprendere circa 450 mila abitanti, sommando ai 185 mila di Reggio, quelli dei centri più popolosi, che sono Palmi (19.438 abitanti), Gioia Tauro (18.135 abitanti), Siderno (16.734 abitanti), Taurianova (15.728 abitanti), Rosarno (15.649 abitanti), Villa San Giovanni (13.428 abitanti), Locri ( 12.899 abitanti), Polistena (11.448 abitanti) e Bagnara Calabra (10.830 abitanti) e quelli degli altri piccoli comuni del territorio.

Stando così le cose, l’Area Metropolitana dello Stretto, Consorziata dall’unione tra le due sponde, arriverebbe a contare circa 900 mila abitanti, più delle Aree Metropolitne di Catania, Genova e Bologna e, più o meno, alla pari con Bari diventando – insieme a Bari, appunto – il terzo centro urbano del mezzogiorno (dopo Napoli e Palermo) e il settimo d’Italia, dopo Milano, Napoli, Roma, Torino, Palermo e Firenze.

Le ricadute sul territorio: cosa ci guadagnano Reggio e Messina ?

Innanzitutto le Città Metropolitane e le rispettive Aree di riferimento avranno una grande iniziezione di autonomia e indipendenza. Reggio, per molti aspetti, non dipenderà più da Catanzaro e Messina, al tempo stesso, non dipenderà più da Palermo. Inoltre per quanto riguarda i trasporti (così come per molti altri settori), sarà la ‘Città Metropolitana’ a imporre regole e ordinamenti comuni a tutto il territorio di riferimento.

Reggio e Messina potranno decidere autonomamente che tipo di linee guida dettarsi, come investire sul turismo sfruttando le risorse di un territorio metropolitano che andrebbero dai Nebrodi all’Aspromonte, da Scilla a Taormina, dalle Eolie alle perle dello Jonio Reggino, da Gambarie a Floresta. Un territorio metropolitano che potrebbe puntare su agricoltura e commercio, forte dei porti di Milazzo, Messina, Giardini, Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Reggio e Saline. La gestione dell’Aeroporto di Reggio da un lato, e del Porto di Messina dall’altro assumerebbe caratteri più importanti di inter-territorialità tra le due sponde che si affacciano sullo Stretto, e potremmo continuare per ore a elencare tutti gli ipotetici vantaggi di tale indipendenza e autonomia.

Ovviamente sono ricadute che diventerebbero positive solo qualora la classe dirigente sapesse gestire il nuovo ente con buona politica. Ogni ‘Città Metropolitana’ e ogni ‘Area’ di riferimento avrà, infatti, un governatore e un parlamento di rappresentanti del territorio che, come avviene oggi per Regione, Province e Comuni, saranno eletti dai cittadini in regolari tornate elettorali.

I vantaggi che Reggio e Messina possono avere a conurbarsi, scrollandosi di dosso la ‘palla al piede’ che spesso le rispettive Regioni di appartenenza, intese come forti poteri burocratici, amministrativi ed economici, hanno costituito sono oggi inimmaginabili e incalcolabili, perchè non siamo in grado di pensare che tipo di sviluppo potrebbe avere il territorio da una gestione unica di tutte le risorse dell’Area Metropolitana dello Stretto.

Risorse che, qualora valorizzate come meritano, siamo convinti proietterebbero quest’Area come nuova vera Capitale del Mediterraneo, a maggior ragione con l’istituzione del mercato di libero scambio nel Mediterraneo, previsto per il 2010.

Reggio e Messina hanno una grande occasione. Un’occasione storica, attesa da diversi decenni che può adesso concretizzarsi.

L’importante è continuare sulla strada del lavoro a testa bassa, della politica del fare, dimenticando le divisioni ideologiche e considerando gli obiettivi raggiunti dei punti di partenza più che dei traguardi.

Solo così, con l’umiltà e al tempo stesso la consapevolezza della propria importanza, Reggio e Messina potranno andare lontano. Insieme, s’intende.

Perchè, come disse Alcide De Gasperi, solo -se sarete uniti potrete essere forti. E se sarete forti, sarete liberi-.

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