Reggio. L'associazione Incontriamoci sempre teatro di "Una vita per l'arte"

Reggio. L’associazione Incontriamoci sempre teatro di “Una vita per l’arte”

Redazione

Reggio. L’associazione Incontriamoci sempre teatro di “Una vita per l’arte”

giovedì 09 Febbraio 2023 - 16:04

La serata, presentata e condotta da Francesco Miroddi, ha visto la partecipazione di un numeroso e attento pubblico di appassionati

REGGIO CALABRIA – Presso l’associazione Incontriamoci Sempre, guidata dal presidente Pino Strati, è andato in scena un nuovo incontro con l’arte, una vera e propria full immersion, condotta dal critico d’arte Francesco Miroddi, nella vita di due artiste reggine: Adele Canale e Tina Nicolò. La serata dal titolo “Una vita per l’arte” che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico e ha restituito gli innumerevoli successi raccolti durante il corso di una lunga carriera. “Adele Canale – riferisce Miroddi- è un architetto e inizia la propria attività artistica e professionale sin dai primi anni 70’. Durante i suoi studi e le sue ricerche si imbatte inspiegabilmente in documenti ed antiche raffigurazioni di animali che rappresentano dei galli. Ne rimane molto colpita e artisticamente ossessionata per tutto il resto della propria carriera. Inizia subito a dipingerli focalizzandoli nello svolgimento delle loro attività di galli. Li rappresenta seriosi e a volte arrabbiati mentre difendono il territorio, li fa competere in estenuanti combattimenti ma con il passare degli anni l’espressione di questi animali cambia. I loro volti ed il loro sguardo assumono le sembianze di esseri sensienti. Avviene un vero e proprio percorso di umanizzazione di questi pennuti.

Significati antropologici

“Il lavoro di ricerca e di ispirazione dell’artista – continua il critico- prende certamente spunto da uno dei campi dell’antropologia: l’antropologia culturale che, attraverso lo studio olistico dell’umanità, si rivolge verso la ricerca delle differenze e delle somiglianze culturali tra gruppi di umani. In realtà quando ho visitato lo studio della Canale ho trovato delle raffigurazioni pittoriche in cui l’artista dipingeva dei galli. Li ha dipinti sulle porte del box auto della propria abitazione. Li ha rappresentati sulla tela mentre competevano tra di loro sfrecciando sopra delle rampanti Ferrari Testa Rossa. In una delle sue opere raffigura un galletto che scopre il mondo attraverso una finestra/quadro. Racconta inoltre del recente fenomeno di inversione dei ruoli fra il sesso maschile e quello femminile. Raffigura infatti una gallina/gallo
attorniata da tanti galli/galline. L’artista si libera sistematicamente da questi galli/uomini recludendoli tra i confini di una tela. Per Adele è ufficiale, la gallina oggi siede sul trono ed è incoronata e consacrata dai propri sudditi/galli con il ruolo di incontrastata sovrana del pollaio.

I riferimenti fantastici

Miroddi poi continua sulla figura dell’artista Tina Nicolò ha una laurea in dottorato di Servizio Sociale e svolge una intensa attività professionale tutta dedicata ai soggetti disabili. Si consolida come Maestra d’Arte ed è dotata di una buona manualità pittorica. Dipinge spesso degli scenari e dei fondali marini che ricordano antiche illustrazioni ed immagini vintage del racconto di Giulio Verne in Ventimila leghe sotto i mari. Certamente Tina sa cosa dipingere e quali colori utilizzare. Inizia la propria attività artistica rappresentando sulla tela un ragguardevole numero di opere che fanno capo allo stesso filone di ricerca, sviluppando pertanto una considerevole maturità dal punto di vista artistico. – prosegue.

L’amore per la città

“Tina qualche volte decide di scappare via. Le sue idee, i suoi colori ed i suoi concetti fuggono via affrontando un vero e proprio percorso estraniante. La pittura, i colori e le vernici di Tina trasmutano, separandosi dalla solita tela e abbattendo tutte le regole dello spazio/tempo, per rigenerarsi e ricomporsi sopra una tela differente. Si imprimono infatti sopra degli abiti e dei capi di moda che saranno indossati da splendide modelle che sfileranno sulle passerelle dei circuiti della moda internazionale. L’artista non scappa via da sola, la sua fuga breve non è liberatoria perché porta sempre con se le immagini della sua terra ed i colori della sua Reggio Calabria. Tina “non ha dato la propria vita all’arte perché è l’arte che le ha dato la vita”. Non lo dico io, lo ha detto lei. – conclude.

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