Reggio Libera Reggio, 10 nuovi loghi

Reggio Libera Reggio, 10 nuovi loghi

mario meliado

Reggio Libera Reggio, 10 nuovi loghi

Tag:

martedì 22 Giugno 2021 - 17:30

Questa mattina a Palazzo Alvaro la consegna di 10 nuovi loghi di ReggioLiberaReggio, con le presenze già citate nel testo circa l’intervista rilasciata a Tempostretto dal presidente-fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.

Don Ciotti: fare memoria, sempre

Introduce Lele Bellomo, fiera attivista del contrasto alle mafie, che ricorda come chi sceglie di stare dalla parte della legalità chieda fondamentalmente che la sua attività proceda bene e d’essere aiutato al momento del grande salto.

Un salto per niente facile, visto il contesto, ricorda don Luigi Ciotti, che però sprizza energia per i nuovi aderenti. Come ricorda anche un filmato trasmesso nella Sala biblioteca “Gilda Trisolini”, complessivamente sono adesso 67 le aziende che aderiscono a Reggio Libera Reggio; oltre 800 sono invece gli iscritti al registro del consumo responsabile e pizzo-free.
Ricorda don Luigi Ciotti d’aver personalmente voluto la denominazione “Reggio Libera Reggio”. Proprio nel senso che, appena volendolo, saranno i reggini a liberarsi da soli.

«Siate orgogliosi d’essere calabresi: dalla vita, dall’esempio di tanti io ho sinceramente imparato, e in un contesto non facile», fa presente con la ben nota empatia don Ciotti. Non senza aver ricordato d’essere legato a doppio filo alla Calabria, per i trascorsi del padre. Appena 14enne, dalle Dolomiti venne a lavorare a Pizzo Calabro (nel Vibonese) e poi a Caulonia, col fratello maggiore.
Ma il prete-coraggio non si sofferma solo su questo. Ricorda infatti che terribile «malattia» sia la “delega”. «Non delegate agli altri, smettete di farlo – è l’esortazione del fondatore di ReggioLiberaReggio –. Scegliete, piuttosto, di liberarvi da soli. Ricordatevene: o ci rigeneriamo tutti, o degeneriamo».

Il sindaco e la Rognoni-La Torre

«Siamo felici – afferma tra l’altro il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà – di tornare a ospitare qui le imprese che hanno deciso di schierarsi dalla parte della legalità e dunque di avere il logo di Reggio Libera Reggio. Veniamo da una mattinata intensa, anche di forte impatto emotivo». E il sindaco ricorda come sia stata onorata la memoria di Giovanni Trecroci, ma – al contempo – pure la vicenda del “dopo di noi” cui sarà tributato un bene confiscato. «Per noi non si tratta solo di commemorazioni, ma d’esempi da seguire».

Poi il riferimento al “tagliando” che attende da tempo, stando a Falcomatà, la legge “Rognoni-La Torre”: «La Città metropolitana sta portando avanti un percorso concreto sull’uso sociale e anche a fini imprenditoriali dei beni confiscati. Sono passati 25 anni dalla legge, 11 dall’istituzione dell’Agenzia per i beni confiscati e dunque la disciplina di questi beni – scandisce Falcomatà –. È bene che ognuno abbia consapevolezza di come abbia bisogno di un tagliando d’aggiornamento, anche a seguito di quella che è stata l’esperienza di questi anni e degli oggettivi limiti previsti dalla normativa. Serve una riflessione, ad esempio, sulla possibilità che parte della ricchezza prodotta dalla confisca dei patrimoni e delle aziende mafiose non vada a finire ma vada a dare una mano a chi denuncia, a chi è vittima di mafia, ai loro parenti, agli imprenditori sani e poi pure alla riqualificazione e alla restituzione dell’agibilità ai beni confiscati. Spesso, vengono assegnati quando sono praticamente dei ruderi. E si riesce a riqualificarli solo grazie al grande lavoro delle associazioni, ai contributi che vengono dalle Fondazioni di comunità o a progetti cui i gestori di beni confiscati partecipano».

E non manca un accenno soft, senza nomi né casi specifici, alla recente polemica col testimone di giustizia-imprenditore Tiberio Bentivoglio (peraltro, fra i primissimi destinatari del logo Reggio Libera Reggio). «Nel tempo, si creano rapporti importanti; spesso, anche rapporti personali. Ma talora – fa presente il sindaco metropolitano – si verificano situazioni per cui ci troviamo costretti ad adempiere a provvedimenti e azioni purtroppo previsti dalla legge; altrimenti, da Istituzioni non faremmo il nostro dovere e di conseguenza non potremmo chiedere agli altri di farlo. Anche per superare questi vincoli serve un impegno normativo: purtroppo, non lo si può fare a livello locale».

Le 10 nuove imprese pizzo-free

Hanno ricevuto il nuovo logo di ReggioLiberaReggio, quali imprese che sposano la cultura della legalità e rifiutano di sottoporsi al pagamento del “pizzo” alle ‘ndrine: Associazione sportiva dilettantistica Arghillà di Caterina Barreca; Il vernacolo di Antonio Campolo; La ceramica di Rorò di Rossella Marra; Marsic lavori sostenibili di Pasquale Marra e Carmelo Siclari; Iride audiovisivi di Antonio Melasi; Natura Calabria di Elisa Polimeni; Erboristeria di Anna Maria Cama; Tabacchi di Nicoletta Latella; Accademia Pentakaris di Martino Parisi; Soseteg di Walter Curatola e Deborah Ettore; Vesper american bar di Gianfranco Laganà.

La libertà non ha pizzo. Anche in centro e sui bus

Un’altra cosa molto particolare riguarderà i numerosi totem con le informazioni sulla campagna La libertà non ha pizzo che verranno installati grazie al partenariato con molte sedi istituzionali.
Mentre un’importante campagna di comunicazione correrà sulle ruote dei bus dell’Atam. L’azienda di trasporto pubblico locale nell’area metropolitana dà in questo modo inizio alla pregnante c ollaborazione con Reggio Libera Reggio.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007