Reggio. Su piazza De Nava, in Consiglio la spunta una posizione "mediana"

Reggio. Su piazza De Nava, in Consiglio la spunta una posizione “mediana”

mario meliado

Reggio. Su piazza De Nava, in Consiglio la spunta una posizione “mediana”

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lunedì 31 Gennaio 2022 - 19:34

I rappresentanti delle associazioni invocano un referendum popolare. Il documento approvato prospetta un'interlocuzione e pospone al 2023 ogni intervento

REGGIO CALABRIA – La seconda, corposa parte del Consiglio comunale “aperto” di oggi s’è incentrata sulla controversa riqualificazione di piazza De Nava, giusto di fronte al MarRc – il Museo nazionale archeologico della Magna Grecia –, antico e popolarissimo spazio nel cuore della città.

Associazioni e movimenti: no alla demolizione

Secondo molte associazioni, questo restyling “ucciderebbe” quella centralissima parte di Reggio Calabria e la depriverebbe del suo più profondo Dna: su questa falsariga si sono snocciolati molti degli interventi.

A Tempostretto, il presidente della fondazione “Mediterranea” Enzo Vitale ha evidenziato come, in riferimento a piazza De Nava, ci si trovi davanti a un unicum: «Non siamo affatto contrari a un restauro. Siamo contrari a una demolizione come quella avallata dalla Soprintendenza… Abbiamo una piazza costruita in classico stile umbertino di fine Ottocento, con una cordonatura in perfetto stile razionalista del Ventennio, il tutto abbellito da una statua il cui basamento ha chiari richiami liberty. Questo rende piazza De Nava un esemplare davvero unico: invece il progetto definitivo vuol demolirlo. Al punto da utilizzare proprio questo termine, “demolizione”. E questo, per creare uno spazio ampio in cui tenere fiere, mercati ed eventi folkloristici…».

E ancora, lo storico Franco Arillotta nel suo accorato intervento: «Mai mi sarei sognato di dover, un giorno, criticare un Ente statale… ma qui siamo di fronte a un Ente statale che ha un atteggiamento più che negativo verso la nostra città. Le Soprintendenze sono istituite per tutelare e conservare le identità e i Valori di un bene culturale, non per “spianarli”. Quella piazza è datata, artisticamente e architettonicamente: la legge che protegge i beni culturali specifica che va tutelata, e la città di Reggio l’ha molto amata, e peraltro per decenni ha costituito un punto d’incontro per i cittadini. E peraltro, a distanza di un anno dall’inizio di questa bagarre, noi non sappiamo con esattezza cosa questo progetto preveda: che non lo sappia io Franco Arillotta conta poco, il problema è che non lo sapete neppure voi consiglieri comunali, e questo è un oltraggio istituzionale grave da parte della Soprintendenza. Aggiungo: il finanziamento originario di 10 milioni di euro ora è stato dimezzato a 5, erano soldi per la città di Reggio: i 5 milioni che mancano all’appello che fine hanno fatto?».

L’ipotesi di un referendum popolare

Sul tema, Forza Italia & ReggioAttiva hanno avanzato un ordine del giorno per impedire «qualsiasi intervento di trasformazione o modificazione radicale» della piazza.

Enzo Vitale (Fondazione “Mediterranea”)

Tra le associazioni e i movimenti più sensibili, diversi avevano invocato piuttosto un referendum popolare, evocato peraltro dallo stesso Arillotta nel corso del suo intervento in Aula, «perché ognuno dice la propria, ma alla fine non ci si capisce più niente. Non è una mera questione tecnica, ma d’affezione e di visione della città, certo – così Enzo Vitale -. Le strade a questo punto a nostro avviso sono soltanto due: o azzera tutto la Procura, che ha aperto un procedimento penale al riguardo, o azzera tutto una decisione politica… Ecco perché sarebbe preferibile un referendum, giusto che la città scelga democraticamente cosa fare della sua piazza: non è possibile che lo decidano oscuri funzionari ministeriali, prendendo per i fondelli – parole di Vitale – i dirigenti comunali che hanno redatto parere positivo».

Fra gli interventi (numericamente pochissimi) prenotati dai cittadini, quello Francesco Suraci, delegato dell’Istituto nazionale d’urbanistica per la città metropolitana di Reggio Calabria: «Il messaggio che noi vogliamo inviare al governo della città concerne la metodologia: non si può rigenerare Reggio senza avere un quadro, una cornice di contestualizzazione dei singoli interventi. Senza degno contesto, alla città non sarà offerta che una fila d’interventi puntuali senza una logica che ne regga i fili. Intervenire modificando ciò che è antropizzato necessita che chi abita quelle zone formuli le proprie proposte: certo è grave che il Comune deleghi la Soprintendenza rispetto alla progettazione. Non perché ci sono dei fondi, dobbiamo fare dei gravi errori. E di sicuro non si possono spendere 5 milioni di euro senza neanche sapere se e quali ricadute occupazionali potranno investire la città».

“Disco verde” unanime a un documento di sintesi

Paolo Arillotta segue i lavori con interesse

Dopo alcuni interventi dei consiglieri – prevalentemente di minoranza -, il primo cittadino facente funzioni Paolo Brunetti ha proposto una breve sospensione dei lavori d’Aula per lavorare alla possibile convergenza tra le due mozioni in campo, quella del centrodestra e quella di maggioranza.

Alla fine, l’Assemblea ha licenziato all’unanimità un documento “di sintesi” tra le posizioni dei diversi schieramenti, col quale il Consiglio comunale impegna il primo cittadino facente funzioni «ad attivare tutte le iniziative utili e necessarie presso il Segretariato regionale per la Calabria del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e presso la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia al fine di promuovere un’interlocuzione tra le istituzioni e gli attori territoriali interessati, onde tutelare l’identità storica e culturale di piazza De Nava; a richiedere che l’inizio dei lavori per la riqualificazione dell’area di Piazza De Nava sia posticipato all’anno 2023 al fine di rendere fruibile la stessa area a tutto il 2022 per le celebrazioni del cinquantesimo anno del ritrovamento dei Bronzi di Riace; a riferire al Consiglio comunale gli esiti delle iniziative assunte in esecuzione del presente ordine del giorno».

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