Politica

Regionali: centro destra col dilemma Musumeci. E il guastafeste Cateno De Luca

Mentre la Sicilia è in sospeso tra “l’arancione e il giallo”, il centro destra è alle prese con altri dilemmi in vista delle Regionali 2022. Ad allertare gli animi della coalizione ci ha pensato proprio Musumeci convocando nei giorni scorsi un vertice che poi però, divenuto ad alto rischio scontro, è stato dirottato su altri temi.

Le tentazioni di Musumeci

Due sono le idee del Presidente in questo momento: la ricandidatura alla guida della Regione Siciliana ed il rientro in giunta dell’ex assessore alla sanità Ruggero Razza, suo delfino (che però sul punto è molto riluttante). Entrambe le idee non sono state prese bene dagli alleati, se non dal coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè che però ha fatto capire chiaramente di voler dettare le regole (oggi e domani).

I mal di pancia

Che Musumeci voglia ricandidarsi, nonostante avesse negli anni scorsi dichiarato che il suo sarebbe stato un solo mandato, è cosa nota da un po’, ma che le forze di maggioranza non prendono con molto entusiasmo. Tant’è che alla riunione dei giorni scorsi, quando si è compreso l’ordine del giorno che il governatore intendeva affrontare Lega ed Mpa hanno disertato.

L’asse Musumeci-Miccichè

Musumeci, azzoppato dall’indagine che ha spinto Razza a dimettersi, sta provando a rinnovare l’asse, sempre piuttosto traballante con Miccichè, che vuole la riconferma (sarebbe la terza nell’arco di oltre 20 anni) alla presidenza dell’Ars. Così Musumeci nell’ipotizzare a stretto giro di posta il rientro del suo delfino in giunta, alla luce anche di un’indagine che almeno nei suoi confronti si sta ridimensionando, vorrebbe affidargli un’altra delega, ad esempio i Trasporti, attualmente in mano a Forza Italia con il più “musumeciano” degli assessori, Marco Falcone. In realtà Musumeci preferirebbe il ritorno di Razza alla sanità ma appare assai improbabile, così ha optato per un’asse con Miccichè, che però ha replicato: “ok, va bene, ma il nome dell’assessore alla sanità lo scelgo io”.

Tensioni

In sostanza Miccichè in cambio vuole il controllo totale della delega più pesante in Sicilia in questo momento. Il “pensiero stupendo”, però, pur allettando molto i due, giacchè Ruggero Razza è molto tiepido, sta innervosendo gli alleati. Da un lato c’è chi, come gli autonomisti o i centristi aspira alla delega alla sanità e comunque non vuole stare fuori dalle decisioni chiave per il 2022. Dall’altro l’ipotesi di ricandidare Musumeci non incontra il favore di molti, Lega in testa. Infine e non è un dettaglio, in Forza Italia i mal di pancia nei confronti di Miccichè ci sono, e anche tanti. Insomma gli esiti non sono facili né scontati e per inciso va detto che frattanto, oltre la toppa dell’assessora Baglieri, non sfiora nessuno l’idea che in una giunta che si rispetti il rapporto numerico tra uomini e donne dovrebbe essere ben più alto di 12 a 1.

Anche Razza tiepido

Musumeci ha la strada tutta in salita, lo stesso Ruggero Razza non è entusiasta all’idea di continuare in una posizione di sovraesposizione come accadrebbe in caso di un suo rientro in giunta, sia alla sanità che ad altra delega. E questo indipendentemente dall’esito delle indagini che potrebbero non concludersi a breve.

La variabile impazzita

In questo quadro c’è la “variabile impazzita”, ovvero Cateno De Luca, pronto a candidarsi come out sider contro Musumeci “o i suoi compagni di merenda”, e che ha già annunciato un “canoro-tour” nei confronti del Presidente e degli altri candidati.

Cateno il guastafesta

Cateno è il guastafesta della situazione perché di fastidio, e non solo al centro destra, ne potrà dare anche perché punterà tutto sull’autonomia mai realmente applicata in Sicilia e sulle delusioni che i siciliani hanno accumulato in questi decenni (compresi gli ultimi anni). Su Cateno potrebbero convogliare gli autonomisti e non solo, sebbene l’aspetto più difficile con lui sarà quello delle alleanze. Sono in pochi a fidarsi di un’alleanza col sindaco di Messina, ma d’altra parte De Luca ha dimostrato che è in grado di tirare dritto al di là dei fatti contingenti. Anche solo per fare un dispetto e rendere indigeribili le giornate di Musumeci e alleati da oggi fino a fine anno.