Regionali in Calabria, la Ventura si ritira. Guai per il centrosinistra

Regionali in Calabria, la Ventura si ritira. Guai per il centrosinistra

mario meliado

Regionali in Calabria, la Ventura si ritira. Guai per il centrosinistra

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sabato 03 Luglio 2021 - 07:10

La decisione dell’ormai ex candidata Presidente per via degli attacchi subiti in relazione alla situazione familiar-imprenditoriale

Kevin De Bruyne che ricade pesantemente a terra dopo gli oltre 7 minuti di recupero del secondo tempo di Belgio-Italia, un po’ ci è parso Maria Antonietta Ventura.

L’ex candidata del centrosinistra
Maria Antonietta Ventura

La fin qui aspirante alla Presidenza della Regione per il centrosinistra non aveva mai fiatato su scelte di campo, prima. E adesso, non regge l’onda d’urto e preferisce quello che lei definisce «passo di lato».
Lascia lo status di candidata Governatrice calabrese e lascia la sua coalizione nei guai più grevi che ci si possa immaginare. Schieramento senza candidata.
E senza nemmeno lo schieramento, come vedremo…V

Interdittiva?

Maria Antonietta Ventura, diciamolo, ha un profilo da outsider assoluta nel contesto della Calabria politica. Appena fatto il suo nome, la candidata era stata travolta da attacchi a dir poco insidiosi. Come nella migliore tradizione del peggior dossieraggio politico, che ha sempre infestato la politica calabrese (e nazionale, per la verità).
Rapidamente aveva trovato appigli – e credito – la voce in base alla quale una delle imprese del gruppo da lei presieduto sarebbe stata colpita da interdittiva antimafia. Di nuovo, va detto. Perché nell’aprile scorso questa sorte era toccata alla Fersalento, nel cui Cda siedono le sorelle Alessandra, Maria (appunto) e Marcella Ventura con loro madre Angela Raffaella Perrone. L’azienda fa parte peraltro del consorzio Armatori, che include la Francesco Ventura costruzioni ferroviarie.

Inutile dire che il frangente avrebbe provocato sfracelli. Quanto accaduto tre mesi fa era stato considerato uno spiacevolissimo incidente di percorso. Ma stavolta sarebbe andata in modo totalmente diverso, anche perché la coalizione di centrosinistra dovrebbe (…doveva?) includere anche il Movimento Cinquestelle. Che però, dopo l’ufficializzazione ma prima delle voci sulla nuova interdittiva, s’è spaccato con la concreta fuoriuscita del “gruppo Conte”.

Sfaldamento

Già sarebbe stato difficile “in genere”. Ma davanti a un benché minimo sospetto di collusioni con le ‘ndrine, sarebbe stato difficilissimo che qualsiasi scheggia dell’ex “corazzata” pentastellata potesse confermare il proprio appoggio. Non vale solo per chi nel M5S rimarrà, ma anche per il “gruppo Conte”. E dunque, pure per Tesoro Calabria & dintorni (anche se l’equazione, come l’esperienza del TanDem insegna, va presa con le molle).
A maggior ragione, considerando l’attenzione forte e reciproca tra il “pianeta grillino” e Luigi de Magistris. Un’attenzione che non nasce adesso, si badi. E che – sotto il profilo politico – già avrebbe contribuito a “svuotare da dentro” gli ipotetici bacini di consenso della Ventura. Impossibile, poi, superare la già enorme diffidenza delle residue forze di Sinistra (Articolo1 e qualche propaggine) fin qui non organicamente fuori dal centrosinistra in Calabria.

Mossa a sorpresa

Intorno alle 20, il naufragio che non t’aspetti. Dopo il (duplice) ritiro dell’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, l’analoga mossa – stavolta, decisamente a sorpresa – di Maria Ventura. «Avevo deciso di raccogliere l’invito a candidarmi e condurre una battaglia fiera e leale, a viso aperto, con parole chiare e proposte concrete per ridare dignità alla Calabria e orgoglio ai calabresi. Preferisco però, con dolore, fare un passo di lato per evitare che vicende, che – lo sottolineo con forza – non mi riguardano personalmente, possano dare adito a strumentalizzazioni che nulla avrebbero a che fare con il merito della campagna elettorale».

Il punto è che la Ventura rimane presidente dell’Unicef calabrese, ma soprattutto del Consiglio d’amministrazione del gruppo imprenditoriale di famiglia. E lei stessa dichiara d’avvertire «la responsabilità di tutelare» le «oltre mille famiglie dei lavoratori diretti e indiretti relativi alle aziende del mio gruppo». L’impegno sociale e civico a favore dei cittadini calabresi, è stata la sua chiosa, «proseguirà, con ancora maggiore determinazione, nelle forme che da sempre porto avanti».
Chissà per chi voterà alle Regionali, verrebbe da chiedersi adesso con una punta di malizia.

Conseguenze?

La conseguenza maestra è che il centrosinistra non ha più un candidato. Peccato per gli abitanti di San Lucido, che domani – domenica 4 luglio – avrebbero assistito alla “prima uscita” da candidata della loro concittadina d’elezione Maria Ventura.
Così, paiono ancòra tutti da definire i reali contorni della coalizione. Oltre il Partito democratico, sarebbe un azzardo fare il nome anche di un solo alleato certo. Ma ad alimentare questo continuo sfrangiamento, principalmente, è proprio il Partito democratico.

Francesco Boccia, responsabile Enti locali dèm

Che adesso avrà l’ex ministro Francesco Boccia – responsabile nazionale Enti locali dèm – come commissario del Pd cosentino. Il contesto è quello di una Calabria “tutta commissariata”; e non solo in politica. Una scelta potenzialmente da implosione, visto che – sulla carta almeno – di quel Pd territoriale fanno parte soggetti importantissimi come Nicola Adamo e la moglie, la deputata Enza Bruno Bossio. L’ex Governatore Mario Oliverio. Quello che tante volte abbiamo definito “il principale oppositore di Oliverio”, cioè il suo ex assessore e collega di partito Carlo Guccione.
Ma ancòra: l’effetto-domino stavolta insidia pure i vertici della politica nazionale. Gli ex premier Enrico Letta e Giuseppe Conte (quando ancòra il crack con Beppe Grillo era di là da venire) e il ministro Roberto Speranza ci avevano “messo la faccia”. Dopo il doppio ritiro di Irto era il minimo. Ma adesso non possono mettersi a fischiettare e girarsi dall’altra parte, come se Maria Ventura l’avesse scelta qualcun altro. In un Paese normale, una fetta pesantissima di responsabilità dovrebbe ricadere anche su di loro.
Certo, bisognerà avvertire Letta che la sua “due giorni” calabrese il 13 e 14 luglio, senza un candidato-Governatore con cui girare e far foto e riprese, risulterebbe incomprensibile. Di qui, l’urgenza della “caccia al candidato”.

Luigi de Magistris

Da ultimo, non è improbabile che la coalizione-de Magistris tenti di massimizzare le ricadute positive di questa pesante caduta al tappeto di Pd & dintorni.
Presumibilmente, il tentativo sarà d’incamerare possibili endorsement ufficiali. Per esempio l’ipotetico appoggio organico di Articolo1, o degli spezzoni pentastellati o ex-grillini.
Sempre se davvero avranno voglia di rompere gli indugi e convergere in una nave apparentemente a minor rischio d’imbarcare parecchia acqua.

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