La sentenza è stata depositata dai giudici, che hanno accolto il ricorso presentato al Tribunale civile dalla prefettura di Reggio Calabria
RIACE – Mimmo Lucano, è stato dichiarato decaduto da sindaco dal Tribunale di Locri, in applicazione della legge Severino. La sentenza è stata depositata dai giudici, che hanno accolto il ricorso presentato al Tribunale civile dalla prefettura di Reggio Calabria in seguito alla condanna definitiva a 18 mesi di reclusione per falso, con pena sospesa, comminata a Lucano nell’ambito nel processo “Xenia” sui presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace. Lucano é parlamentare europeo, eletto con la lista Alleanza Verdi e Sinistra.
Lucano: “La resistenza continua. Ormai mi sto abituando. Non mi illudo”
“La resistenza continua. Ormai mi sto abituando. Non mi illudo”. Lo ha detto Mimmo Lucano, il sindaco di Riace oggi dichiarato decaduto dal Tribunale di Locri che ha applicato nei suoi confronti la legge Severino dopo la condanna per falso a 18 mesi, con pena sospesa, inflittagli nel processo “Xenia”. “Me l’aspettavo – ha aggiunto Lucano – perché ho avuto tantissimo tempo per capire che l’intenzione era quella di applicare la legge Severino. Il mio reato è stato quella di proporre una soluzione umana rispetto a una narrativa che giustifica la protezione dei confini e il percepire i migranti come i nemici. Per Riace, invece, sono stati preziosi cittadini. Ovviamente con i miei legali presenteremo appello contro questa sentenza che reputo ingiusta perché ritengo che, nel mio caso, la legge Severino non era applicabile. Resterò sindaco, comunque, fino a quando la mia condanna non sarà definitiva”.
“Le condotte ascritte a Lucano concernono una tipologia di reato che non può che concretizzarsi nell’esercizio delle funzioni pubbliche ed in violazione dei doveri che discendono dalla pubblica investitura, dalla descrizione normativa della fattispecie stessa e dal capo di imputazione”. E’ quanto è stato riportato nella sentenza emessa dal Tribunale di Locri . Nel corso del procedimento civile i difensori di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta, avevano contestato la richiesta di decadenza avanzata dalla Prefettura, sostenendo che il falso addebitato non rientra tra quelli previsti dalla legge Severino in quanto, la normativa “richiede, oltre al requisito della condanna e alla reclusione per un periodo superiore ai sei mesi, anche la verifica in concreto della sussistenza dell’abuso dei poteri o della violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio”.
“L’unico reato che mi può essere contestato – ha detto il parlamentare europeo – è di avere proposto una soluzione umana rispetto a una narrativa che giustifica la protezione dei confini e la percezione dei migranti come i nemici. Per Riace, invece, sono stati preziosi cittadini. Ovviamente con i miei legali presenteremo appello contro questa sentenza, che reputo assolutamente ingiusta”.
