Partecipate, Fondo svalutazione crediti ed Opere pubbliche: i tre principali nodi da sciogliere

Partecipate, Fondo svalutazione crediti ed Opere pubbliche: i tre principali nodi da sciogliere

Danila La Torre

Partecipate, Fondo svalutazione crediti ed Opere pubbliche: i tre principali nodi da sciogliere

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martedì 12 Marzo 2013 - 12:08

A palazzo Zanca, la notizia delle lettera inviata da Roma ha provocato reazioni diverse: c’è chi si dice molto preoccupato e chi difende la concretezza di quanto previsto nel documento di riequilibrio, che ha però il suo punto più debole nelle partecipate, Atm in primis

Partecipate, Fondo svalutazione crediti ed Opere pubbliche. Sono questi i tre principali nodi da sciogliere entro trenta giorni per dare risposte certe al Ministero dell’Interno (vedi correlato) e consentire, alla Sottocommissione appositamente istituita per la stabilità degli enti locali, di valutare se il Comune di Messina ha i requisiti per aderire al fondo di rotazione, previsto dall’ex decreto legge 174. Se il Comune non riuscirà ad “aggrapparsi” al salva-comuni, senza i 50 milioni di euro previsti, il dissesto finanziario sarà inevitabile.

A palazzo Zanca, la notizia delle lettera inviata da Roma ha provocato reazioni diverse: c’è chi si dice molto preoccupato ed è convinto che il passaggio successivo sarà la bocciatura del piano e l’inevitabile fallimento del Comune; c’è chi invece difende la concretezza di quanto previsto nel documento di riequilibrio, che ha però il suo punto più debole nelle partecipate, Atm in primis. Il ragioniere generale di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore, preferisce non sbottonarsi ma fa sapere che il commissario straordinario Luigi Croce ha scritto a tutti i dirigenti invitandoli a predisporre al più presto i documenti utili a soddisfare le 11 richieste del Ministero dell’Interno. Coglitore annuncia, inoltre, che chiederà ai funzionari del dicastero guidato da Annamaria Cancellieri chiarimenti in merito al punto 6 della lettera, in cui si chiede di conoscere l’ «esito delle attività di accertamento delle posizioni debitorie aperte nel sistema creditizio e dei procedimenti di realizzazione delle OO.PP. ad esse sottostanti, nonché delle attività di verifica della consistenza ed integrale ripristino dei fondi delle entrate con vincolo di destinazione». Quasi certamente, tra le opere pubbliche a cui fa riferimento il Ministero potrebbero rientrare gli svincoli di Giostra-Annunziata, per il completamento dei quali il Comune ha attinto dai fondi del proprio bilancio, accendendo un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Per fugare ogni dubbio, Coglitore chiederà lumi direttamente agli Uffici ministeriali.

Gli atri due punti degli 11 indicati Ministero che creano maggiore apprensione sono, come detto all’inizio, quelli relativi alle Società partecipate ed al Fondo di svalutazione crediti. Sulla situazione delle società partecipate, vero tallone d’Achille dei bilanci comunali, il piano decennale di riequilibrio non contiene una fotografia nitida né fornisce dati certi e definitivi sui conti delle stesse. Su questo punto, Coglitore spiega che sarà il dirigente competente Antonino Cama a dover sbrogliare la complicata matassa. Di certo c’è, però, che da quando è stato approvato il piano di riequilibrio in Consiglio comunale (è passato quasi un mese), non sono stati esitati né il contratto di servizio tra Comune e Atm – sulla cui riorganizzazione futura si continua a discutere senza ancora essere arrivati al punto – né il contratto di servizio con l’Amam , che rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda il piano inviato a Roma. In base all’atto firmato dal commissario Croce e dal presidente dell’Amam, Alessandro Anastasi, nelle casse di Palazzo Zanca dovrebbero infatti arrivare ben 15 milioni di euro all’anno. Tuttavia, il contratto, già emendato rispetto alla versione originaria, è ancora al vaglio del Collegio dei revisori dei conti, che attendono di conoscere il contenuto del parere legale richiesto all’Avvocatura di Palazzo Zanca dai consiglieri comunali. Intanto, il tempo passa inesorabilmente e, entro un mese, il Comune dovrà comunicare al Ministero «l’esito della verifica sulla situazione delle società partecipate e dei relativi oneri a carico del bilancio, con particolare riferimento alla quantificazione dell’azienda trasporti Atm, nonché l’esito dell’attività di allineamento dei dati contabili con gli organismi partecipati».

I dubbi del Ministero si concentrano anche sul Fondo di svalutazione crediti che, nel bilancio di previsione 2012 approvato il 31 dicembre, ammonta ad euro 10.000.653. A tal proposito, va detto che con il verbale di chiusura dell’esercizio 2012 – datata 25 gennaio 2013 -, Coglitore ha dovuto eliminare i 40 milioni promessi dal presidente delle Regione siciliana Rosario Crocetta e previsti nel salva-comuni regionale, in quanto si tratta di somme vincolate all’erogazione del fondo di rotazione nazionale. Diciotto di questi quaranta milioni erano stati inseriti come incremento del Fondo svalutazione crediti, che era “lievitato” sino a 28 milioni. Nel piano di riequilibrio, la cifra riportata è comunque quella di dieci milioni, ma in ogni caso il Ministero ha avanzato qualche perplessità. Toccherà al Comune, su questo e gli altri dieci punti, convincere il Governo della bontà e legittimità del piano decennale di riequilibrio, a cui è appesa l’unica speranza per il Comune di Messina di scongiurare il default. (Danila La Torre)

6 commenti

  1. Si legge:”c’è chi si dice molto preoccupato ed è convinto che il passaggio successivo sarà la bocciatura del piano e l’inevitabile fallimento del Comune; c’è chi invece difende la concretezza di quanto previsto nel documento di riequilibrio, che ha però il suo punto più debole nelle partecipate, Atm in primis.” Chi manifesta preoccupazione è nel giusto anche perché è consapevole che l’intero “piano di riequilibrio” poggia sul nulla e stenta nel convincere per il suo andamento claudicante, assimilabile ad una “Anatra zoppa”. Certamente in questa città tutto è possibile come gli avvenimenti di un passato recente dimostrano. Vi ricordate l’Istituzione per i sevizi sociali? Ebbene detta Istituzione dal 2000, anno della sua costituzione sino al 2007 ha impostato la propria contabilità nel pieno rispetto delle norme di cui al decreto legislativo 267/2000 che imponevano il necessario allineamento fra la contabilità dell’Istituzione (ma anche delle aziende speciali – Atm) con quella dell’ente di appartenenza, ossia del Comune di Messina. Ebbene tale forma di contabilità, correttamente impostata presso l’Istituzione per i servizi sociali di Messina, secondo le norme legislative vigenti in materia di finanza pubblica, è stata contestata dai dirigenti dell’area finanziaria del Comune di Messina, anche se tutti i “Bilanci Consuntivi” dell’Istituzione per i servizi sociali sino all’esercizio 2006 erano stati approvati dal Consiglio Comunale, così come prescrive la legge. Ma anche la magistratura, certamente quella ordinaria e non quella contabile, con l’ausilio di esperto (però in materia di contabilità privata), ne ha condiviso la contestazione inizialmente manifestata dagli organi dirigenti del Comune di Messina. Adesso il Ministero, guarda caso, chiede se esiste, (ma non esiste), l’allineamento fra la contabilità dell’Atm (economico-patrimoniale), azienda speciale assimilabile, per legge, alle Istituzioni ed alle partecipate con la contabilità del Comune (finanziaria, economico-patrimoniale). Ecco perché il piano di riequilibrio non solo è da ritenersi, zoppo, ma sopratutto inconcludente, e tutto questo con buona pace delle istituzioni cittadine che da alcuni anni a questa parte hanno fatto a gara per affossare sempre più la nostra città. Risollevare le sorti della mostra città certo che è possibile, ma non con questi personaggi. E siamo agli inizi

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  2. non hanno capito che i controllori sono più bravi di loro convinti come sono che scrivono quattro carte e tutto va bene madama la marchesa.Farebbe bene Croce a fare redigere il bilancio a persone competenti.

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  3. accanimento terapeutico

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  4. Purtroppo, c’è poco da sperare, perchè la dichiarazione del dissesto finanziario del Comune di Messina è ormai prossima. Cari consiglieri, e dirigente della ragioneria, cominciate a riflettere sulle vostre responsabilità e buona fortuna…!

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  5. ART.21 COSTITUZIONE. Mi tocca fare, ancora una volta, il Consigliere Comunale della commissione POLITICHE FINANZIARIE. Ho analizzato le ENTRATE del TITOLO 4, dei bilanci di previsione dal 2008 in poi, sono quelle derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale dallo Stato, Regione o da altri soggetti,e da riscossione di crediti. In particolare ho ricavato l’incidenza %, rispetto al totale
    generale, a) delle entrate accertate nell’ultimo esercizio chiuso, b) delle previsioni iniziali, c) delle previsioni finali di competenza.
    http://img802.imageshack.us/img802/8517/titolo41.png
    http://img213.imageshack.us/img213/8004/titolo42.png
    http://img339.imageshack.us/img339/4703/titolo43.png
    Inoltre ho approfondito, sempre del TITOLO 4, uno dei punti, su cui il Ministero degli Interni chiede chiarimenti, rilevando l’incidenza in valore assoluto della Categoria 01, sono le Alienazioni di Beni Patrimoniali.
    http://img827.imageshack.us/img827/3576/categoria01titolo44.png. Come vedete, Palazzo Zanca, pur avendo come riferimento i dati statistici degli ultimi esercizi chiusi, prevede differenze altissime con le previsioni iniziali e finali, e tra previsione iniziale e finale, incidendo in modo anomalo sul totale generale delle entrate.
    I tre link seguenti danno l’immagine grafica dell’andamento delle previsioni della CATEGORIA 01, l’alienazioni di Beni Patrimoniali.
    http://img842.imageshack.us/img842/874/categoria01titolo41.png
    http://img7.imageshack.us/img7/4683/categoria01titolo42.png
    http://img16.imageshack.us/img16/6126/categoria01titolo43.png
    Capite adesso le perplessità del Ministero degli Interni, a seguire quelle della Corte dei Conti, gli unici a non essere perplessi sono i Revisori dei conti e le belle addormentate della Commissione Politiche Finanziarie di palazzo Zanca.

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  6. ART.21 COSTITUZIONE.ART.1 COSTITUZIONE.Gli amici mi dicono di chiarire meglio il legame tra AVANZO/DISAVANZO di amministrazione e i RESIDUI attivi/passivi. Non devo di certo spiegarlo alla casalinga,che si occupi di bilancio familiare, o a chi,nel proprio mestiere,ha a che fare con ricavi e spese,sanno benissimo di questo legame,ma lo farò per le belle addormentate della commissione POLITICHE FINANZIARIE di palazzo Zanca. Se i residui ATTIVI,cioè entrate accertate ma non ancora riscosse nonché entrate riscosse ma non ancora versate,superassero quelli PASSIVI,cioè spese già impegnate e non ancora ordinate ovvero ordinate ma non ancora pagate, sommati al FONDO DI CASSA,cioè al risultato contabile tra l’iniziale di cassa dedotti i pagamenti dell’anno e sommati gli incassi dell’anno,produrrebbero un AVANZO di amministrazione,di cui la casalinga o la partita IVA non sarebbero contenti,se avessero dubbi sull’esigibilità dei RESIDUI attivi,perché sanno bene degli effetti negativi di un bilancio,che tenga conto di un totale generale delle ENTRATE,cui si somma un AVANZO,che è solo sulla carta,spesso straccia dei bilanci di previsione. La montagna di RESIDUI attivi,al Comune di Messina,ha sempre superato di molto, quella,altrettanto elevata,dei RESIDUI passivi,producendo sempre AVANZO si amministrazione, anche nel 2012 di Luigi Croce,in un Municipio con le pezze nei pantaloni.

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