Città Metropolitane: decisivo il ruolo di Messina e dei deputati messinesi

Città Metropolitane: decisivo il ruolo di Messina e dei deputati messinesi

Rosaria Brancato

Città Metropolitane: decisivo il ruolo di Messina e dei deputati messinesi

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mercoledì 05 Marzo 2014 - 17:12

Nell'approvazione dell'emendamento sulle Città Metropolitane decisivo è stato il ruolo della città dello Stretto. Sia sui contenuti, perchè il testo dell'emendamento nasce dalla proposta del professor Michele Limosani consegnata ai Drs, che sulla mediazione e sinergia portata avanti in Aula fino al momento del voto.

Nell’approvazione dell’art.7 emendato relativo alle Città Metropolitane decisivo è stato il ruolo di Messina e della deputazione messinese.

Decisivo sul piano dei contenuti, perché l’emendamento approvato ieri all’Ars a maggioranza, è quello che il 9 febbraio il prorettore di Messina, Michele Limosani (vedi allegato)ha consegnato al capogruppo dei Drs Beppe Picciolo in occasione di un incontro sul tema dello Statuto e che è stato dato anche alla deputazione con un solo obiettivo: sostenerlo in Aula.

Messina quindi è stata decisiva per salvare quella parte della riforma delle province falcidiata dal voto segreto e dai franchi tiratori nei giorni scorsi. Ma è stato decisivo anche il lavoro di mediazione e sinergia che i deputati messinesi, Drs e Ncd hanno portato avanti per arrivare al via libera sull’emendamento. Beppe Picciolo e Marcello Greco (insieme ai deputati Drs) hanno presentato l’emendamento, condividendolo insieme al collega Nino Germanà del Ncd, portando in Aula un testo che ha convinto tutti, M5S compreso.

Nell’intervenire per spiegare il suo voto contrario all’emendamento Musumeci, ha stigmatizzato il comportamento del presidente Ardizzone perché a suo dire, sarebbe stato “sbilanciato” a favore della Città Metropolitana di Messina. Verrebbe da dire ben venga che la deputazione messinese si faccia valere all’Ars per ottenere non un favore ma un ruolo che la città dello Stretto merita.

L’Ars dovrà anche chiarire il tipo di governante e le funzioni e ci auguriamo che non venga stravolto l’impianto complessivo. In ogni caso, questo è il punto dell’emendamento proposto dal professor Limosani e fatto proprio dai deputati e che ha consentito il via libera alle Città Metropolitane: “ 2. In sede di prima applicazione della presente legge, il territorio delle Città metropoli-tane coincide con quello delle aree metropolitane individuate con decreto del Presidente della Regione del 10 agosto 1995 e dei rispettivi comuni. Il sindaco del comune capoluogo assume la denominazione di sindaco metropolitano e il consiglio metropolitano è costituito dai sindaci dei comuni appartenenti alla città metropolitana” e che riportiamo in allegato.

"Esprimiamo grande soddisfazione per la mediazione che ha portato all'approvazione dell'articolo 7 sulla norma che restituisce le città metropolitane raggiunta grazie al testo di un emendamento firmato e presentato da tutti i deputati del gruppo Drs e firmato anche da Germanà del Ncd- scrivono in una nota congiunta Picciolo e Greco- Se non ci fosse stato il nostro emendamento, scelto dal governo tra tutti quelli analoghi presentati, le aree metropolitane sarebbero saltate, soprattutto per ciò che era successo in Aula sull'articolo 1. Siamo soddisfatti che attorno alla nostra proposta si sia costruita una maggioranza d'Aula, che comprende due partiti dell'opposizione come il Ncd e i Cinquestelle, che ha fatto fare un passo importante alla riforma ed alla Sicilia, non limitando la istituzione delle città metropolitane ai soli tre comuni di Palermo, Catania e Messina, ma aree vaste cosi come previsto dalla norma del 1995".

Anche Nino Germanà, Ncd, si dice soddisfatto per il risultato raggiunto: "Insieme al collega Picciolo abbiamo cercato una soluzione per venire a capo di questa faccenda. Il nostro obiettivo è preservare l'opportunità che le realtà siciliane trarrebbero dall'acquisizione di status di città metropolitane".

Anche i 5Stelle hanno votato positivamente la norma, chiarendone le motivazioni:

“Rivendichiamo – afferma il capogruppo Francesco Cappello – la costituzione delle città metropolitane secondo la formulazione dell'articolo 7, anche perché più volte abbiamo detto che questa legge non poteva servire a costituire le città di Palermo, Messina e Catania come città monocratiche che escludessero tutto il territorio circostante, tutti quei comuni, cioè, facenti parti dell'area istituita nel 1995 e che non possono essere esclusi dagli eventuali benefici che deriveranno dalla futura programmazione europea”.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. bella fregatura

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