Rimborsi alle case di cura di Messina, Procura insiste: "Erano gonfiati, processo per tutti"

Rimborsi alle case di cura di Messina, Procura insiste: “Erano gonfiati, processo per tutti”

Alessandra Serio

Rimborsi alle case di cura di Messina, Procura insiste: “Erano gonfiati, processo per tutti”

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giovedì 06 Luglio 2023 - 07:20

Al vaglio preliminare l'indagine della Gdf sui controlli dell'Asp e le presunte truffe alla sanità pubblica

MESSINA – Non ci sono altre “scremature” da effettuare: tutti gli indagati che sono arrivati al vaglio preliminare meritano di essere processati, così da poter approfondire al dibattimento le loro effettive responsabilità, che secondo la Procura sono provate. E’ questo il senso della discussione del pubblico ministero Piero Vinci che, in apertura dell’udienza preliminare sul caso dei presunti rimborsi gonfiati ad alcune cliniche private messinesi, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti, persone indagate e società. Nei mesi scorsi la Procura, rispetto al quadro iniziale delle accuse, aveva stralciato alcune posizioni e “cassato” alcuni reati, probabilmente mandando tutto verso l’archiviazione. Per quel che è rimasto in piedi a carico dei 17 indagati, comunque il grosso delle ipotesi d’accusa, ora vuole che si faccia il processo.

Il clamoroso sequestro

Si è aperto così il vaglio preliminare dell’inchiesta denominata Drg, effettuata dalla Guardia di Finanza di Messina e scoppiata a settembre del 2021 con 25 avvisi di garanzia, tre misure cautelari e i clamorosi sequestri dei beni alcune note case di cura, per complessivi 3 milioni di euro, sequestri poi revocati poco dopo dal Tribunale del Riesame. Se ne occupa il giudice Torre che dopo aver dato la parola ai primi difensori ha rinviato al prossimo 11 settembre per poter ascoltare gli ultimi legali, poi decidere.

Le cimici della Finanza e le testimonianze dei dipendenti della gioielleria

I finanzieri controllarono le schede di rimborso delle case di cura tra il 2017 e il 2018. Nel 2019 hanno poi messo sotto controllo la coordinatrice del Nucleo di Controllo Asp, Maria Giuliana Fazio, intercettando le sue conversazioni. Alcuni messaggi agli atti dell’inchiesta risalgono però addirittura al 2016.

Le cimici degli investigatori hanno intercettato tante conversazioni tra i responsabili delle case di cura e la funzionaria, che ha ammesso ai finanzieri di avere con loro un ottimo rapporto. L’ipotesi che attraverso il Drg, il documento di sintesi che le strutture presentano all’Asp per i rimborsi, eludendo i controlli, alla sanità privata arrivavano rimborsi “gonfiati”. La manager pubblica ha però negato di aver ricevuto alcun favore dai patron delle cliniche.

Secondo la Procura, però, le cose stanno diversamente. Le Fiamme Gialle hanno infatti raccolto le testimonianze di alcune dipendenti di una gioielleria del centro città che hanno raccontato che la donna era passata a provarsi alcuni monili, poi pagati da emissari di uno dei gruppi sanitari coinvolti.

Un commento

  1. Chissà se stavolta finalmente andranno fino in fondo, io ne dubito, ma tutto è possibile.

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