De Luca in Aula: "Sulle baracche non si fa politica. Si sono persi 58 anni"

De Luca in Aula: “Sulle baracche non si fa politica. Si sono persi 58 anni”

R.Br

De Luca in Aula: “Sulle baracche non si fa politica. Si sono persi 58 anni”

Tag:

R.Br |
martedì 04 Settembre 2018 - 18:38

Ad aprire i lavori della seduta straordinaria di consiglio comunale è stato il sindaco, che ha parlato per più di un'ora ripercorrendo l'excursus della delibera sull'Agenzia di Risanamento. Ecco cosa ha detto.

De Luca inizia il suo intervento ricordando due punti di partenza: la Proposta di legge al 6 aprile 1960 con la quale si chiedeva una legge d’emergenza per sbaraccare Messina e risanare e la lettera del prefetto Alecci datata 27 settembre 2007 e indirizzata all’allora sindaco Genovese su Fondo Fucile. In quella nota l’allora prefetto Alecci evidenziava una situazione gravissima e che necessitava di immediati interventi, così come emerso anche dalle relazioni del comandante dei vigili del fuoco e del direttore dell’ufficio del genio civile, nonché di Arpa e Ausl. Nel 2007, quindi 11 anni fa le condizioni di Fondo Fucile erano di “estrema criticità” e il prefetto segnalava l’urgenza di immediati interventi. Alecci inoltre contestualmente aveva trasmesso tutti gli atti alla Procura.

Dal ’90 circa 600 alloggi su oltre duemila hanno trovato soluzione al loro dramma- ha detto De Luca nell’intervento-La legge ’90 era ben dotata dal punto di vista finanziario ma i soldi non si sono movimentati, tanto che il Fondo nel 2004 è stato usato dei vecchi 500 miliardi di lire con gli anni è diventato un bancomat destinato ad altri (circa 90 miliardi di euro). La legge 10 aveva vizi genetici, dovuti alla politica, alla suddivisione di competenze tra Comune e Iacp. Il Comune è il soggetto destinatario dei finanziamenti mentre l’Iacp è il soggetto attuatore, da qui le conseguenze che hanno portato al fallimento della legge. L’Ars ha finito così col prelevare soldi a noi destinati senza che NESSUNO GRIDASSE ALLO SCANDALO. Ho proposto la costituzione dell’Agenzia per superare la divisione di competenze e soprattutto fermare il saccheggio delle risorse destinate a Messina per il risanamento.

La norma punta alla semplificazione amministrativa, lo strumento è l’Agenzia. I maggiori ostacoli li ho avuti in quei giorni da parte dei deputati messinesi. Io mi sono venduto il mio voto per la città di Messina, perché il mio voto era decisivo per la maggioranza all’Ars ed io sì, ho dato quel voto per avere risposte per Messina.

Ora sono sindaco, cavaliere solitario errante in quest’Aula e ho messo la quinta, la sesta marcia. Ci conoscono come la città delle baracche e io ho iniziato da qui

De Luca ripercorre quindi le tappe che hanno portato all’ordinanza sullo sbaraccamento ribadendo il cronoprogramma: 31 ottobre tutti fuori dalle baracche e 31 dicembre fine delle demolizioni. Subito dopo la firma dell’ordinanza il sindaco ha incontrato l’assessore regionale Falcone il 7 agosto per annunciare il percorso da intraprendere.

La mia è una decisione irreversibile su risanamento e baracche. A Palermo mi hanno riso in faccia perché conoscono il mio carattere e perché in 28 anni hanno sistemato 600 alloggi, quindi è impensabile risolvere il problema in 4 mesi. Ho risposto: voi pensate alle cose di vostra competenza e io penso alle mie. Il Consiglio che è sovrano deve stabilire se accetta ciò che ha fatto la Regione Siciliana o se non lo accetta. Sull’Agenzia non c’è alternativa. Prendere o lasciare, nel senso che l’Agenzia così come da legge o si fa o la Regione se la riprende. Altra cosa sono i contenuti dell’Agenzia”.

Il sindaco ha poi ricordato le altre azioni intraprese ad agosto, che hanno portato all’individuazione di circa 240 milioni di euro da destinare al risanamento, nonché le richieste di dichiarazioni dello Stato d’emergenza da portare all’attenzione dei governi regionale e nazionale.

Mi auguro che lo Stato e la Regione ci sostengano in questa battaglia. Il 10 agosto ho incontrato i capigruppo consiliari per circa 3 ore. In quella occasione ha spiegato l’iter e l’urgenza del provvedimento. Ricordo anche che il presidente Cardile disse: siamo pronti a riunirci anche il 15 d’agosto. Il 13 incontrai anche i deputati regionali e nazionali, ai quali ho dato tutti i documenti e li ho pregati di dare il loro contributo in questa sfida. Ho incontrato i dirigenti, i responsabili dell’Asp e dell’Arpa. Ricordo a tutti che ci sono 53 mila metri quadrati d’amianto….quanto 3 campi di calcio, nelle baraccopoli. Stiamo facendo un censimento ed i dati emersi sono importanti e allarmanti. Il 14 agosto ho disturbato anche il presidente del collegio dei revisori per avere il parere sulla delibera per l’Agenzia”.

Il primo cittadino elenca poi i successivi passaggi con l’incontro con l’Iacp, la richiesta di convocazione urgente del Consiglio. Il 20 agosto parte la nota di convocazione della Commissione consiliare ma in quella seduta di Commissione (il 27 agosto) non sono stato invitato né chiamato successivamente.

Dal 20 d’agosto in poi scattano gli attacchi nei miei confronti, sia sui social che sulla stampa ma dai quali ho capito che non c’era conoscenza degli atti. Mi chiedo, ci eravamo lasciati con una stretta di mano il 10 agosto, quindi cosa è successo dopo? Il 27 agosto vengo processato in Commissione bilancio, senza neanche chiamarmi. Nei giorni successivi Musumeci e Falcone hanno ribadito che avrebbero sostenuto la dichiarazione d’emergenza ma che sarebbero venuti solo al momento dell’atto definitivo perché non volevano fare passerelle. Anche il ministro Salvini, per giunta davanti alle telecamere ha detto: conosco le baracche di Messina e farò la mia parte per la dichiarazione dello Stato d’emergenza in Consiglio dei ministri dopo che la Regione avrà fatto la sua parte. Ne consegue quindi che tutti sapevano che cosa si era messo in moto, sia a Messina che con Musumeci e Salvini.

Il sindaco ricorda la seconda seduta di commissione consiliare, stavolta alla sua presenza e durata 5 ore, durante la quale c’è stato tempo e modo di rispondere a tutte le domande ed a tutte le richieste di chiarimenti

Nella delibera c’è la mia firma, andiamo avanti, datemi la possibilità di portarla a termine. Però io mi sono fatto tappetino pur di portare il risultato ed invece Cardile, invece di parlare da consigliere ha parlato da presidente dell’Aula. E non è consentibile che l’amministrazione si faccia tappetino con la Regione e il Consiglio dia schiaffi. Non si può fare politica con il risanamento e le baracche. Com’è possibile che dopo 5 ore di discussione mi ritrovo il giorno dopo con un ordine del giorno firmato da 27 colleghi che andava contro l’azione che io, da sindaco, avevo condotto con successo finora? Quell’odg metteva in discussione la credibilità della Regione sui 500 mila euro. Pensavate forse che io sarei potuto venire qui con la valigia piena di soldi? Siete venuti in Aula in quella seduta pensando di fare, scusate il termine, tagliafaccia.

Ma io NON ACCETTO DI ESSERE PRIGIONIERO DI UN CONSIGLIO COMUNALE che su cose così importanti fa ostruzionismo. Io me ne sono andato provato quella sera, perché ho capito che le strette di mano, la disponibilità fino a quel momento annunciata era stata sacrificata sull’altare della politica. Il tema non era l’Agenzia, ma un atteggiamento trasversale ed al primo vero banco di prova è saltato il patto di bon ton che avevo cercato di costruire in questi due mesi. Non ho annunciato le dimissioni per costringere l’Aula a votare. Io sono dimissionario, il 30 presenterò la lettera. Non posso andare a mille, fare di tutto, farmi tappetino, muovermi a livello istituzionale e poi il Consiglio fa altro. Andiamo a due velocità. Stasera potete fare quello che volete con l’Agenzia. Nessuno può permettersi di dire che io ricatto il Consiglio o faccio pressioni. Se devo restare dipende da altre dinamiche. O accettate correttamente di modificare il regolamento consiliare per darmi garanzie sui tempi o andremo sempre in conflitto, ci sarà sempre il corto circuito. Concludo signor presidente per la pazienza che ha avuto. Nonostante ciò che si è consumato qui il 30 agosto, noi siamo andati avanti per il risanamento. Validi impiegati e dirigenti hanno portato avanti il censimento. Certo non mi aspettavo di ricevere lunedì un povero cristo con un certificato di asbestosi, tumore ai polmoni, collegato alla sua presenza nella baracca con amianto. Lui ha diritto alla casa. Voi pensate davvero che io non mi sento costretto adesso di ordinare un CONTROLLO A TAPPETO DELLE CONDIZIONI IN CUI VIVONO IN QUELLE BARACCHE I MESSINESI?”

R. Br.

Un commento

  1. Ben venga un controllo a tappeto dovrebbe valere anche per il passato ?Nessuno deve essere tranquillo se nel passato ha falsificato il vero

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007