CapitaleMessina: “Non siamo profeti di sventura, controlliamo l’operato dei nostri amministratori”

CapitaleMessina contro Guido Signorino, terzo round. Nei giorni scorsi l’associazione aveva parlato di un piano di riequilibrio insostenibile a cui mancherebbero già 23 milioni di euro (VEDI QUI). Immediatamente era arrivata la replica piccatissima del vicesindaco e assessore al Bilancio che li aveva etichettati come “profeti di sventura” replicando alle tante osservazioni di natura economico-finanziaria che CapitaleMessina aveva sollevato (VEDI QUI). La polemica però è ancora aperta. E l’associazione ha messo nero su bianco una nuova replica indirizzata all’assessore Signorino per dire innanzitutto che non è disposta ad accettare alcun tipo di tentativo di ridicolizzazione. «CapitaleMessina è una associazione di cittadini che, avendo a cuore le sorti del territorio, esercita in trasparenza il diritto/dovere di controllo civico sull'operato dell'amministrazione. A nessuno è consentito irridere a questo esercizio di democrazia. Nessuno di noi è ‘profeta di sventura’, né intende partecipare, silente, al “funerale” della nostra Città. Semplicemente registriamo fatti e situazioni oggettive e in ogni caso, anche quando esprimiamo critiche all'Amministrazione comunale, lo facciamo nel pieno rispetto delle persone e delle opinioni altrui, senza epiteti ingiuriosi o attacchi personali. Desideriamo precisare, inoltre, che con l'assessore Signorino non abbiamo potuto confrontarci dettagliatamente perché mai ci ha concesso l'incontro che più volte gli abbiamo sollecitato».

La nota, firmata dal vicepresidente e portavoce da Gianfranco Salmeri e dal coordinatore del tavolo tematico dedicato alla finanza Paolo Bitto vuole poi entrare nel merito delle questioni tecniche e politiche per dire a Signorino che i messinesi sono stanchi delle sue “promesse” e delle ripetute “rassicurazioni”.

«Ancora oggi apprendiamo che l’ordinanza n.161 del 30 luglio 2015, relativa al passaggio di competenze e personale dall’ATO all’AMAM sarà revocata. Anche su questo delicato passaggio, dopo le perplessità rappresentate dalla consigliera Antonella Russo e dai Revisori dei Conti, il Vice-Sindaco assicurò che l’operazione messa in atto era sostenibile e di non avere dubbi sulla bontà del percorso intrapreso non temendo ostacoli di tipo giuridico né tanto meno di tipo economico, ma i fatti gli hanno dato palesemente torto. Per il resto la valutazione tecnica e costruttiva di Messina Capitale si basa su un convincimento: il Piano di riequilibrio, così come proposto, dopo tre anni di gestazione (caso unico in Italia), non è sostenibile. Poco contano le “carte di riserva” cui si fa cenno nella “piccata” nota dell’Assessore. La verità è che, nonostante il lungo tempo trascorso e gli “aggiustamenti” in corso d’opera, il Piano di riequilibrio continua a restare nel limbo, con gravi conseguenze per la Città.

L’Amministrazione Accorinti, devono sapere i messinesi, ha già perso almeno tre importanti occasioni per “spalmare” i debiti in 30 anni. Mentre tutti i Comuni italiani hanno beneficiato delle più favorevoli previsioni per onorare i debiti delle pubbliche amministrazioni, contraendo mutui trentennali con la Cassa depositi e prestiti (vedi D.L. 35/2013 e D.L. 66/2014), i nostri Amministratori si sono cimentati a presentare un piano palesemente insostenibile che prevede il reperimento di ingenti risorse da: presunti tagli della spesa, ipotizzati profitti AMAM mai registrati per tale entità negli anni ed oggi, riteniamo, per effetto della L.R. 19 del 10 agosto non più attuali, minori trasferimenti ATM per 31.496.700. In ogni caso abbiamo una piccola certezza che sull’obiettivo del “gettito invariato” ripromesso dal governo nazionale nel considerare la riforma del Catasto, al netto dei buoni intendimenti di equità rappresentati dal Vice Sindaco, si dovrà rivedere completamente la misura 1) del Piano.

Anche la vicenda del gas è tutta da scrivere: la seguiremo con attenzione nei tempi della gara d’appalto, su cui sicuramente il Vice Sindaco e gli uffici stanno già lavorando. Con i tempi che corrono (vedi caso Tremestieri) per l’aggiudicazione occorrerà attendere qualche anno, con la conseguenza che i ricavi che si ipotizza di incassare nell’arco di 10 anni non potranno rappresentare la “carta di riserva”.

Capitale Messina comunque avrà la pazienza di attendere l’esito (approvazione Corte dei Conti) del Piano di riequilibrio targato Signorino. Nel frattempo, sempre in modo costruttivo invitiamo il Vice Sindaco ad adoperarsi per porre in essere (non l’ultimo giorno) tutte le condizione per poter beneficiare delle previsioni di cui al D.L. 35/2013 (recentemente rifinanziato). In tal modo, potrebbe ridurre la pesante quota di ammortamento che, anche nell’ipotesi di approvazione del Piano di riequilibrio, decreterebbe la morte sociale ed economica di Messina. Diversamente, sarebbe come fare le nozze con i fichi secchi!»