S. Teresa. Il bilancio del "Vivaio delle diversità": un anno di attività per 25 giovani

S. Teresa. Il bilancio del “Vivaio delle diversità”: un anno di attività per 25 giovani

Redazione

S. Teresa. Il bilancio del “Vivaio delle diversità”: un anno di attività per 25 giovani

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giovedì 29 Settembre 2022 - 09:46

Un luogo di condivisione e sperimentazione con laboratori formativi anche per diversabili

S. TERESA – Si è concluso il progetto “Il loto blu. Il vivaio delle diversità” promosso dall’associazione Scirocco onlus. “In questi anni di attività “coraggiosa” e determinata nel campo delle strategie e pratiche inclusive – ha spiegato in un incontro conclusivo la presidente Antonella Casablanca – abbiamo portato avanti progettualità condivise con l’amministrazione comunale di S. Teresa e con diverse realtà associative come Penelope, Dispari e Comitato Ionico Beni Comuni. Grazie a questa sinergia è stato possibile avviare un processo di condivisione dal basso che ha visto coinvolte in prima linea le famiglie e i giovani diversamente abili e in situazione di svantaggio sociale”.

Il progetto “Loto blu”

L’esperienza dell’orto sociale avviata 4 anni fa nel Comune di S. Teresa ha dato linfa a nuove idee grazie alle quali sono stati costruiti progetti di continuità e di potenziamento delle attività in favore dei giovani. “Potremmo dire – ha aggiunto Antonella Casablanca – che dal progetto “madre” Alter Farm sono state generate delle talee. Ognuna di esse propagandosi ha dato vita a nuove piante inclusive che si sono diffuse radicandosi nel terreno – comunità. I frutti raccolti hanno creato l’humus sociale e ambientale su cui è stato inserito il progetto “Il Loto Blu. Il Vivaio delle diversità” finanziato dall’Anci nell’ambito del Bando Fermenti in Comune. Il progetto, presentato dal Comune di S. Teresa in partenariato con l’associazione Scirocco, è stato avviato nel settembre 2021, per 12 mesi, è ha previsto nella prima fase la riqualificazione del prefabbricato sito in via Santi Spadaro Vico I e l’acquisto delle attrezzature e degli arredi. I giovani coinvolti, dai 16 ai 35 anni, sono stati 25, di cui 13 con diversabilità

Le attività svolte

Il progetto si è proposto di realizzare un vivaio sociale come luogo di condivisione e sperimentazione permanente nel campo della floricultura, delle erbe aromatiche e delle piante officinali attraverso la realizzazione di laboratori formativi. IL FAGIOLO MAGICO laboratorio di potatura e tecniche di coltivazionecurato dall’agronomo Massimo Di Bella; BONSAI DO laboratorio di coltivazione bonsai guidato dal bonsaista Ignazio Amenta; ZENZERO laboratorio di coltivazione di erbe aromatiche e piante officinali a cura dell’educatrice ambientale Serena Bonura e infine VASI COMUNICANTI laboratorio di produzione di vasi con la ceramista Antonella Muscolino.

“I laboratori proposti – ha proseguito la presidente dell’associazione Scirocco – si intersecano con un obiettivo comune quello di fornire al gruppo di giovani partecipanti abilità e competenze specifiche necessarie alla realizzazione dell’attività vivaistica, start up di un processo di inclusione socio – lavorativa che creerà opportunità concrete di socializzazione e di occupabilità. Il processo inclusivo è determinante per la crescita di un individuo. In una società come quella attuale altamente competitiva diventa sempre più difficile trovare uno spazio, un’opportunità di vita autonoma ed indipendente. Troppi i fattori sociali, ambientali, i pregiudizi, gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo di una crescita adulta e autonoma. La famiglia, sulle cui spalle poggia tutta la gestione dell’adulto diversamente abile, fatica “a lasciare andare” in un contesto impreparato ad accogliere, il carico di cura, di assistenza ma soprattutto del “futuro”, del Dopo di Noi, rimane ancora oggi una responsabilità dei genitori che difficilmente trovano risposta al bisogno di autonomia dei loro figli. Sostenere queste famiglie – ha concluso Antonella Casablanca – significa stabilire un legame di fiducia, percorrere insieme un tratto di strada, significa aprire varchi di opportunità creando risorse, trasformando i bisogni in servizi ed attività di rinascita e crescita. Ascoltare queste famiglie significa raccogliere il loro coraggio a piene mani e diffonderlo nelle idee che diventano “coraggiose” perché piene di energia e forza, capaci di contagiare anche le menti più ottuse e aride”. 

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