La guerra sulla clinica S. Rita, botta e risposta anche tra i lavoratori divisi in fazioni

La guerra sulla clinica S. Rita, botta e risposta anche tra i lavoratori divisi in fazioni

La guerra sulla clinica S. Rita, botta e risposta anche tra i lavoratori divisi in fazioni

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giovedì 26 Febbraio 2015 - 17:52

Cinque lavoratori hanno scritto una lettera per contestare il modus operandi della Fp Cgil e sostenere le ragioni della clinica Cot. Altri 22 hanno risposto difendendo il sindacato e l'iter seguito dal gruppo Carmona. Nel mezzo la battaglia sul futuro della clinica ad oggi rimasta senza accreditamento regionale e per i loro posti di lavoro.

Adesso in campo anche i lavoratori. Divisi, schierati in due fazioni, quasi gli uni contro gli altri a rivendicare verità e chiarezza di cui in realtà hanno bisogno tutti ma che in questo momento è difficile da trovare. La vertenza della clinica Santa Rita sta infiammando il dibattito di queste ultime settimane. Dopo i durissimi botta e risposta tra i veritici della Clinica Cot e la Fp Cgil adesso ci sono anche i lavoratori a dire la loro e a replicare alle dichiarazioni degli altri.

Cinque di loro hanno scritto una lettera per raccontare tutta la vicenda fin dall’inizio, difendere la posizione della clinica Cot e contestare il modus operandi della Fp Cgil. Altri 22 hanno risposto a questi colleghi, hanno voluto prendere le distanze da quelle dichiarazioni e hanno dato la loro versione dei fatti. Di certo c’è che tutti ci hanno messo la faccia, hanno firmato con nomi e cognomi lettere e repliche, non se le sono mandate a dire. Ma partiamo dalla prima lettera.

Stefano Brigandì, Orazio Bruschetta, Benedetta Lo Balbo Benedetta, Angelo Manganaro e Francesco Maria Meo, preoccupati per il proprio futuro lavorativo, intendono fare ed avere maggiore chiarezza sui recenti fatti e fanno iniziare il loro racconto fin dall’inizio di tutta la saga della S. Rita.

“Il 17 maggio 2012, l’ASP di Messina sospende l’attività della casa di cura per criticità emerse “sotto il profilo igienico organizzativo e assistenziale”. Il 31 ottobre 2012 interviene il fallimento della società che gestisce la clinica. Si sottolinea che i dipendenti non hanno percepito a tutt’oggi le retribuzioni a partire dal mese di novembre 2011. Dopo un lungo periodo d’inerzia complici le istituzioni tutte, nell’ottobre 2013 si intravedono i primi spiragli di una soluzione della vertenza: il 16 ottobre 2013 viene pubblicato un bando “invito a manifestare interesse all’acquisto di beni e diritti controversi”, nei termini previsti si manifesta l’interesse di una società: la Cot Spa. Tale manifestazione d’interesse si perfeziona in data 14 luglio 2014 e viene sottolineata l’estensione a “tutte le unità lavorative non ricollocate, quali risulteranno dalla contabilità della Procedura Fallimentare”. Il 24 settembre 2014 l’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia “a fronte della disponibilità alla salvaguardia dei livelli occupazionali” esprime il proprio “nulla osta alla ipotizzata cessione parziale del ramo d’azienda”. Con Decreto Assessoriale del 16 settembre 2014 vengono stanziati € 845.000, per la copertura del budget della clinica relativo alle ultime tre mensilità dell’anno. Il 9 ottobre 2014 il Giudice Delegato del fallimento rigetta le istanze proposte da Cot Spa. Nel frattempo, sull’altro fronte, l’Assessorato nega “l’assenso preventivo al trasferimento dei provvedimenti autorizzativi e di accreditamento alla Casa di Cura Carmona Srl” e lo stesso Giudice Delegato, nel provvedimento suddetto, “prende atto del rigetto della proposta transattiva”.

L’Assessorato nei termini previsti dalla legge aveva comunicato “l’avvio della procedura di revoca dell’autorizzazione sanitaria e dell’accreditamento” (18 aprile 2014) e preannunciato la “revoca definitiva” (10 novembre 2014) specificando come termine ultimo ”l’adozione del provvedimento assessoriale di approvazione della rete ospedaliera, e comunque entro il termine ultimo del 31 gennaio 2015”.

La nuova rete ospedaliera della Regione Sicilia è stata pubblicata sulla GURS in data 23 gennaio 2015 ed essa prende atto del preventivo assenso dato dagli organi della Regione alla proposta della Cot spa (9 posti letto) col mantenimento dei livelli occupazionali. I pronunciamenti della procedura fallimentare con data successiva sono tardivi, sono trascorsi oltre due anni dalla data del fallimento, con ripetute messe in mora da parte degli organi regionali.

Alla luce di quanto scritto ci stupisce l’inversione di rotta dell’avv. Di Maio, inizialmente sostenitrice della proposta della Cot spa mediante la presentazione di un reclamo al tribunale di Messina, oggi pronta a supportare a Palermo la parte avversa. Si manifesta forte preoccupazione e disagio, anche sul contegno della sindacalista Clara Crocè, rappresentante della FP-CGIL di Messina. La sindacalista ci deve spiegare perché dall’inizio di questa vertenza non ha mai inteso approfondire le reali intenzioni della Cot spa. Anche senza entrare nel merito delle differenze tra le proposte, è certamente chiaro che soltanto da una loro perfetta concorrenza, i lavoratori avrebbero trovato una loro maggiore tutela. Non solo per questo, il malessere dei dipendenti si è manifestato già nell’agosto del 2014, quando in molti hanno dato le dimissioni dal suo sindacato. Ci si chiede inoltre cosa ne pensi la CGIL, tutrice dei lavoratori, delle rinunce al pagamento delle mensilità pregresse (novembre 2011/giugno 2012), trattamento di fine rapporto ed anzianità di servizio, attualmente previste dagli esiti della procedura fallimentare.

A tutti gli enti coinvolti si chiede infine di chiarire cosa accadrà una volta rigettata definitivamente la proposta in questione: i lavoratori saranno pienamente garantiti oppure correranno il rischio di essere trasferiti in altre province o peggio perdere definitivamente il lavoro, qualora le verifiche strutturali tecnologiche ed organizzative dell’immobile della casa di cura avranno esito negativo. Si conclude ribadendo che la suindicata nuova rete ospedaliera della Regione Sicilia ha cancellato i posti letto della casa di cura, a parte quelli già previsti per la Cot spa: sulle spalle dei lavoratori si stanno dunque combattendo battaglie politiche già perdute grazie all’inerzia delle istituzioni stesse che oggi gridano all’avvenuto scippo”.

Parole che però hanno scatenato la reazione degli altri 22 dipendenti della Santa Rita che non ci stanno e non comprendono le dichiarazioni di chi, ci tengono a precisare, parla solo a nome di se stesso senza rappresentare l’intero gruppo di operatori della clinica che oggi vivono sul filo del rasoio perché non si sa più cosa accadrà.

“Il nostro obiettivo è far comprendere a tutti che l’operato FP Cgil e dei nostri legali è limpido come l’acqua. Inoltre non è vero che COT S.p.a. non è mai stata presa in considerazione. Dal punto di vista legale c’è da dire che in prima e seconda istanza è stato rigettato il reclamo da loro presentato, sancendo che non puòessere ceduto parte del ramo d’azienda a nessuno, e quindi la clinica COT non ha in tal senso alcun requisito tecnico-giuridico. Addirittura le parti reclamanti (clinica COT) sono state condannate alle spese processuali. Nessuno mai ha parlato del trasferimento in un’altra provincia dei lavoratori, si è sempre concordato e poi concluso con una approvazione a maggioranza da parte del comitato dei creditori.

Il riavvio della clinica con 40 posti letto ed il riassorbimento di tutto il personale in forza lavoro è lo sbocco più naturale e giusto di questa vertenza. L’unica azienda interessata alla riapertura dello stabile sembra essere il gruppo CARMONA S.r.l., ma ciò non esclude la manifestazione di interesse da parte di altre aziende, purchè si parli sempre di riapertura della clininca, recupeuro dei posti letto e soprattutto posti di lavoro, per quei dipendenti a cui quest’ultimo è stato strappato ingiustamente”.

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