Tra le Case Gialle, a Messina, lo Stato ancora non c'è. E chi ha responsabilità politiche ha il dovere di progettare un altro futuro per chi vive lì
di Marco Olivieri
MESSINA – “Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l’anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia”. Così Carlo Levi in un celebre romanzo. Non siamo nell’Italia ai tempi del fascismo. Siamo a Messina nel 2024. E che cosa vediamo ai margini del racconto di una giornata segnata dall’esplosione alla fabbrica Arigò di fuochi d’artificio di Contrada Calorenne? Al degrado e agli odori nauseabondi che caratterizzano una parte di Santo Bordonaro e delle Case Gialle. Non solo Cristo, qui lo Stato deve ancora arrivare. E chi ha responsabilità politiche ha il dovere di progettare un altro futuro per chi vive lì.
Tra i mobili in strada e le vie Dalla Chiesa e Falcone
Un campetto in abbandono, i segni di precedenti incendi, materassi e vecchi giocattoli a terra, spazzatura agli angoli, odore di urina che provoca conati di vomito, mobili lasciati in strada. C’è di tutto, davvero. Amministratori e consiglieri di maggioranza e opposizione, parlamentari nazionali e regionali: tutti si devono sentire responsabili. E non per fare l’ennesima polemica di stampo elettorale ma perché serve una visione a lungo respiro per tenere insieme il quotidiano e i progetti a lunga scadenza. Progetti per risanare le cosiddette periferie, per abbattere il concetto stesso di marginalità periferica. Progetti sociali e idee innovative. Anche questo è risanamento.













Leonardo Sciascia sosteneva che il magistrato dovesse provare sulla propria pelle la galera prima di decidere delle sorti degli altri. Ecco, chi governa e chi fa il politico, a tutti i livelli, deve una volta al mese tornare qui, in queste strade, tra vie paradossalmente dedicate a uomini delle istituzioni uccisi dalla mafia, come Giovanni Falcone e Carlo Alberto Dalla Chiesa. E ricordarsi sempre, recitare due volte al giorno una semplice ma decisiva litania o preghiera civile: “Io sono qui perché un giorno questi luoghi, queste strade, abbiano il volto dello Stato. E non del degrado”.
IL PROBLEMA NON CREDO CHE SIA LO “STATO” CHE ANCORA NON E’ ARRIVATO ALLE CASE GIALLE…MA DALL’EDUCAZIONE E SENSO CIVICO (CHE NON C’E’!…E TANTO MENO VOGLIO APPRENDERE) DI CHI CI ABITA!
Messinaservizi funziona a meraviglia
…….NON ho mai letto una CATILINARIA più IPOCRITA della sua……lei non si rende nemmeno conto di ciò che scrive o descrive……gli UNICI responsabili di questo SCHIFO sono coloro i quali lo causano……uno stuolo di INCIVILI,INEDUCATI,ARROGANTI,ecc.ecc. INDEGNI di vivere tra gente per bene !!!!
in questi luoghi “allergici” al vivere civile e sicuramente poco attenzionati dalle istituzioni vige il degrado materiale, sociale e culturale.
E’ inutile continuare a sperare che il cambiamento origini spontaneamente da questi quartieri.
Ci saranno di certo persone per bene, ma la maggioranza va ricondotta con metodi decisi e perentori alla normalità cittadina.
VIGILI E OPERATORI ECOLOGICI DI QUARTIERE (con incrementi economici per i risultati raggiunti) per il tempo che ci vuole, magari H24 e per almeno 1 anno..