Rapporto Almalaurea. A 5 anni dalla laurea la disoccupazione è al 22 %

Rapporto Almalaurea. A 5 anni dalla laurea la disoccupazione è al 22 %

Rapporto Almalaurea. A 5 anni dalla laurea la disoccupazione è al 22 %

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mercoledì 27 Aprile 2016 - 11:03

L’85% dei laureati di Messina (molto più della media nazionale) esprima soddisfazione per il proprio corpo docente, e in larghissima parte esprima soddisfazione per la scelta effettuata e la ripeterebbe

AlmaLaurea ha presentato, oggi, il XVIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani. I laureati 2015 dell’Università di Messina coinvolti nel XVIII Profilo dei laureati sono 4.324. L’indagine sulla Condizione occupazionale, invece, ha riguardato complessivamente 7.122 laureati dell’Ateneo. La sintesi si è concentrata sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2014, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati magistrali biennali del 2012 intervistati a tre anni e del 2010 intervistati a cinque anni.

I dati attestano il valore della laurea ottenuta a Messina: a cinque anni dal conseguimento del titolo, infatti, la percentuale di disoccupazione dei laureati Unime è pari al 22%, contro un tasso di disoccupazione giovanile nazionale del 44,2%.

“Secondo il rapporto – afferma il prof. Dario Caroniti, Presidente del Centro Orientamento e Placement d’Ateneo – i laureati dell’Università di Messina hanno molta più facilità di trovare un posto di lavoro rispetto ai loro coetanei che non hanno completato gli studi: scegliere l’Ateneo di Messina apre molte possibilità lavorative che contribuiscono a ridurre la disoccupazione giovanile. È poi assai rilevante notare come l’85% dei laureati di Messina (molto più della media nazionale) esprima soddisfazione per il proprio corpo docente, e in larghissima parte esprima soddisfazione per la scelta effettuata e la ripeterebbe”.

Anche la qualità del lavoro ottenuto dai laureati di Messina è leggermente al di sopra della media nazionale: la metà di quanti lavorano a un anno dalla laurea ha un impiego a tempo indeterminato, contro il 37 per cento della media nazionale.

“A questo dato – aggiunge il prof. Caroniti – si arriva anche grazie alle politiche di placement attivate dal C.O.P., che fanno dell’Università di Messina uno dei primi tre atenei italiani per la promozione dei contratti di apprendistato, sempre attento ai rapporti con le imprese, al punto che quasi tutti i laureati hanno svolto attività di tirocinio presso aziende durante il loro corso di studi”. Anche la percentuale di quanti lavorano a distanza di cinque anni dall’ottenimento del titolo di studio è molto vicina alla media nazionale, nonostante le difficoltà economiche che affliggono il nostro territorio.

Rispetto al passato c’è un’inversione di tendenza che porta ad aumentare notevolmente gli sbocchi lavorativi nel settore privato, quasi il 70 per cento dei laureati che trovano occupazione, contro circa il 25 per cento che trova occupazione nel pubblico. Crescente è, poi, la quota di quanti trovano sbocco nel settore del no profit, circa il 6 per cento.

Va segnalata, altresì, la dimensione non solo regionale dell’Ateneo peloritano, che ha un numero di laureati stranieri (0,9%) in significativa crescita, sensibilmente maggiore rispetto alle altre università siciliane. Superiore pure il numero dei laureati provenienti da altre regioni di Italia (27%).

2 commenti

  1. Sono dati che non hanno senso! AlmaLaurea dovrebbe spiegarci quanti laureati hanno trovato lavoro utilizzando il titolo conseguito. Se un laureato, dopo cinque anni che ha conseguito la sua laurea, trova posto come commesso part-time, cosa c’entra l’Università? Non illudiamo la gente, non è da professionisti. Caroniti spieghi meglio quanto è spendibile il titolo sul mercato del lavoro, non metta nel conto chi, dopo aver speso (o perso?) cinque anni sui libri, si trova costretto a fare il manovale o a lavorare in un callcenter.

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  2. Sono dati che non hanno senso! AlmaLaurea dovrebbe spiegarci quanti laureati hanno trovato lavoro utilizzando il titolo conseguito. Se un laureato, dopo cinque anni che ha conseguito la sua laurea, trova posto come commesso part-time, cosa c’entra l’Università? Non illudiamo la gente, non è da professionisti. Caroniti spieghi meglio quanto è spendibile il titolo sul mercato del lavoro, non metta nel conto chi, dopo aver speso (o perso?) cinque anni sui libri, si trova costretto a fare il manovale o a lavorare in un callcenter.

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