Genovese, la Giunta per le autorizzazioni a procedere chiede tempo per le carte

Genovese, la Giunta per le autorizzazioni a procedere chiede tempo per le carte

Rosaria Brancato

Genovese, la Giunta per le autorizzazioni a procedere chiede tempo per le carte

Tag:

mercoledì 26 Marzo 2014 - 18:37

La Giunta per le autorizzazioni a procedere ha incardinato la richiesta d'arresto per Genovese. Il relatore ha chiesto almeno 10 giorni di tempo per studiare le carte. Se in casa Pd l'orientamento è quello di votare per il sì qualora vi siano i presupposti, in casa Ncd le dichiarazioni di Garofalo, che ha detto di voler votare contro, hanno scatenato le reazioni dei Giovani alfaniani e non solo. Intanto approfondiamo il "sistema" che ha visto coinvolti, a vario titolo, politici e dirigenti, attraverso una rete di collocamento di familiari.

S.La Macchia: ahi , ahi, come si deve fare.. questa cosa ci ha ammazzato compare…

Gullo: ah?

S. La Macchia: sta cosa ci ha ucciso completamente…

Gullo: io me lo aspettavo…no che me lo aspettavo…si c'era sentore….

S. La Macchia: ormai… ma io infatti non mi riferisco a lui… c'e' questo o questo o ormai il fatto… il fatto accaduto prima ci aveva sgonfiato completamente …

Gullo: quale?

S. La Macchia: l'Avviso di Garanzia…infatti io perché ti dico, non e' solo un problema ormai politico… perché fosse stato un problema politico, già il fatto accaduto, lo aveva ucciso completamente …

Gullo: qua è un crescendo….perché la seconda rata saranno altri cinque…

S. La Macchia: Si, si…

Gullo: poi ci sarà la terza rata… fino a quando non arrivano a lui

Dopo gli arresti di luglio scorso, nell’operazione Corsi d’oro, Salvatore La Macchia e Luigi Gullo erano consapevoli che un intero sistema si sarebbe scardinato lentamente e che l’inchiesta era solo all’inizio. Ritenere che Genovese possa aver fatto tutto da solo, sia pure con una famiglia numerosa, sarebbe riduttivo ed infatti, con le intercettazioni e le indagini scattate da maggio 2013 si è fatta luce su quello che potremmo definire il sistema Genovese ma che si reggeva in piedi grazie ad una gerarchia dove politici di vario livello, burocrati, dirigenti, impiegati, collaboratori, ognuno faceva la sua parte e ne traeva il suo personale vantaggio.

Ehhh… io ho fatto la mia parte … e sono l'unico che resta fregato di tutto il giro”,

commentava Salvatore La Macchia preoccupato per gli sviluppi di un’inchiesta che infatti, sta travolgendo il sistema Genovese, e che ancora non è finita con quella che chiamavano “la terza rata”. Come un gigante dai piedi d’argilla il colosso si sta sgretolando coinvolgendo quanti, a vario titolo, hanno contribuito a tenerlo in piedi. Esisteva un quadro politico-istituzionale che faceva da sfondo al sistema affaristico-elettorale, un meccanismo rodato in cui ognuno aveva un suolo ruolo, c’era chi si occupava della gestione amministrativa, chi curava i rapporti con gli uffici provinciali e regionali, chi la gestione finanziaria.

La casella di partenza dell’indagine, temporalmente, ha inizio quando, il 5 dicembre 2011, con la circolare n°31, firmata dall’allora direttore generale Ludovico Albert, si modifica il sistema della formazione, consentendo la cessione di rami d’azienda. Fino ad allora era possibile solo acquisire “il monte ore” e relativo personale, invece con la circolare 31 si apre la strada alla “caccia all’Ente”. Con il via libera alla cessione dei rami d’azienda se si considera che il patrimonio di un ente di formazione è costituito dalle ore finanziate, consentire a pochi di controllare un enorme bacino di lavoratori e corsisti avrà immediate conseguenze in prospettiva politico-elettorale. E se temporalmente la casella d’inizio è il dicembre 2011, logisticamente il luogo è Palermo, la Regione, il Dipartimento regionale alla Formazione. Nelle carte dell’inchiesta i nomi che appaiono sono sempre gli stessi, quelli che gravitavano intorno all’assessorato affidato a Mario Centorrino, e si va dai collaboratori, ai dirigenti, ai politici. Da Nino Emanuele (capo di gabinetto), Vincenzo Conticello (poi presidente Ial Sicilia), Domenico Fazio ( all’epoca direttore aggiunto), Rosanna Conti, Liborio Marino. Tra i nomi che gravitano intorno al Dipartimento c’è anche quello dell’attuale segretario provinciale del Pd di Messina Basilio Ridolfo (nell’era Crocetta, peraltro, Ridolfo, insieme a La Macchia e Bartolotta finì tra i papabili per l’assessorato che poi andò a Bartolotta). Nello stesso periodo era al Sepicos (servizio pianificazione e controllo strategico) Pietro Cami, subentrato a Francesco Gallo.

Di fatto poi la rete andava estendendosi con quanti, come Di Lorenzo, Gaglio, Biundo, hanno finito con l’essere inseriti nel settore della formazione creando, secondo gli inquirenti una sorta di “rete istituzionale di salvaguardia per gli interessi del gruppo nel settore della formazione”. Dal dicembre 2009, quando l’assessorato alla formazione del governo Lombardo andò a Centorrino, i “fedelissimi” posero le basi della struttura. E che il sistema facesse capo direttamente alla segreteria di Genovese in via I Settembre, lo si evince anche da un’intercettazione del 28 maggio 2013, che potrebbe sembrare di scarsa rilevanza ma che è emblematica di quale fosse il cuore del meccanismo. A parlare Cettina Cannavò, storica segretaria di Genovese,e Gaetano Isaja, ex consigliere comunale Pd.

Isaja volevo sapere una cosa! Voi corsi di OSS o di OSA, quando li fate?

Cannavò: No, no …

Isaja: Non ne avete nessuno?

Cannavò No, no …

Isaja:: E a Messina chi ce li ha?

Cannavò: So…

IsajaI: … gratuiti naturalmente.

Cannavò: No, non lo so

Isaja: Come non lo sai? E se non lo sai tu chi lo dovrebbe sapere?

Cannavò: Non lo so Tani … non ho idea! …non …

Isaja: Cioè, LUMEN ed ARAM, nessun corso di OSA avete?

Cannavò: Non mi occupo più di niente di tutto questo

Il 28 maggio 2013, in piena campagna elettorale per le amministrative, la Cannavò era consapevole delle indagini in corso ed infatti non dato risposta a Isaja, per il quale era invece un “fatto naturale” che ad occuparsi di tutto il pianeta formazione fosse la struttura di via I Settembre.

Se poi si vanno a leggere le cariche direttive (ed anche le varie modifiche nei direttivi) e le assunzioni di personale sia negli Enti di formazione (Lumen, Aram, Enfap, Ecap, Ial, Iraps, Solco, Nt soft, Apindustria, Job service, Training service, etc) che nelle società collegate, in realtà non ci sono solamente i familiari di Genovese, ma anche una miriade di parenti dei “fedelissimi”. La struttura familistica insomma non riguardava solo il gruppo Genovese-Schirò, ma tutti gli altri tasselli della piramide, e quindi esponenti del Pd di vario livello, dirigenti, burocrati, collaboratori. Attraverso mogli e figli, stuoli di cognate e parenti non immediatamente identificabili dal cognome, il “controllo” si estendeva e la rete di clientelismo si estendeva a dismisura. Contemporaneamente si “regionalizzava” ampliandosi in tutta l’isola. Tra i fedelissimi a vario titolo inseriti nel sistema ci sono, ad esempio, numerosi amministratori locali, Ridolfo è sindaco di Ficarra, Vincenza Maccora sindaco di Ucria, Luigi Gullo consigliere provinciale nonché cugino del deputato Maria Tindara Gullo, Rino Beringheli sindaco di Caronia, Nino Di Lorenzo è stato sindaco di Piana degli Albanesi, Giuseppe Biundo consigliere comunale a Cinisi e via dicendo. Agli uomini più fidati vengono assegnati incarichi in enti pubblici, in società a partecipazione pubblica o società private ed enti di formazione riconducibili al gruppo. La gestione degli enti di formazione, oltre a rivestire una valenza elettorale, consente anche di drenare ingenti risorse pubbliche, in modo tale che un maggior numero di enti comporta maggiori finanziamenti. Quindi da un lato ci sono le assegnazioni interne alle società ed agli Enti e dall’altro gli incarichi esterni, evidenziati nel corso delle indagini.

Ad esempio i lavori affidati dagli Enti alle cooperative. E’ il caso di Azione sociale (con l’Enfap) ed Universo e Ambiente, entrambe collegate al Pd di Genovese. L’Ial ha stipulato due diversi contratti con l’Universo e Ambiente nel 2012 per un valore complessivo di quasi 85 mila euro. La cooperativa che si occupa di potatura, scerbatura, giardinaggio, pulizia, facchinaggio e sanificazione, ha sede in via Nicola Fabrizi 31, dove c’è anche la sede della Solco (che fa parte della stessa “galassia) nonché lo studio legale degli avvocati Cami e Genovese. L’Universo e Ambiente ha anche stipulato atti di comodato e locazione con Esofop e Caleservice (la “cartiera” di Genovese), nonché per il Comune negli anni 2010 (per 10 mila euro), 2011 (8.141), 2012 (7.177). La cooperativa è anche socia di Apindustria, anche questa collegata alla rete di Enti del gruppo. Universo e Ambiente fa riferimento all’attuale presidente del Consiglio Comunale Emilia Barrile, attraverso i componenti della compagine sociale che sono a lei legati da rapporti di parentela.

Se si vuole capire la geografia politica e il ruolo che nella gerarchia del gruppo avevano i singoli, basta andare a leggere TUTTI gli organigrammi delle decine di Enti e società (alcune nate, finite nel gioco delle scatole cinesi e poi scomparse o assorbite), e attraverso i nomi ricostruire una rete politico-organizzativa allestita in pochi anni ma che è riuscita ad avere un bacino elettorale vastissimo. E la rete deve essere finanziata. Da qui la necessità di avere le “amicizie giuste” a Palermo o negli uffici di controllo a Messina. Ed infatti, sempre tra i nomi, si scoprono anche i parenti di dirigenti e burocrati.

Intanto oggi la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha incardinato la richiesta di arresto presentata dal gip Giovanni Di Marco. La seduta è servita a ratificare l’incarico di relatore ad Antonio Leone, Ncd, che ha dichiarato d’aver bisogno “di almeno 10 giorni per presentare la bozza della relazione”. La Procura dello Stretto ha infatti trasmesso una copiosa documentazione sull’inchiesta e necessariamente non sarà un lavoro breve.

"Mi si contestano reati sulla base di perizie errate su immobili e attrezzature –ha dichiarato nei giorni scorsi a Repubblica Genovese -Poi, certo, i miei parenti si sono interessati di enti di formazione. Se il riferimento al "sistema" equivale alla presenza dentro questo settore di alcuni parenti, a prescindere dalla liceita' delle condotte, lo accetto e sono pronto a dire che mi ha portato anche un ritorno elettorale. Ma Dio sa quanto mi sia pentito di essermi occupato di formazione, alla luce dei problemi che me ne sono derivati. So di aver messo il PD in imbarazzo e mi dispiace. Io mi sento a posto anche se provato da un'inchiesta che coinvolge pesantemente me e i miei cari. Io non chiedo clemenza, ma solo che si tenga conto anche delle mie ragioni, e dei fatti inconfutabili portati a sostegno. Poi, ccettero 'qualsiasi verdetto, della giunta per le autorizzazioni e del parlamento".

In casa Pd (e la stessa area Dem alla quale aderisce Genovese) si son detti pronti, qualora sussistessero le basi per l’autorizzazione a procedere, a votare favorevolmente. Intanto le dichiarazioni del deputato Vincenzo Garofalo hanno suscitato le reazioni in casa Ncd. Garofalo ha infatti dichiarato che voterà contro la richiesta di arresto perché contrario alla carcerazione preventiva. Immediate con un durissimo comunicato dei 196 circoli Alfano per l’Italia Giovani Idee, firmato anche dal vicepresidente del Consiglio comunale Nicola Crisafi, dai consiglieri della III circoscrizione, Cosimo Oteri e Giovanni Veneziano e da, Giuseppe Giubrone ed Antonella Saccà (Consiglieri V circoscrizione). “Prendiamo le nette e irrevocabili distanze dalle dichiarazioni dell’Onorevole Garofalo, da cui non ci sentiamo rappresentati- si legge- la situazione è estremamente grave in quanto all’ On. Francantonio Genovese si contesta il reato di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di corsi formativi nell'ambito di progetti approvati dalla Regione Siciliana e finanziati con soldi propri, statali e del Fondo sociale europeo. Questa inchiesta tutta messinese , andava discussa con la base del partito in città, di cui ci sentiamo di diritto farne parte, e che invece non è stata interpellata, dando cosi, alle dichiarazioni di Garofalo un senso esclusivo di autoreferenzialità. Al netto della presunzione di innocenza che a tutti gli indagati deve essere concessa senza riserve, chiediamo che l’ON. GAROFALO faccia un passo indietro stante le dichiarazioni sulle intenzioni di voto in aula.. All’ Onorevole Genovese chiediamo senso di responsabilità, dimettendosi dal ruolo di parlamentare e quindi rinunciare all’ immunità di cui gode, difendendosi, tramite tutti gli strumenti che la legge gli consente, nelle aule di tribunale, così come ogni altro comune cittadino italiano, dando un senso di dignità all’ Istituzione che rappresenta”.

E siamo ancora all’inizio.

Rosaria Brancato

5 commenti

  1. Dico solo chi rubba e truffa va in galera e non ha godersi la prima vera, gli avari che inseguono il potere e non si accorgono che tutto resta qua e niente e nessuno porta nintte dar lar
    Di la che vergognia per tutta la classe dei benestanti e politici onesti….
    Auguro solo una lunga povertà agli eredi di tutti quelli che rubbano soldi pubblici e impoveriscono il paese….

    0
    0
  2. un cittadino messinese 27 Marzo 2014 08:38

    MI FA PIACERE PER IL VOSTRO ARTICOLO PENSO CHE LA QUESTIONE COOP SIA ANCORA ALL INIZIO PERCHE CON LO STESSO SISTEMA DI SPARTIZIONI ANCHE DIRIGENTI DELLE COOP AVRANNO AVUTO PRESIDENZE VICE PRESIDENZE E VARIE CARICHE

    0
    0
  3. I GALOPPINI ELETTORALI. Carissima Rosaria BRANCATO non hai arricchito con la tua prosa lo spaccato delle intercettazioni, come potevi, sei anche tu annichilita per la lingua utilizzata, è cifrata, serve solo alle autorità inquirirenti nei tribunali. Chi parla quella lingua è sicuramente persona priva di emozioni, provo compassione per i loro familiari, sicuramente ricevono in cambio una vita economica agiata ma prina di impulsi emotivi.

    0
    0
  4. A me sinceramente non va giù che per arrestare questo signore si debba studiare un faldone perchè “secondo la politica” non è arrestabile….Vorrei ricordare che la cronaca racconta di gente che per un pacco di pasta, o di biscotti, o di una fetta di carne è stata arrestata…mentre negli altri Paesi ci si dimette o si viene arrestati per mooolto meno (esempio: il deputato americano che si è dimesso per una foto con la pancia di fuori sul suo profilo twitter).
    Non mi va di aprire una diatriba inutile e sterile con certa gente che leggendo sicuramente avrà da criticare ma se questo tizio è dov’è non ci è arrivato da solo…

    0
    0
  5. velista anonimo 27 Marzo 2014 15:30

    … le consulenze legali del Principe del Foro
    servivano anche alle imprese per pagare meno imposte ?

    ma i corsi di formazione non erano finanziati con i soldi pubblici e
    non si dovevano organizzare con serietà in modo che
    servissero per dare una possibilità in più’ ai ragazzi
    per entrare nel mondo del lavoro
    soprattutto in Sicilia dove la disoccupazione è così’ alta ….. ?

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007