Residui di feste private al Forte Gonzaga. L’allarme di Gioveni

Residui di feste private al Forte Gonzaga. L’allarme di Gioveni

Residui di feste private al Forte Gonzaga. L’allarme di Gioveni

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lunedì 03 Novembre 2014 - 11:44

Il consigliere comunale documenta l’utilizzo del Forte anche da parte di chi vuole utilizzarlo come sito per organizzare delle feste. A quando – chiede - un serio recupero per la sua valorizzazione?

L’ennesima invasione di ignoti a Forte Gonzaga. A denunciarla, con foto allegata, il consigliere comunale Libero Gioveni. “Nei giorni scorsi la preziosa struttura di Montepiselli – scrive – è stato persino teatro di festicciole, probabilmente di compleanno, dove i partecipanti hanno pensato bene di lasciarvi di tutto: bottiglie, bibite, resti di cibo, vino, bicchieri, panche e pedane trasformati in tavolini di fortuna ecc., il tutto corredato da scritte e disegni sui muri, segno di sfregio in un luogo che rappresenta certamente la memoria storica e culturale della città”.

Gioveni ha richiesto l’intervento della sezione Nucleo Decoro della Polizia Municipale, ma nel contempo stigmatizza “lo scarso interesse da parte dell’Amministrazione comunale, il cui principale rappresentante ha sempre decantato la sua ferma volontà di valorizzare il patrimonio storico-culturale della città”.

“Il Forte Gonzaga – evidenzia il consigliere – non può non essere annoverato fra quei siti che, oltre a dover essere recuperati e riqualificati, potrebbero costituire una delle mete più affascinanti da poter far visitare ai tanti turisti e croceristi che sbarcano nella nostra città; ma senza una seria programmazione in questa direzione – prosegue l’esponente Udc – la struttura rischia di trasformarsi sempre più in un luogo lugubre e abbandonato al suo destino”.

Gioveni auspica, attraverso un intervento diretto dell’assessore alla cultura Tonino Perna con il competente assessorato regionale ai beni culturali, l’adozione di un serio piano di interventi di recupero e valorizzazione turistica e culturale del Forte Gonzaga, al fine di restituirgli quella dignità e quell’identità storica che negli anni ha inevitabilmente e tristemente perso.

2 commenti

  1. Questa è la sintesi del degrado mentale e civile esistenti a Messina. Come viene citato giustamente nel pezzo, invece di valorizzare uno dei “pochi” beni rimasti intatti nonostante guerre e terremoti e farne un orgoglioso punto di visita per i turisti (creando posti di lavoro, facendo rivivere un monumento storico), si abbandona un’opera del genere alla barbarie dei festini e dell’inciviltà della gente mediocre che imbratta, rovina e distrugge una struttura di grande valore culturale e comunitario. E’ solo uno dei tanti esempi di una città che è morta, che andando avanti in questo modo non ha speranze. Mi auguro che chi di competenza legga l’articolo e faccia qualcosa. Perché non ci sono parole…
    PS: purtroppo, però, le mie speranze sono vane. L’interesse verso i beni culturali, in questa città, è ridotto spesso a una mera lotta di potere tra rappresentanti del settore. A rimetterci, al solito, è Messina ma soprattutto l’immagine stessa dei Beni Culturali (stavolta in maiuscolo di proposito)

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  2. Questa è la sintesi del degrado mentale e civile esistenti a Messina. Come viene citato giustamente nel pezzo, invece di valorizzare uno dei “pochi” beni rimasti intatti nonostante guerre e terremoti e farne un orgoglioso punto di visita per i turisti (creando posti di lavoro, facendo rivivere un monumento storico), si abbandona un’opera del genere alla barbarie dei festini e dell’inciviltà della gente mediocre che imbratta, rovina e distrugge una struttura di grande valore culturale e comunitario. E’ solo uno dei tanti esempi di una città che è morta, che andando avanti in questo modo non ha speranze. Mi auguro che chi di competenza legga l’articolo e faccia qualcosa. Perché non ci sono parole…
    PS: purtroppo, però, le mie speranze sono vane. L’interesse verso i beni culturali, in questa città, è ridotto spesso a una mera lotta di potere tra rappresentanti del settore. A rimetterci, al solito, è Messina ma soprattutto l’immagine stessa dei Beni Culturali (stavolta in maiuscolo di proposito)

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