I primi mesi del 2024 avevano fatto ben sperare, poi i soliti ritardi estivi, trattative non decollate e una squadra da rifondare (senza ancora ds) per salvarsi nel 2025
MESSINA – Il commento di fine anno sulla prima squadra di calcio della città sembra ogni volta lo stesso. Un Messina dai due volti: abile, coraggioso e determinato nella prima parte dell’anno per raggiungere la salvezza nella seconda metà della stagione; inesperto, disorganizzato e impassibile nella seconda metà dell’anno che coincide con l’inizio di una nuova stagione. Ma i due volti del Messina sono sempre riconducibili all’unico del suo proprietario Pietro Sciotto, presidente ormai da otto stagioni, dal 2017-2018, quattro stagioni in Serie D e quattro tra i professionisti in Serie C.
Il presidente ha fatto tanto, sicuramente in passato, e vorrebbe tante cose in cambio. Ma in una città che in parte si è dimostrata apatica e distante, sponsor, amministrazione e supporter occasionali, e con lo zoccolo duro dei tifosi, innamorato della squadra e molto esigente, contro la situazione è delicata. Sciotto vorrebbe la gratitudine della città, lo stadio pieno e che il Messina giochi e diverta come il Foggia di Zeman.
Si è dovuto accontentare dopo otto anni di Giacomo Modica, prima calciatore e poi vice di Zdenek Zeman, il quale ha dimostrato le sue qualità in quei ormai lontani primi mesi del 2024. E infine ha creato una sua “Sciottolandia”, da non confondere con la Zemanlandia foggiana, qui il divertimento è per chi non ha a cuore il Messina e guarda da lontano una società che potremmo definire ridicola, ma che per delicatezza descriviamo buffa.
Il Messina in campo nel 2024
I biancoscudati, per la prima stagione dopo tanti anni, cambiano relativamente poco a gennaio e soprattutto non cambiano la coppia allenatore (Modica) e ds (Roma) nella sessione invernale. La squadra reagisce da Caserta in poi, era il 14 gennaio, dove la doppietta di Emmausso stende una delle squadre più in forma del campionato. Nel girone di ritorno saranno 7 vittorie, 7 sconfitte e 5 pareggi. In realtà fino al 24 marzo, data della sfida in casa delicata per i playoff contro il Foggia, il Messina aveva un ruolino di marcia da prima della classe e sognava ancora di finire addirittura nella metà alta della classifica. Chiuderà la stagione comunque con 45 punti e la salvezza diretta fuori dalla griglia playout, quasi un record della gestione Sciotto.
In questo avvio di stagione invece la situazione è drammatica: 3 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte, con la prima giornata di ritorno già disputata. Diverse le situazioni di cui rammaricarsi con tanti punti lasciati per strada: almeno otto con i sanguinosi pari all’ultimo minuto con Potenza, nel match d’andata, e Trapani e i pareggi in partite in cui sembrava impossibile, per come giocavano gli avversari, venire rimontati contro Casertana e Latina. A questo si aggiunge il sanguinosissimo 6-0 di Avellino, sconfitta più pesante subita nell’era Sciotto e dal Messina in generale in decenni che ha messo un punto, esclamativo e interrogativo, importante sulla stagione dei siciliani. I punti in classifica sono 16 ma preoccupa che alle spalle dei biancoscudati, terzultimi, ci siano la Turris e il Taranto che sono stati pesantemente penalizzati dalla federazione.
La carenze societarie
Torniamo all’uomo solo al comando Pietro Sciotto. La turbolenta estate messinese è iniziata con Modica che sembrava sul punto di lasciare, conferenza stampa convocata senza il supporto dell’ufficio comunicazione del Messina, apparentemente per dare l’addio. Poi viene posticipata perché c’è un ultimo faccia a faccia col presidente e così diventa la conferenza stampa della riconferma, si parla di biennale per l’allenatore e di asticella che si “deve alzare” per il Messina. Entrambe le cose saranno col tempo smentite.
L’allenatore c’è, ma manca il direttore sportivo con Domenico Roma trasferitosi a Foggia. Il presidente cala il pezzo da novanta, Peppino Pavone storico uomo di calcio che allestisce, rispettando il budget propostogli e accettando il bisogno della società di fare minutaggio, una rosa con tanti giovani e tanti prestiti. La fuga del ds a Trapani da Antonini, di qualche settimana fa, non ha bisogno di ulteriori commenti. Ad un giorno dall’apertura del mercato, cosa gravissima, il Messina non ha ancora un direttore sportivo che possa operare nella sessione di riparazione. Del direttore operativo Costa, che doveva fare l’esame da ds in questi ultimi giorni di dicembre, non si ha nessuna buona nuova, sparito nuovamente dopo la sciagurata conferenza stampa di Biella post Juventus Next Gen.
Sorvolando l’argomento campo di allenamento l’ultima carenza societaria riguarda il ruolo di direttore generale. Vacante dai tempi di Lello Manfredi era stato finalmente rioccupato da Pippo Trimarchi, il dirigente si è dovuto confrontare con grosse difficoltà e, ha ammesso lui, ha trovato “un contesto territoriale apertamente e diffusamente ostile” e al tempo stesso, venuta a mancare la reciproca fiducia col presidente, al momento dell’addio ha spiegato come nella sua visione fosse “necessaria una progettualità chiara, condivisa e coerente”. Col presidente che non parla in pubblico ormai da un anno, esclusa qualche dichiarazione riportata dall’ufficio stampa e una breve intervista video a PianetaMessina, la persona più alta in grado a metterci la faccia era stato l’allenatore, gravato anche di questo compito, fino a quando dopo Monopoli non ha iniziato un suo personale silenzio stampa interrotto alla vigilia della sfida di ritorno col Potenza, occasione anche per scambiare gli auguri con i giornalisti, i tifosi e la città.
Il futuro e la salvezza da raggiungere
Resta quindi tutto in mano al presidente Pietro Sciotto a cui non manchiamo di augurare di stare bene, dopo i problemi di salute estivi, ma adesso è ora di muoversi e velocemente perché è il momento di rinforzare la squadra e salvarsi, se si ha l’intenzione di farlo. Il 2024 è stato anche l’ennesimo anno di “vendo/non vendo” con diverse proposte rifiutate, o, per dirla alla Sciotto, non considerate all’altezza del Messina. L’unica proposta “seria”, perché teneva conto dei debiti (quasi 2,2 milioni di euro al dicembre 2023) e garantiva una sorta di buonuscita all’attuale presidente, era dell’Aad Invest Group che sembra naufragata con la scadenza fissata del preliminare al 15 dicembre non rispettata.
Negli ultimi giorni è arrivata la dichiarazione a dare una mano di Bonina. Se questo aiuto deve arrivare deve essere in questo gennaio in cui si può anche pensare di spendere qualcosa in più sul mercato, dopo sinceramente sarebbe inutile o meglio una roulette russa senza sapere cosa succederà. La speranza è che le “trattative” non prendano tempi troppo lunghi. Inoltre il presidente è stato convocato a Palazzo Zanca dal sindaco Basile e dal presidente del consiglio comunale Pergolizzi. In quello che inizierà come un anno intenso va anche considerato che la squadra di calcio del Messina per tanti è una storia d’amore, quindi chissà che non si stia pensando come “al settimo anno c’è la crisi e all’ottavo ci si lascia”. Questa in corso è l’ottava stagione di Pietro Sciotto come presidente dell’Acr e lui stesso sembra in parte deciso a passare definitivamente la mano.
