Il Pd risponde a Signorino: pensi al fallimento del suo operato. Barrile invita tutti ad abbassare i toni

Il Pd risponde a Signorino: pensi al fallimento del suo operato. Barrile invita tutti ad abbassare i toni

Danila La Torre

Il Pd risponde a Signorino: pensi al fallimento del suo operato. Barrile invita tutti ad abbassare i toni

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venerdì 03 Ottobre 2014 - 22:13

Non si placano le polemiche nate in seguito al documento firmato da Signorino, che aveva preso di mira soprattutto gli esponenti del partito democratico. I consiglieri piddini hanno infatti deciso di rispondergli pubblicamente. Replica anche il consigliere Burrascano. La presidente del Consiglio difende i colleghi ma chiede di mettere al primo posto il bene della città

Ai consiglieri di area Pd non è bastato “sfogarsi”durante l'ultima seduta del Civico Consesso.Per rispondere al comunicato del vice-sindaco Guido Signorino, che ha attaccato pesantemente il Consiglio comunale ed in particolare gli esponenti del partito democratico (vedi correlati), i consiglieri piddini hanno scritto un documento dai toni duri, almeno quanto quelli usati dall’esponente di giunta .

A sottoscriverlo sono i consiglieri Paolo David, Giuseppe Santalco, Nicola Cucinotta, Daniele Zuccarello, Claudio Cardile, Donatella Sindoni, Carlo Cantali, Benedetto Vaccarino (mancano all’appello Pietro Iannello,Simona Contesatbile, Antonella Russo e Francesco Pagano).

Per gli otto firmatari, l’attuale amministrazione non ha fatto altro che «galleggiare sul motivo delle pecche di quelli che c’erano prima».

«Il duro attacco di Signorino nei confronti del Consiglio Comunale e nei confronti del Pd – continua il comunicato – è ingeneroso perché, pur nella vivacità della dialettica politica, l’Amministrazione è stata sostenuta con una presenza in Aula sufficiente prima ancora che il voto…»

In merito alla bocciatura dei debiti con l’Ato Signorino aveva scritto nel suo documento che a suo avviso si trattava di «un voto leggibile solo alla luce dell’opportunismo tattico su vari fronti giocato o della (magari comprensibile, ma certamente non giustificabile) paura personale dell’assunzione di responsabilità».

Secondo David, Santalco, Cucinotta, Zuccarello, Cardile, Sindoni, Cantali e Benedetto Vaccarino la motivazione invece è un’altra, e cioè che «la misura è colma».

I consiglieri di area Pd replicano anche alle dichiarazioni di Signorino circa la preoccupazione manifestata di dover assistere al «fallimento della politica prima che della città» , e lo invitano a fare «i conti con il fallimento del proprio operato» .

Il vice-sindaco si era soffermato anche sulle conflittualità interne ai gruppi consiliari del Pd e gli otto firmatari non si lasciano sfuggire l’occasione di ricordare al vicesindaco le fratture interne al gruppo che ha sostenuto l’amministrazione, sottolineando che due dei quattro consiglieri di Cambiamo Messina da Basso hanno aderito al gruppo misto «perché occorre cambiare…e l’’istanza di cambiamento di Messina è stata delusa da Accorinti e Signorino».

«I consiglieri del Pd – si legge ancora testualmente – non sono i soli a testimoniare disagio e critica dinanzi a una palese inconcludenza gestionale e amministrativa mascherata da crassa supponenza ideologica».

Alle dichiarazioni di Signorino ha voluto replicare anche il consigliere Angelo Burrascano, eletto nella Lista del Megafono. A proposito delle accuse rivolte da Signorino a chi frequenta poco l’Aula consiliare, il consigliere Burrascano, che è uno dei più “anziani”, replica: «evidentemente Lei non ha ben chiaro, non essendo mai stato eletto in seno al consiglio, che le funzioni di Consigliere comunale non si limitano solo alla partecipazione delle sedute dell’organo cui appartiene ma contemplano lo svolgimento di tutta una serie di attività individuali di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo».

«Entrando nel merito della vicenda del debito fuori bilancio nei confronti dell’ATO ME3– continua Burrascano mi preme sottolineare come tale delibera sia stata sottoposta alla commissione in maniera assolutamente anomala, senza che quest’ultima abbia avuto la benché minima possibilità di approfondire le tematiche con dovuta cognizione di causa, poiché presentata solo un giorno prima del voto, malcostume ormai reiterato della Sua Amministrazione. Inoltre mancano i requisiti di certezza, esigibilità e liquidità delle fatture stesse che, ricordo a me stesso, sono atto di parte e non giudiziale.»

Burrascano punta quindi il dito contro Signorino, che a suo dire ha tenuto «un comportamento accusatorio, offensivo ed irrispettoso nei confronti di un organo pubblico rappresentativo legittimamente insediato, il quale non può essere "tirato per la giacca", piegato ed umiliato solo per asservire le logiche ed i voleri dell’Amministrazione, votando per “atto di fede” un debito di circa 12 milioni di euro».

A tentare di placare gli animi è la presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, secondo la quale «è assolutamente auspicabile modulare positivamente i toni del contraddittorio istituzionale e riportare la riflessione sull’operato concreto necessario al bene di questa città»

La massima rappresentante del Civico Consesso difende però la “dignità” dei colleghi e ricorda che “ciascun consigliere comunale possa e debba esprimere, attraverso il voto, un proprio personalissimo indirizzo essendo ciascuno libero nell’esercizio del proprio mandato di assumersi ogni responsabilità politica e personale».

Danila La Torre

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14 commenti

  1. Premesso che trattasi di “pani duru” e “cutennu chi non tagna”.
    I veri colpevoli sono coloro che hanno contribuito a fare credere al sindaco ed ai componenti la Giunta, in primis Signorino e Cacciola, di essere oltre che scienziati anche onnipotenti, e per questo si deve loro fiducia ed obbedienza, persino dimenticando i loro marchiani errori contabili ed amministrativi.
    In sostanza li hanno fatto credere quello che assolutamente non sono.
    Bastava fare un passo indietro, invece hanno continuato ad arrivare in aula l’ultimo giorno utile per sottoporre all’esame dei consiglieri i debiti, più o meno legittimi del Comune, da riconoscere per chiederne il finanziamento con ammortamento pluriennale.
    Il Prof. Signorino riteneva, forse presuntuosamente, che i Consiglieri si fossero affrancati dalla dipendenza di chi li sostiene da tanti anni. Errore.
    Perchè Sindaco ed assessori non tornano sulla terra, mettendo da parte arroganza e presunzione, ulteriormente dimostrate dal tono della lettera del Prof. Signorino?
    I metodi bulgari nell’amministrazione di una città sono finiti da un pezzo, non possono essere adoperati neppure all’asilo.

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  2. Premesso che trattasi di “pani duru” e “cutennu chi non tagna”.
    I veri colpevoli sono coloro che hanno contribuito a fare credere al sindaco ed ai componenti la Giunta, in primis Signorino e Cacciola, di essere oltre che scienziati anche onnipotenti, e per questo si deve loro fiducia ed obbedienza, persino dimenticando i loro marchiani errori contabili ed amministrativi.
    In sostanza li hanno fatto credere quello che assolutamente non sono.
    Bastava fare un passo indietro, invece hanno continuato ad arrivare in aula l’ultimo giorno utile per sottoporre all’esame dei consiglieri i debiti, più o meno legittimi del Comune, da riconoscere per chiederne il finanziamento con ammortamento pluriennale.
    Il Prof. Signorino riteneva, forse presuntuosamente, che i Consiglieri si fossero affrancati dalla dipendenza di chi li sostiene da tanti anni. Errore.
    Perchè Sindaco ed assessori non tornano sulla terra, mettendo da parte arroganza e presunzione, ulteriormente dimostrate dal tono della lettera del Prof. Signorino?
    I metodi bulgari nell’amministrazione di una città sono finiti da un pezzo, non possono essere adoperati neppure all’asilo.

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  3. Angelo Burrascano dice: “Lei non ha ben chiaro (Signorino, ndr), non essendo mai stato eletto in seno al consiglio, che le funzioni di Consigliere comunale non si limitano solo alla partecipazione delle sedute dell’organo cui appartiene ma contemplano lo svolgimento di tutta una serie di attività individuali di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo”…

    Angelo Burrascano si baglia: Non solo Signorino ma nemmeno gli elettori potranno mai conoscere, e meno che mai comprendere e giustificare, le impellenti ed indifferibili attività “di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo” (… m****, che roboanza) nelle quali i consiglieri comunali sono continuamente ed instancabilmente coinvolti… attività la cui oggettiva preminenza ne ha fin’ora legittimato la preferenza rispetto alle riunioni di consiglio, di fatto ormai divenute quanto meno riunioni di interessato “cuttigghiu”.
    I consiglieri ci facciano quindi conoscere questi impedimenti dovuti all’intersecare delle loro impellenti ed intense attività e noi, nel nostro piccolo, ci adopereremo per fare in modo che che ciò loro non possa accadere più, … magari non eleggendoli!

    Personalmente mi auguro quindi che noi tutti elettori, mai prima d’ora chiamati in causa, alle prossime elezioni non ci trovassimo con la memoria corta o, peggio, interessata per finalmente riuscire ad eleggere persone che riescano a pianificare e svolgere con competenza le innumerevoli incombenze che saranno loro affidate, riunioni di consiglio comprese.

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  4. Angelo Burrascano dice: “Lei non ha ben chiaro (Signorino, ndr), non essendo mai stato eletto in seno al consiglio, che le funzioni di Consigliere comunale non si limitano solo alla partecipazione delle sedute dell’organo cui appartiene ma contemplano lo svolgimento di tutta una serie di attività individuali di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo”…

    Angelo Burrascano si baglia: Non solo Signorino ma nemmeno gli elettori potranno mai conoscere, e meno che mai comprendere e giustificare, le impellenti ed indifferibili attività “di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo” (… m****, che roboanza) nelle quali i consiglieri comunali sono continuamente ed instancabilmente coinvolti… attività la cui oggettiva preminenza ne ha fin’ora legittimato la preferenza rispetto alle riunioni di consiglio, di fatto ormai divenute quanto meno riunioni di interessato “cuttigghiu”.
    I consiglieri ci facciano quindi conoscere questi impedimenti dovuti all’intersecare delle loro impellenti ed intense attività e noi, nel nostro piccolo, ci adopereremo per fare in modo che che ciò loro non possa accadere più, … magari non eleggendoli!

    Personalmente mi auguro quindi che noi tutti elettori, mai prima d’ora chiamati in causa, alle prossime elezioni non ci trovassimo con la memoria corta o, peggio, interessata per finalmente riuscire ad eleggere persone che riescano a pianificare e svolgere con competenza le innumerevoli incombenze che saranno loro affidate, riunioni di consiglio comprese.

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  5. condivido il contenuto tranne quando lei dice che “hanno contribuito a fare credere al sindaco”,la cosa mi lascia perplesso perchè non credo che abbia potuto capire quanto gli veniva spiegato,lui è abituato ad altre cose come amare il Tibet anzichè Messina,quindi per favore lasciamo perdere se abbia capito o no.

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  6. condivido il contenuto tranne quando lei dice che “hanno contribuito a fare credere al sindaco”,la cosa mi lascia perplesso perchè non credo che abbia potuto capire quanto gli veniva spiegato,lui è abituato ad altre cose come amare il Tibet anzichè Messina,quindi per favore lasciamo perdere se abbia capito o no.

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  7. Ma, credo che la questione vada arricchita dalla nuova situazione che si è venuta a creare. L’ATO non avendo avuto riconosciuto il debito non è più creditore nei confronti del Comune, si rivolga a chi incautamente ha determinato tale debito, avendo speso somme non autorizzate dal Comune nei suoi bilanci. Infine, si può sapere a chi e perché tali somme sono reclamate? Insomma vi è stato un arricchimento del Comune o no? Infine è necessario ed urgente fare l’allineamento della contabilità delle partecipate alla contabilità finanziaria del Comune, solo così si potrà capire come ed a chi sono state corrisposte le somme spese…. Il Consiglio infatti a parte il tempo mancante per l’esame dell’atto non era in condizione di approvare un debito che non risponde alle condizioni dell’art. 197 del testo unico per la contabilità degli enti locali. Quest’ultimo è il motivo principale! Il Rag. Gen.le non è quindi adeguato al ruolo e dispiace dirlo neanche l’Amministrazione che in questo caso farebbe meglio a non dire nulla ricordando che il PDed il C.C. hanno dato il via libera al piano di rientro pluriennale dal debito “ridicolo” senza polemizzare troppo e x evitare di non essere compresi. Il risultato è che Messina non cambia ne dal basso ne dall’alto anzi peggiora im qualità dei servizi resi e continua ad accatastare nuovi debiti ogni gg che passa.

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  8. Ma, credo che la questione vada arricchita dalla nuova situazione che si è venuta a creare. L’ATO non avendo avuto riconosciuto il debito non è più creditore nei confronti del Comune, si rivolga a chi incautamente ha determinato tale debito, avendo speso somme non autorizzate dal Comune nei suoi bilanci. Infine, si può sapere a chi e perché tali somme sono reclamate? Insomma vi è stato un arricchimento del Comune o no? Infine è necessario ed urgente fare l’allineamento della contabilità delle partecipate alla contabilità finanziaria del Comune, solo così si potrà capire come ed a chi sono state corrisposte le somme spese…. Il Consiglio infatti a parte il tempo mancante per l’esame dell’atto non era in condizione di approvare un debito che non risponde alle condizioni dell’art. 197 del testo unico per la contabilità degli enti locali. Quest’ultimo è il motivo principale! Il Rag. Gen.le non è quindi adeguato al ruolo e dispiace dirlo neanche l’Amministrazione che in questo caso farebbe meglio a non dire nulla ricordando che il PDed il C.C. hanno dato il via libera al piano di rientro pluriennale dal debito “ridicolo” senza polemizzare troppo e x evitare di non essere compresi. Il risultato è che Messina non cambia ne dal basso ne dall’alto anzi peggiora im qualità dei servizi resi e continua ad accatastare nuovi debiti ogni gg che passa.

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  9. Perchè la gentilezza non viene apprezzata?

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  10. Perchè la gentilezza non viene apprezzata?

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  11. osservatore esperto 4 Ottobre 2014 11:23

    PALAZZO ZANCA
    La storia (già scritta) dei debiti fuori bilancio bocciati dal Consiglio comunale
    Inserito da mariedit il Gio, 02/10/2014 – 09:03.
    Danila La Torre con il suo puntuale articolo rende giustizia a Guido Signorino, inchioda il Consiglio e la maggioranza del Partito democratico alle loro gravissime responsabilità, il PD fa gravare la lotta di puro potere al suo interno sulle spalle deboli della città, pagherà un prezzo pesantissimo alle prossime elezioni, siano esse politiche, regionali o comunali, destinato a sicura sconfitta, Renzi o non Renzi.

    Inserito da gmollica il Gio, 02/10/2014 – 13:22.
    Per mariedit. Non capisco perché l’articolo di La Torre rende giustizia a Signorino. Dal pezzo emergono gravi responsabilità dell’Ato e delle Giunte, responsabilità che sarebbero state sanate dall’approvazione della delibera da parte del Consiglio. Perché mai i Consiglieri avrebbero dovuto stendere un velo su quanto accaduto? Non credo proprio sia questo l’obiettivo di Signorino, al contrario lui dovrebbe essere ben lieto di fare in modo che si faccia chiarezza sulle possibili complicità che sono causa del probabile dissesto. Tirare avanti alla meno peggio, condannando i cittadini a 30 anni di sacrifici solo per evitare di andare a fondo sulle cause del disastro non mi sembra un obiettivo politicamente lodevole.
    A proposito del mancato riconoscimento del debito ATO

    Mariedit o zia maria, come anche viene indicato, non me ne voglia. Nei suoi interventi sul quotidiano TEMPOSTRETTO, come quello in questione, sembra atteggiarsi a strenuo difensore dell’amministrazione comunale, anche quando non è necessario, ostentando in maniera esasperata, ma solo attraverso i numeri, una conoscenza della finanza locale che non persuade del tutto.
    Al suo posto avrei colto invece l’occasione per spiegare i motivi per i quali la maggioranza dei consiglieri in aula abbia potuto esprimere il proprio voto contrario, e bene ha fatto, sulla delibera di riconoscimento del debito ATO.
    Due le ragioni che il puntuale e colto mariedit avrebbe potuto esplicitare a beneficio dei lettori, senza assumere le difese del Prof. Signorino il quale non è qui in discussione, ma solo coinvolto in una situazione di difficile soluzione, per la quale era certo consapevole. Ciò che suscita risentimento è che le colpe degli altri, che invece si vogliono a forza coprire e che per giunta resteranno impunite, non possono ricadere sui cittadini, tenuto conto che sono in gioco 11 milioni di euro che dovrebbero adesso sanare gli effetti di una gestione criminale di un carrozzone, appositamente disegnato, tutti d’accordo, che ha avuto lo scopo primario di creare poltrone dirigenziali e trovare una comoda collocazione per i propri parenti, affini, amici, amici degli amici, compari, tirapiedi e badanti di famiglia.

    1. Non si è in presenza di un debito ma del frutto di una controversia, sorta in piena abulia, che pare debba trovare ancora soluzione, a causa di maggiori e pretesi costi di gestione extracontrattuali per servizi non richiesti, non ordinati e comunque non resi, come testimoniano le contestazioni dell’allora dirigente alle partecipate, circostanza che ha indotto, giustamente, per coerenza, l’attuale dirigente, a non istruire la pratica di riconoscimento compito, questo, avocato dal segretario – direttore, al punto di suscitare legittime riserve. In questo specifico caso non si può parlare di debito fuori bilancio perché non appaiono i requisiti della riconoscibilità ai sensi dell’art.194 del TUEL. La circostanza è avvalorata dal fatto che qualora si fosse trattato di debito, esso andava risolto, secondo il principio della competenza, in ciascuno degli anni in cui gradualmente è sorto, con l’adozione della deliberazione sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Non essendo stato considerato debito a suo tempo, proprio perché oggettivamente non lo era, non può averne maturato i requisiti solo con il passare degli anni. Un chiarimento potrebbe fornirlo il rag. Schettino, accreditato dallo stesso mariedit di tanta sapienza, smentita efficacemente dall’Ordinanza della Corte dei Conti circa i pesanti rilievi mossi sui metodi di gestione adottati dall’alto funzionario, cui andrebbe richiesto, al contempo, la restituzione delle somme di cui è stato abbondantemente munificato, servite solo a compensarlo del disastro galattico, il quale, per il ruolo ricoperto, è il principale responsabile.

    2. La delibera di riconoscimento, utile per accedere all’anticipazione di liquidità, che non avrebbe dovuto approdare in Consiglio, è comunque viziata di legittimità ex nunc poiché priva di copertura finanziaria, comunque fornita in maniera aleatoria, riguardo a una spesa inserita nel piano di riequilibrio che ancora non ha ricevuto l’approvazione da parte del Ministero e della Corte dei Conti.

    Appare pertanto eccessivo addebitare ai consiglieri che hanno manifestato il loro voto contrario le conseguenze della mancata approvazione della deliberazione di riconoscimento poiché, in sostanza, si tratterebbe di un atto illegittimo.

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  12. osservatore esperto 4 Ottobre 2014 11:23

    PALAZZO ZANCA
    La storia (già scritta) dei debiti fuori bilancio bocciati dal Consiglio comunale
    Inserito da mariedit il Gio, 02/10/2014 – 09:03.
    Danila La Torre con il suo puntuale articolo rende giustizia a Guido Signorino, inchioda il Consiglio e la maggioranza del Partito democratico alle loro gravissime responsabilità, il PD fa gravare la lotta di puro potere al suo interno sulle spalle deboli della città, pagherà un prezzo pesantissimo alle prossime elezioni, siano esse politiche, regionali o comunali, destinato a sicura sconfitta, Renzi o non Renzi.

    Inserito da gmollica il Gio, 02/10/2014 – 13:22.
    Per mariedit. Non capisco perché l’articolo di La Torre rende giustizia a Signorino. Dal pezzo emergono gravi responsabilità dell’Ato e delle Giunte, responsabilità che sarebbero state sanate dall’approvazione della delibera da parte del Consiglio. Perché mai i Consiglieri avrebbero dovuto stendere un velo su quanto accaduto? Non credo proprio sia questo l’obiettivo di Signorino, al contrario lui dovrebbe essere ben lieto di fare in modo che si faccia chiarezza sulle possibili complicità che sono causa del probabile dissesto. Tirare avanti alla meno peggio, condannando i cittadini a 30 anni di sacrifici solo per evitare di andare a fondo sulle cause del disastro non mi sembra un obiettivo politicamente lodevole.
    A proposito del mancato riconoscimento del debito ATO

    Mariedit o zia maria, come anche viene indicato, non me ne voglia. Nei suoi interventi sul quotidiano TEMPOSTRETTO, come quello in questione, sembra atteggiarsi a strenuo difensore dell’amministrazione comunale, anche quando non è necessario, ostentando in maniera esasperata, ma solo attraverso i numeri, una conoscenza della finanza locale che non persuade del tutto.
    Al suo posto avrei colto invece l’occasione per spiegare i motivi per i quali la maggioranza dei consiglieri in aula abbia potuto esprimere il proprio voto contrario, e bene ha fatto, sulla delibera di riconoscimento del debito ATO.
    Due le ragioni che il puntuale e colto mariedit avrebbe potuto esplicitare a beneficio dei lettori, senza assumere le difese del Prof. Signorino il quale non è qui in discussione, ma solo coinvolto in una situazione di difficile soluzione, per la quale era certo consapevole. Ciò che suscita risentimento è che le colpe degli altri, che invece si vogliono a forza coprire e che per giunta resteranno impunite, non possono ricadere sui cittadini, tenuto conto che sono in gioco 11 milioni di euro che dovrebbero adesso sanare gli effetti di una gestione criminale di un carrozzone, appositamente disegnato, tutti d’accordo, che ha avuto lo scopo primario di creare poltrone dirigenziali e trovare una comoda collocazione per i propri parenti, affini, amici, amici degli amici, compari, tirapiedi e badanti di famiglia.

    1. Non si è in presenza di un debito ma del frutto di una controversia, sorta in piena abulia, che pare debba trovare ancora soluzione, a causa di maggiori e pretesi costi di gestione extracontrattuali per servizi non richiesti, non ordinati e comunque non resi, come testimoniano le contestazioni dell’allora dirigente alle partecipate, circostanza che ha indotto, giustamente, per coerenza, l’attuale dirigente, a non istruire la pratica di riconoscimento compito, questo, avocato dal segretario – direttore, al punto di suscitare legittime riserve. In questo specifico caso non si può parlare di debito fuori bilancio perché non appaiono i requisiti della riconoscibilità ai sensi dell’art.194 del TUEL. La circostanza è avvalorata dal fatto che qualora si fosse trattato di debito, esso andava risolto, secondo il principio della competenza, in ciascuno degli anni in cui gradualmente è sorto, con l’adozione della deliberazione sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Non essendo stato considerato debito a suo tempo, proprio perché oggettivamente non lo era, non può averne maturato i requisiti solo con il passare degli anni. Un chiarimento potrebbe fornirlo il rag. Schettino, accreditato dallo stesso mariedit di tanta sapienza, smentita efficacemente dall’Ordinanza della Corte dei Conti circa i pesanti rilievi mossi sui metodi di gestione adottati dall’alto funzionario, cui andrebbe richiesto, al contempo, la restituzione delle somme di cui è stato abbondantemente munificato, servite solo a compensarlo del disastro galattico, il quale, per il ruolo ricoperto, è il principale responsabile.

    2. La delibera di riconoscimento, utile per accedere all’anticipazione di liquidità, che non avrebbe dovuto approdare in Consiglio, è comunque viziata di legittimità ex nunc poiché priva di copertura finanziaria, comunque fornita in maniera aleatoria, riguardo a una spesa inserita nel piano di riequilibrio che ancora non ha ricevuto l’approvazione da parte del Ministero e della Corte dei Conti.

    Appare pertanto eccessivo addebitare ai consiglieri che hanno manifestato il loro voto contrario le conseguenze della mancata approvazione della deliberazione di riconoscimento poiché, in sostanza, si tratterebbe di un atto illegittimo.

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  13. SI ARRAMPICANO SUGLI SPECCHI, sono destinati a sconfitta elettorale sicura, ma qualcuno ha avvertito Matteo Renzi dello stato pietoso in cui è ridotto il PARTITO DEMOCRATICO messinese?

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  14. SI ARRAMPICANO SUGLI SPECCHI, sono destinati a sconfitta elettorale sicura, ma qualcuno ha avvertito Matteo Renzi dello stato pietoso in cui è ridotto il PARTITO DEMOCRATICO messinese?

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