Un’azienda e un fabbricato signorile
La Guardia di Finanza di Messina ha eseguito un decreto di sequestro patrimoniale emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, nei confronti di un pregiudicato mafioso messinese, attualmente in carcere.
Le investigazioni patrimoniali hanno consentito di appurare che i beni nella disponibilità, diretta o indiretta, del pregiudicato per fatti di mafia non trova giustificazione nei redditi dichiarati, ritenendosi, dunque, altamente probabile che gli stessi beni siano provenienti dalle attività illecite della consorteria mafiosa di appartenenza.
La pericolosità mafiosa dell’uomo sottoposto alla misura di prevenzione patrimoniale viene desunta dai molti reati di matrice mafiosa per i quali ha già riportato svariate condanne definitive, fra le quali quella pronunciata dal Tribunale di Messina nel 2010, per partecipazione ad un’associazione di tipo mafioso.
La pericolosità mafiosa dell’uomo colpito dalla misura di prevenzione patrimoniale è stata desunta anche dalle dichiarazioni rese dai tanti collaboratori di giustizia, i quali hanno delineato la caratura criminale, evidenziandone la propensione a delinquere e la sua stabile appartenenza a clan mafiosi operanti nella zona centro-sud di Messina.
I processi che hanno acclarato la responsabilità dell’uomo sono anzitutto quello riflettente le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina e delegate al Gico della Guardia di Finanza, relative alla operazione convenzionalmente denominata “Totem”, avente per oggetto un’associazione mafiosa operante nel quartiere di Giostra: le prove raccolte consentivano di confermare, infatti, la progressiva ascesa mafiosa del pregiudicato ed il suo ruolo di primo piano nel panorama criminale messinese, soprattutto legato al settore del gioco illecito e delle scommesse clandestine su piattaforme on-line.
Il riconoscimento della sua figura apicale viene poi confermato nel corso del procedimento relativo ad altra operazione convenzionalmente denominata “Provinciale”, che ha consentito di svelare come il pregiudicato, in qualità di esponente apicale dell’associazione mafiosa di appartenenza, fosse nelle condizioni di esercitare un capillare controllo del territorio, insieme con altre figure mafiose storiche della città, con modalità tipicamente mafiose ed una gestione condivisa delle attività illecite.
L’excursus processuale dell’operazione “Provinciale” ha evidenziato che l’indagato, in concorso con altri, si è reso protagonista di una serie di condotte finalizzate a schermare, avvalendosi di compiacenti prestanomi, la reale titolarità di attività economiche, eludendo le disposizioni normative in materia di misure di prevenzione patrimoniali ed agevolando, al contempo, la commissione di reati di natura economico-finanziaria, quali ricettazione, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti.
L’odierna misura di prevenzione patrimoniale, che si aggiunge alla confisca penale in via definitiva già eseguita nell’ambito di quel procedimento penale, ha ad oggetto complessivamente un compendio aziendale, comprensivo dei relativi beni patrimoniali, e un fabbricato di tipo signorile, nella disponibilità diretta e indiretta o comunque riconducibile al proposto, per un valore complessivo di stima pari ad oltre 300 mila euro.

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