Gli Stati Generali di Mantineo, per l’Orsa “una definizione altisonante per celare la solita pochezza”

Gli Stati Generali di Mantineo, per l’Orsa “una definizione altisonante per celare la solita pochezza”

Francesca Stornante

Gli Stati Generali di Mantineo, per l’Orsa “una definizione altisonante per celare la solita pochezza”

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domenica 01 Febbraio 2015 - 01:30

Per l'assessore Nino Mantineo gli Stati generali saranno la soluzione per rimodulare i servizi sociali ma le critiche e i dubbi non si fermano. A dire la sua è la segretaria di Orsa Servizi Francesca Fusco che attacca duramente l'operato di questi 18 mesi e chiede perché a questo punto si dovrebbe dare fiducia a questa iniziativa.

Da un lato i grandi entusiasmi dell’assessore Nino Mantineo e del suo gruppo di esperti che hanno iniziato il percorso verso gli Stati generali dei Servizi sociali, occasione che dovrebbe consegnare un nuovo sistema di gestione del settore. Dall’altro dubbi e perplessità che giorno dopo giorno continuano a crescere e aumentare da parte di chi dopo oltre un anno e mezzo di amministrazione Accoranti sperava di poter toccare con mano qualcosa di più concreto e invece si trova chiamato a ricominciare una discussione sui servizi sociali che in realtà in questi mesi c’è già stata e non ha ancora portato a niente. Nei giorni scorsi a contestare pesanemente le scelte dell’assessore Mantineo era stata la Fp Cgil. Adesso scende in campo anche l’Orsa Servizi che non risparmia attacchi e giudizi molto duri sull’operato dell’esecutivo di Palazzo Zanza nel difficile e delicatissimo settore dei servizi sociali dove, ed è sotto gli occhi di tutti, fino ad oggi si è operato senza alcun segnale di rottura rispetto a quanto accadeva prima.

«L’amministrazione Accorinti è in carica da circa venti mesi durante i quale si sono svolti numerosi incontri per i servizi sociali al fine di migliorare una situazione tragica, sempre in quest’anno e mezzo abbiamo assistito a balletti di responsabilità sui fondi da destinare al terzo settore, al pressapochismo per la tutela dei lavoratori e soprattutto al ripetersi di dinamiche in perfetta continuità col passato» scrive la segretaria Francesca Fusco.

La sindacalista commenta la decisione di Mantineo di indire gli Stati generali, annunciati come panacea della grave situazione in cui versano i servizi sociali e, fatto salvo l’impatto positivo dell’intestazione, non nasconde i suoi dubbi: “Perché dovremmo riporre fiducia in questa iniziativa considerato che ancora non si è compresa la reale volontà politica dell’amministrazione? A quanto ammontano le somme da destinare ai servizi sociali?”.

Le linee descritte nel documento di riflessione per partecipare alla grande “Convention” sono auspicabili, ma per onestà intellettuale bisognerebbe ammettere che in più modalità e da più versanti l’amministrazione ha ricevuto contributi su come rivoluzionare i servizi sociali, su come fosse necessario stilare una mappa dei bisogni della città senza dedicarci un’azione della Legge 328 (puntualmente cassata dalla regione) ma utilizzando risorse interne.

«A nostro avviso va subito eliminato il privato sociale che nella nostra città ha subito una deformazione divenendo sinonimo di clientela e il controllo della qualità delle prestazioni va legato a doppio filo alla continuità del contratto con chi gestisce il servizio, invece di controllare passivamente il disservizio sentendoci dire candidamente da qualche presidente di cooperativa che il gasolio utile a riscaldare gli anziani di Casa Serena, nella giornata più fredda del 2015, non è arrivato per una svista» scrive la Fusco che dunque smonta buona parte dei progetti dell’assessore Mantineo che invece punta molto sul privato sociale come interlocutore e partener di quella che dovrà essere la strada verso quel welfare di comunità di cui si parla da un anno e mezzo.

L’Orsa Servizi è certa che se i contributi dati fino ad oggi all’amministrazione fossero stati ascoltati e resi concreti o, per meglio dire si fosse avviato il percorso di rivoluzione partecipata dal basso, decantato in campagna elettorale, forse oggi l’amministrazione non avrebbe la necessità di celare dietro un titolo altisonante il nulla posto in essere in termini di cambiamento.

Francesca Stornante

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