"Sì alle cure palliative, no all'eutanasia"

“Sì alle cure palliative, no all’eutanasia”

Redazione

“Sì alle cure palliative, no all’eutanasia”

giovedì 30 Marzo 2023 - 18:43

Questa la posizione prevalente nel confronto promosso dal Rotary a Messina, tra normativa e bioetica

“Anche se il referendum sull’eutanasia legale fosse ammesso e con alta probabilità la conseguente abrogazione delle norme penali relative all’omicidio del consenziente, quale la vittoria per la civiltà? Se pensiamo all’eutanasia come l’oggetto di una domanda che viene dalla sofferenza, come tale va accolta e interpretata in un contesto di relazione. Puntiamo sulle cure palliative”. Queste le parole conclusive della professoressa Marianna Gensabella, bioeticista, già docente di Filosofia morale dell’Università di Messina. Il tutto al termine dell’incontro organizzato dal Rotary Club Stretto di Messina dal titolo “Conoscere per scegliere, guardando oltre la L.n.219/2017”. Un appuntamento tenutosi il 27 marzo presso il Royal Palace Hotel.

Questa la posizione prevalente nel dibattito

Il professore Eugenio Fazio, l’ex parlamentare Giorgio Trizzino, la dottoressa Grazia Di Silvestre e don Gianni Russo, introdotti al tema dal presidente del club, Antonio Albanese, e moderati dalla dottoressa Agata Labate, socia del club e medica esperta in cure palliative, hanno disquisito lo stato attuale normativo e le proposte di legge in atto ferme al Senato. Dal confronto è emerso che, dopo cinque anni dall’entrata in vigore della legge 219/2017, emerge come la sua applicazione e addirittura la sua conoscenza sia ancora parziale. Un percorso legislativo “smosso” da casi emblematici e dalle relative sentenze della Corte Costituzionale (Riggio – Cappato), come ha sottolineato la moderatrice e illustrato Fazio, professore associato di Diritto privato dell’Università degli Studi di Messina.

Una proposta di legge ferma al Senato

La legge 219/2017 del biotestamento, incentrata su consenso informato, formulazione di Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) e Pianificazione condivisa di cure, individua nella dignità e nella autodeterminazione fondamenti basilari. Conoscenza e comunicazione alla base della relazione medico paziente. Comunicazione come tempo di cura principio cardine nelle cure palliative. Il 10 marzo 2022 una proposta di legge sul fine vita ha il primo via libera alla Camera 253 voti a favore e 117 voti contro. Ferma a tutt’oggi al Senato.

Uno dei promotori della proposta di legge, Trizzino, ha sottolineato come si muoia oggi in Italia: ha ricordato “la solitudine e la sofferenza delle morti per Covid 19” e si è soffermato sulle condizioni che devono sussistere ai fini della applicazione della proposta di legge sul fine vita, legate alla tipologia di paziente, al tipo e modo di somministrazione dei farmaci, a chi deve stare accanto sia pure come prescrittore. Si è evidenziato, nel corso del confronto, “una legge sul fine vita dove la tangibile sottile ipocrisia tra morte medicalizzata ed eutanasia è evidente. Come se prescrivere un farmaco e poi farli autosomministrare al diretto interessato, esausto della sua condizione, non sia infondo una sottile forse ultima sofferenza gratuita, quando il senso è dare dignità nell’autodeterminazione”.

“Puntare sulle cure palliative ridurrebbe la richiesta di suicidio assistito?”

“Puntare sulle cure palliative, con attivazioni precoci, in caso di diagnosi di una malattia a prognosi infausta, ridurrebbe la richiesta di suicidio assistito?”: è stata la provocazione della moderatrice Labate alla dottoressa Grazia di Silvestre, vice presidente della Sicp (società Italiana Cure Palliative).

Si è così sottolineato: “Le cure palliative puntano alla qualità di vita non alla morte. Devono essere tempo di qualità di vita di accoglienza non una progettualità di morte ma un percorso di una malattia inguaribile da rimodulare ogni giorno. La sedazione palliativa è un trattamento terapeutico, non è eutanasia. Fondamentale il ruolo della fede non solo nel dare senso alle scelte ma nell’accettazione della sofferenza”. “La Chiesa cattolica”, come ha ricordato il professore Don Gianni Russo – teologo, professore di bioetica e direttore dell’Istituto Teologico San Tommaso di Messina – “condanna l’eutanasia, accettando da decenni le cure palliative e i trattamenti contro il dolore e la sofferenza”. Esaustivi i riferimenti “al catechismo della Chiesa cattolica relativi all’interruzione delle procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi. Può essere legittimo l’uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni”.

Sentita la partecipazione al dibattito. Presente il presidente dell’Ordine dei medici, Giacomo Caudo, la dottoressa Emilia Rotondo, consigliera comunale a Messina, il presidente del Consorzio Sisifo avvocato Giuseppe Piccolo.

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