Si chiude il sipario sulla sala "Fasola", da luglio niente cinema

Si chiude il sipario sulla sala “Fasola”, da luglio niente cinema

Redazione

Si chiude il sipario sulla sala “Fasola”, da luglio niente cinema

lunedì 24 Giugno 2024 - 19:05

Di proprietà della Curia, è gestito da anni dalla multisala Apollo di Messina

MESSINA -Addio a un’altra sala a Messina. Nel mese di luglio cala il sipario sulla “Fasola”, gestita da anni dalla multisala “Apollo”. La sala in via San Filippo Bianchi è di proprietà della Curia, che avrebbe voluto un aumento notevole dell’affitto. In più, la struttura avrebbe bisogno di un intervento agli impianti. Il proprietario dell’Apollo, Fabrizio La Scala, dopo aver fatto una serie di valutazioni, ha scelto di non proseguire nella gestione.

“Una scelta necessaria ma fatta a malincuore”

Sottolinea Loredana Polizzi, da anni direttrice artistica di “Apollo Spazio Arte” e, con La Scala, “anima” della multisala: “Si tratta di attività, da quelle cinematografiche alle iniziative teatrali, in cui già nel mese di maggio il pubblico scarseggia. Da giugno a settembre la gente non va in sala e i soldi d’affitto sono dati a vuoto. Di fronte alla richiesta di un aumento notevole d’affitto, abbiamo a malincuore rinunciato. L’Apollo ha fatto questa scelta non facile ma necessaria. Tuttavia, non ha senso lasciare una struttura chiusa. Viene meno un riferimento per la città. Un patrimonio culturale. Un luogo apprezzato da tanti messinesi. Per farne un cineteatro, ci vogliono tanti soldi da investire”.

“Niente accordo con la Curia”

“Una scelta aziendale che non deve assolutamente far preoccupare il nostro pubblico, perché non modifichiamo i nostri obiettivi e le scelte di qualità che vogliamo continuare a proporre – aggiunge Fabrizio La Scala, titolare dell’Apollo -. Sicuramente dispiace dover chiudere questa sala, che è un punto di riferimento per gli appassionati di cinema, ma i costi di gestione non erano più sostenibili anche in relazione al fatto che si erano resi necessari degli importanti e costosi lavori di risistemazione dell’impianto di aria condizionata e non si è trovato un accordo con la Curia di Messina, proprietaria dell’immobile”.

“La voglia di continuare a lavorare per la nostra città rimane immutata, con la volontà di proporre un’offerta culturale di alto livello. Abbiamo anche deciso di investire nuove risorse economiche e, proprio in queste settimane, stiamo ristrutturando totalmente una delle quattro sale che abbiamo a disposizione con l’intenzione di rinnovarne a breve anche un’altra, per essere in linea con i migliori standard di visione dei film al cinema. Vogliamo farci trovare pronti perché siamo alle porte di una stagione importante, con tanti e prestigiosi titoli in arrivo. Il nostro obiettivo è quello di concentrarci per valorizzare sempre di più i nostri spazi, che rappresentano una casa per tutti i messinesi”, conclude La Scala.

Con questa chiusura, rimangono a Messina le multisale Apollo, Iris e The Screen Cinemas e, come sala unica, il Lux. Quest’ultimo gestito dal Cineforum Orione.

3 commenti

  1. la solita curia, i soliti preti.

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  2. E’ sempre una grande tristezza quando una sala cinematografica o un qualsiasi luogo di cultura cittadino è costretto a chiudere.
    Ne sono rimasti così pochi ed è veramente un peccato. E’ il segnale di una società purtroppo in declino inarrestabile.
    Però mi fa ancor più rabbia leggere che tra le cause (non sarà l’unica certamente, e probabilmente nemmeno la principale) vi sia la richiesta di un “aumento notevole dell’affitto” da parte della Curia.
    Ma si devono per forza arricchire come fossero un qualsiasi imprenditore?
    Che fine hanno fatto lo spirito cristiano e quella fortissima immagine, ancora ammirabile nella basilica superiore di Assisi grazie a Giotto, di S. Francesco che si spoglia di tutti i suoi beni per attuare il messaggio di povertà di Gesù?
    Se ne sono completamente dimenticati, temo, oppure non hanno avuto il tempo di rileggersi il Nuovo Testamento?

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  3. La Curia vuole l aumento ?ma non si vergognano ?
    Sono preti no ? dovrebbero chiedere un prezzo simbolico , occuparsi del bene e della cultura dei cittadini , invece …………..sempre ai soldi si pensa . Il male del mondo.

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