All'hotel Capo Peloro Resort di Messina architetti a confronto

All’hotel Capo Peloro Resort di Messina architetti a confronto

All’hotel Capo Peloro Resort di Messina architetti a confronto

giovedì 09 Luglio 2009 - 12:02

Gli esperi di settore si confronteranno su -Urbanistica e democrazia urbana-. Presente anche il neo-assessore regionale ai lavori pubblici Beninati

Gli architetti siciliani si ritrovano in riva allo Stretto per un nuovo approfondito confronto sui temi dello sviluppo del territorio. A distanza di qualche ora dalla tappa conclusiva del Villard, il seminario che fra mostre e dibattiti sulle città di domani ha riunito alla stazione studiosi di diverse università italiane, i paesaggisti si preparano adesso a entrare nel merito

dei piani strategici. Lo fanno nel corso della due giorni che si apre domani,

venerdì 10 luglio, all’hotel Capo Peloro Resort (ore 9) per concludersi sabato 11, dove si proveranno a delineare scorci di futuro sostenibile. Prevista la

partecipazione del neo assessore regionale ai Lavori pubblici, Nino Beninati.

Interventi affidati a esperti del settore che arricchiranno il seminario promosso dall’Ordine architetti di Messina e che ha per tema -Dall’urbanistica alla democrazia urbana-. Sotto la lente d’ingrandimento dei professionisti, contenuti metodi e criticità dei piani strategici, partendo da semplici domande: cosa sono e, soprattutto, rappresentano davvero uno strumento efficace per governare lo sviluppo di un territorio? Ed ancora, quali scelte privilegiare: urbanistica di espansione o rigenerazione urbana? Sono alcuni degli interrogativi cui si cercherà di dare una risposta nel corso di questa due giorni.

-La programmazione strategica con partenariato pubblico privato – osserva Benedetto La Macchia, del Consiglio dell’Ordine architetti di Messina – evidenzia analogie e relazioni con la pianificazione ordinaria che certo non favorisce la migliore interpretazione urbana né permette il controllo dei tempi, della qualità e dei ritorni socioeconomici. L’obiettivo è allora individuare i punti di contatto e di relazione tra le due esperienze, al fine di poter concepire nuove norme capaci di interpretare al meglio le esigenze attuali; e riportare sul pubblico parte delle rendite derivanti dalle trasformazioni urbane realizzando gli interventi che le cosiddette economie tradizionali non riescono a sostenere-.

Un altro degli aspetti al centro della due giorni riguarda il ruolo sociale che

potrebbe assumere l’urbanistica, potenziando gli aspetti perequativi sull’uso dei suoli a vantaggio della collettività. Argomenti che riprendono i principi che hanno ispirato Raffaele Sirica quando lanciò l’obiettivo democrazia urbana -per superare sia l’urbanistica del Dopoguerra, dominata dai vincoli e tutta quantitativa, che ha prodotto anche il disastro dei condoni, sia l’attuale iperliberismo senza regole, diffuso in alcune realtà, dove quasi tutto si affida ai privati, con possibili preoccupanti ricadute sulla collettività-.

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