Anniversario dell'uccisione di Don Pino Puglisi, figura storica dell'antimafia in Sicilia

Anniversario dell’uccisione di Don Pino Puglisi, figura storica dell’antimafia in Sicilia

Anniversario dell’uccisione di Don Pino Puglisi, figura storica dell’antimafia in Sicilia

giovedì 16 Settembre 2010 - 07:15

La fondazione antiusura “Padre Pino Puglisi onlus” lo ricorda con un testo ricco di testimonianze sulla sua vita e rinnova la lotta all’usura passando in rassegna tutte le sue attività. Quelle di un uomo che ha dedicato e sacrificato la propria vita “per la vita”, vivendo e facendo vivere pienamente i principi di legalità e giustizia in una terra da sempre difficile come la Sicilia. Don Cesare Di Pietro, nel testo “Testimone di Cristo crocifisso e risorto” presentato nell’incontro di ieri alle 18.00 al Comune in occasione dell’anniversario della morte di Don Puglisi, raccoglie molte testimonianze vive e dirette di chi ha avuto l’onore di conoscerlo e quindi ne ricostruisce la storia e la vita:

nato il 15 settembre 1937 in una famiglia di umili origini, Pino Puglisi cresce in base all’esempio della madre, una donna straordinaria che riusciva a ricambiare il male in bene. Il 2 luglio 1960 diviene Sacerdote, costruendo pian piano la sua figura anche grazie all’ottimo rapporto di simpatia che riusciva ad instaurare con i bambini mostrando il suo repertorio di barzellette. Sarà Padre della parrocchia S.Gaetano a Brancaccio il 29 settembre 1990, un rione periferico palermitano devastato dalla speculazione edilizia e dall’asfissiante controllo del territorio delle cosche mafiose di Cosa Nostra.

Le sue priorità furono subito i giovani ed i poveri per i quali iniziò subito battaglie civili assieme ai cittadini onesti già attivi per il miglioramento del territorio, ma in particolare sentì sopra ogni altra cosa la necessità di seguire una missione educativa per i “figli del vento”, ragazzi senza guida e disorientati in un contesto di violente faide territoriali e di mentalità pesantemente mafiose; avviò doposcuola, raccolse i ragazzi del liceo, creò una fitta rete di volontariato aggregando più giovani possibili, il tutto seguendo un processo di aggregazione e condivisione pieno di valori per far capire loro perchè esistono, perchè vivono, vedere quello che potevano progettare di buono per se stessi e per gli altri e quindi trovare la loro strada in questa terra.

Essendo una persona aperta e libera da ogni restrinzione culturale e religiosa, riusciva sempre a creare con loro un dialogo educativo, paterno e rispettoso, diffondendo il messaggio cristiano ed invertendo la mentalità mafiosa in autentici valori. Ma tutto questo ben presto risaltò agli occhi dei mafiosi soprattutto quando raccolse con successo i fondi per il centro di accoglienza “padre nostro” che operava assistenza anche a malati e minori detenuti, e successivamente quando organizzò le fiaccolate in onore dei primi anniversari di morte di Falcone e Borsellino. Brancaccio finalmente stava vivendo un profondo cambiamento culturale; dato questo che non andava giù ai sistemi di potere del territorio che diedero via a reazioni violente mafiose durante le manifestazioni, minaccie telefoniche, forature di gomme e percussioni ai danni di Padre Pino Puglisi fino ad arrivare alla fatidica data del 15 settembre 1993, dove fu ucciso da un sicario di Cosa Nostra. 6 anni dopo ebbe inizio la base di beatificazione, oggi in attesa di evoluzioni.

In occasione dell’anniversario del suo martirio, la fondazione antiusura “Padre Pino Puglisi onlus” rinnova la lotta all’usura e tiene alta l’attenzione su questo fenomeno citato come il “prestare denaro a qualcuno chiedendo di restituirlo con interessi al di sopra dei tassi consentiti dalla legge, i quali possono arrivare anche al 360% ossia l’equivalente di prestare 10000 euro e volerne indietro 46000”. Le attività della fondazione sono presentate da Presidente e Vicepresidente della fondazione, rispettivamente, Mons.Nino Caminiti e Dott.Ferdinando Centorrino: ascolto e consulenza per la prevenzione e la solidarietà, assistenza sia nel momento della presentazione della denuncia sia nei momenti successivi, garanzie presso le banche per consentire un più facile accesso al credito grazie ai fondi “di prevenzione” e “di solidarietà” affidati dal Ministero dell’Economia e del Tesoro e consulenza legale, fiscale e psicologica basata su una forte relazione umana ed un serio coinvolgimento emotivo.

Infine, il Presidente Consumers Forum e Vicepresidente di Federconsumatori Dott.Sergio Veroli punta il dito contro il credito al consumo che entra in modo subdolo nella vita della gente bisognosa di beni impellenti e che senza accorgersene accumula e si ritrova a dover pagare interessi altissimi. “Il tutto in un’economia del tutto legale dove lo è altrettanto la flessibilità del lavoro” afferma Veroli e prosegue “se bisogna essere flessibili con 3-4 lavori, che lo Stato lo permetta con il Welfare State allora; quest’ultimo demolito dalle privatizzazioni che portano i monopoli pubblici a quelli privati, la cosa peggiore visto che non c’è più controllo dei prezzi, gestiti a descrizione dei privati”. Termina l’intervento invitando le istituzioni ad un controllo maggiore sui difetti di quest’economia “legale” nei confronti della quale i dibattiti in TV sono inesistenti.

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