Cara mafia, giù le mani dai rifiuti e dall’acqua!!

Cara mafia, giù le mani dai rifiuti e dall’acqua!!

Cara mafia, giù le mani dai rifiuti e dall’acqua!!

lunedì 06 Aprile 2009 - 11:59

Interessante e molto partecipata l'iniziativa organizzata dall'-Associazione Rita Atria- di Milazzo

Ricordo che qualche anno fa rimasi colpito vedendo una scena del film “Mary per sempre”; in questa scena Michele Placido, nei panni di un professore di Italiano in una scuola all’interno di un carcere minorile spiegava ai ragazzi detenuti che la mafia, in un determinato periodo storico, ha acquistato sempre più potere controllando un bene primario come l’acqua. Attraverso il controllo delle sorgenti i vari signorotti locali tenevano in scacco gli agricoltori frenandone in qualche modo lo sviluppo. Adesso la situazione è sicuramente migliorata eppure c’è ancora qualcuno che pensa che assoggettare un bene di vitale importanza alle regole del mercato, trasformando inevitabilmente un bene essenziale alla vita dell’uomo in una merce di scambio sia la strada giusta per risolvere il problema della carenza di questo bene. Discorso simile può farsi per lo smaltimento di rifiuti. Le recenti indagini in Campania dimostrano come anche questo settore sia sotto il controllo della criminalità organizzata che ne ricava immensi guadagni. Di questo e di tanto altro si è parlato durante l’iniziativa organizzata Sabato 4 Aprile presso l’Istituto Industriale “Ettore Majorana” di Milazzo dall’ Associazione Rita Atria e dal nascente presidio di Milazzo di Libera. “Acqua e rifiuti, Giù le mani!” era il titolo di questa iniziativa che ha voluto sollevare il problema della gestione dei beni comuni in generale e di come su questi possano concentrarsi gli interessi della mafia.

Diversi sono stati intervenuti all’evento che è stato molto interessante, riportiamo i concetti salienti da essi espressi:

Pino Maniaci: L’ormai famoso giornalista di TeleJato ha posto l’attenzione sul fenomeno della collusione tra mafia e politica che ormai in Sicilia è all’ordine del giorno e ciò rende più permeabili le pubbliche amministrazioni al fenomeno mafiosi. Discorso anche molto importante è quello sulla lottizzazione dell’informazione che ormai si limita, tranne qualche caso, a diramare i vari comunicati stampa senza fare inchieste importanti come quelli di Pippo Fava.

Santo Laganà (Ass.Rita Atria): I mafiosi in Sicilia sono circa 5000 ma assoggettano un intera regione, questo perché c’è un’immensa zona grigia che avalla le azioni della mafia e ne permette la sopravvivenza. Da qui la differenza tra l’antimafia fatta di parole e quella fatta di azioni concrete, giornaliere, continue.

Santina Mondello (Ass.Rita Atria): Ha fatto un breve excursus sulla storia degli Ato rifiuti della provincia di Messina con tanto di costi enormi e fallimenti della gestione che si è rivelata dispendiosa per gli utenti e mal funzionante. Inoltre sono stati evidenziati alcuni meccanismi legislativi che hanno reso questi enti veramente poco convenienti per il cittadino trasformandosi, di fatto, in veri e propri contenitori clientelari.

Giovanna Allone (Rete Lilliput Messina): l’esponente della Rete Lilliput di Messina ha posto l’accento su una questione fondamentale e cioè che l’acqua non è un bisogno di cui possiamo fare a meno, ma un diritto, e come tale deve essere assicurato a tutti senza essere assoggettato alle logiche di mercato. Inoltre ha chiesto a tutti i present di aiutare la Rete Lilliput di Messina nella lotta per far si che questo bene resti pubblico (ndr: il 21 Aprile la provincia si esprimerà in merito)

Piera Aiello: alla manifestazione era presente anche Piera Aiello, cognata di Rita Atria, e attuale testimone di Giustizia sottoposta a tutela da parte dello Stato per aver denunciato intere famiglie mafiose di Partanna. La testimonianza di Piera è servita soprattutto a ricordare una figura molto importante di quella antimafia fatta di fatti e non parole che è Rita Atria.

Biagio Parmaliana: La mafia è isolamento, e ne ha sentito il peso Adolfo Parmaliana che ha deciso di suicidarsi quando ha sentito di essere rimasto solo, quando quello Stato in cui lui credeva profondamente lo aveva lasciato solo. “La mafia è mancanza di Stato” diceva Adolfo Parmaliana. E’ ora che lo Stato torni a non lasciare soli i suoi cittadini anche a Messina, la provincia “babba”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED