I professori Vermiglio e Tortorella, ordinari di Endrocrinologia e Neuropsichiatria infantile, hanno condotto per dieci anni uno studio sulla sindrome da difetto dell'attenzione ed iperattività
Si tiene stamani, presso l’Hotel Capo Peloro Resort di Messina, il Convegno di Studi dal titolo “Disordini da carenza nutrizionale di iodio: la sindrome da difetto dell’attenzione ed iperattività. Prevenzione, diagnosi e trattamento. ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Disorder)”. Organizzato dall’ Istituto Scientifico e Diagnostico di Medicina Generale “DELTA” di Messina, vedrà la partecipazione di illustri relatori in campo medico e scientifico.
Il Responsabile Scientifico dell’Evento, il prof. Francesco Vermiglio, ordinario di Endocrinologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Messina, d’intesa con il prof. Gaetano Tortorella, ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Messina, hanno condotto, con le loro equipe e per 10 anni, uno studio sulla Sindrome da ADHD con innovativi risultati scientifici. Risultanze pubblicate sulle più prestigiose riviste internazionali di Ricerca e Medicina (ad es. sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism).
La giornata di Studi, totalmente gratuita, si pregia del patrocinio del Kiwanis Club Messina Nuovo Ionio, dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Messina, ed è stata accreditata dal Ministero della Salute. Sono stati invitati a partecipare al Convegno Docenti, Medici, Professori Universitari e le più alte cariche Istituzionali Cittadine (il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, il vice sindaco Giovanni Ardizzone, il presidente della Provincia Regionale di Messina Nanni Ricevuto, il rettore dell’Università degli Studi di Messina Francesco Tomasello, il presidente dell’Ordine dei Medici di Messina Nunzio Romeo, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Messina Gustavo Ricevuto, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Messina Emanuele Scribano).
CHE COS’E’ L’ADHD
ADHD: Sindrome da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività. E’ un disturbo dell’età evolutiva che comporta difficoltà di attenzione e concentrazione, iperattività, scarso controllo dell’impulsività ed incapacità di modulare il livello di attività in funzione delle richieste provenienti dall’ambiente esterno. Il disturbo compare tra i 3 e i 7 anni e riconosce spesso una patologia organica della corteccia frontale e prefrontale e delle aree striate corticali e subcorticali. Un recente contributo di un gruppo di ricercatori messinesi coordinato dal prof. Francesco Vermiglio, pubblicato sul prestigioso Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, ha dimostrato che, in alcuni casi, l’ADHD nel bambino, può essere la conseguenza di un ridotto apporto alimentare di iodio nelle madri durante la gravidanza. Tale ricerca ha aperto interessanti prospettive in termini di possibilità di prevenzione della sindrome.
LE RICERCHE DELL’EQUIPE DEL PROF. F. VERMIGLIO
La tiroide ha bisogno di iodio per produrre i suoi ormoni che sono essenziali per il normale funzionamento dell’organismo. Quando l’apporto iodico alimentare è ridotto la tiroide produce meno tiroxina, e questa condizione è nota come “ipotiroxinemia”. Il normale sviluppo del sistema nervoso centrale del feto dipende dall’apporto tiroideo materno in gravidanza. Una ipotiroxinemia della gestante comporta una riduzione del trasferimento di tiroxina dalla madre al feto, e il verificarsi di questo evento, durante la prima metà della gravidanza, può aumentare il rischio di ADHD nei bambini. Il fatto che l’ADHD comprometta tra l’altro gravemente l’intelligenza di questi bambini (il loro quoziente intellettivo è di 22 punti inferiore rispetto a quello di norma), suggerisce quanto sia grave l’impatto di questa patologia sulla popolazione. Questo l’appello lanciato da Vermiglio e collaboratori alla comunità scientifica internazionale per l’avvio di un programma di screening e monitoraggio sistematico della funzione tiroidea in gravidanza specialmente nelle aree in cui l’apporto alimentare di iodio è carente.
