Italiani, popolo di... emigranti

Italiani, popolo di… emigranti

Redazione

Italiani, popolo di… emigranti

venerdì 18 Aprile 2008 - 11:52

Presentato stamattina il Rapporto italiani nel Mondo 2007

Sono 3,5 milioni quelli iscritti all’Anagrafe speciale (l’Aire) del Ministero dell’Interno, ma in realtà sono tra i 60 e i 75 milioni. Sono gli emigranti italiani, che hanno lasciato, a partire dalla fine del XVIII secolo, senza più fermarsi, la terra natia per cercare altrove condizioni di vita migliori. A cercare di contarli, oltre che di capirne il profilo e le esigenze, è la fondazione Migrantes, organo della Conferenza episcopale italiana, che, in collaborazione con Acli, Inas-Cisl, Mcl e i missionari Scalabriniani, ha realizzato il secondo Rapporto sugli italiani nel Mondo, con i dati aggiornati ad aprile 2007.

Questa pubblicazione fa il paio con il Dossier statistico sull’Immigrazione, curato sempre dalla fondazione Migrantes, la cui XVII edizione è stata presentata il 4 aprile (vedi articolo correlato). Per illustrare il Rapporto sono intervenuti a Messina don Domenico Locatelli, missionario e collaboratore alla ricerca, e il capo redattore, Delfina Licata. I lavori sono stati coordinati da Nino Arena, giornalista della -Sicilia- e direttore di -Tempostretto.it-. Don Locatelli ha suggerito che diventare un po’ migrante nella vita fa bene all’anima, e che questo fenomeno non va osservato solo con il criterio dell’economia, perché l’emigrazione fa parte della storia umana, è strutturale. Come dimostrano i dati numerici globali, che parlano di 20 milioni di migranti in Europa, e di 200 milioni nel mondo.

La dottoressa Licata ha esposto alcuni dei numeri più significativi del Rapporto: sono 3,5 milioni gli italiani residenti all’estero iscritti all’Aire, dato che concide sorprendentemente con quello degli immigrati da altri paesi in Italia. I continenti di arrivo sono l’Europa per il 57,3%, l’America (soprattutto Canada e America del Sud) per il 37,3%, l’Oceania per il 3,3%, l’Africa per l’1,4%, l’Asia per lo 0,7%. Una vera e propria diaspora, che non conosce fine, anche se nel tempo si sono trasformate le cause di partenza e di permanenza all’estero degli italiani. Se, infatti, la prima emigrazione è stata sospinta dalla fame e dalla miseria, oggi a partire sono giovani dotati, con la laurea in mano, oppure in cerca di formazione di eccellenza, che aspirano ad un impiego di alto profilo. Sono 50.000 gli studenti in università inglesi, americane o di altri paesi, mentre le figure professionali maggiormente indotte a lasciare l’Italia sono medici, biologi, ingegneri aerospaziali e meccanici.

La Sicilia vanta il discutibile primato nella quantità di emigranti rispetto alle altre regioni d’Italia. Sono 595.749 i siciliani iscritti all’Aire, di cui solo il 15,5% ha superato i 65 anni. Un piccolo esercito di giovani e giovanissimi, discendenti di emigranti, o emigranti loro stessi, per non aver trovato il loro posto a casa. Si registrano, soprattutto in provincia di Agrigento e Caltanissetta, casi di località con un numero di residenti all’estero maggiore, a volte doppio, di quello dei residenti in loco. Per quanto riguarda Messina, gli emigrati sono 67.435, il 10,3% della popolazione cittadina, il che la pone al quarto posto tra i comuni siciliani di maggiore deflusso, dopo Palermo, Catania e Palma di Montichiaro. Il 15,3% di questi messinesi è minorenne, mentre il 18,7 è over 65.

A margine dell’incontro, il saluto di monsignor Calogero La Piana, in apertura dei lavori. L’arcivescovo ha sottolineato come lo sguardo della Chiesa verso i migranti non sia di semplice studio, ma di partecipazione solidale. «Conoscere per aiutare», ha ripetuto; poi, nel ricordare la propria storia di emigrazione familiare, si è quasi commosso.

I lavori sono stati intervallati dalla musica del gruppo di ricerca musicale -Argeno- di Sant’Alessio Siculo, e da una poesia del professor Giuseppe Cavarra

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